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Inattività, dieta ricca di zuccheri e sale ed eccesso di peso sono responsabili dell’aumento della pressione sanguigna in nove bambini e adolescenti su dieci. È quanto emerso da un consensus paper pubblicato sull’European Heart Journal, a cura di un team italiano guidato da Giovanni de Simone, dell’Università Federico II di Napoli. Secondo gli esperti, tra le raccomandazioni a livello di alimentazione utili da seguire, figurano mangiare verdure fresche, frutta e altri cibi ricchi di fibre, limitare il consumo di sale ed evitare bevande aggiunte di zuccheri e il consumo di grassi saturi. Inoltre, bambini e adolescenti dovrebbero fare almeno un’ora di attività fisica da moderata a intensa ogni giorno, come correre, andare in bicicletta o nuotare, e passare non più di due ore in attività sedentarie. Diversi studi hanno evidenziato come l’ipertensione tra i bambini stia diventando più comune e parte di questo aumento è dovuto all’obesità, soprattutto a livello addominale. Meno del 2% dei bambini normopeso, infatti, soffre di ipertensione, contro il 5% dei bambini sovrappeso e del 15% di quelli obesi. Una diagnosi precoce di elevata pressione sanguigna è fondamentale, poi, in modo che possa essere gestito al meglio lo stile di vita. Per la diagnosi basta una singola misurazione della pressione, anche se è indicata una seconda visita per conferma. Qualora fosse evidenziata ipertensione, secondo de Simone e colleghi, bisognerebbe indagare la storia medica e fare esami ad hoc per determinare le possibili cause. Tra le informazioni da raccogliere ci sono il peso, l’età gestazionale, il fumo, l’assunzione di sale e il consumo di alcool e l’esercizio fisico. Mentre tra i possibili sintomi figurano mal di testa, sanguinamento dal naso, vertigini, alterazioni visive, difficoltà di attenzione, respiro corto e dolore al petto. Fonte: European Heart Journal 2022
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Giovedì 28 LUGLIO 2022
Ipertensione tra bambini e adolescenti legata a stile di vita non sano
Una consensus conference pubblicata dall’European Heart Journal e curata da un team italiano guidato da Giovanni de Simone, dell’Università Federico II di Napoli pone l’accento sula diffusione dell’ipertensione tra bambini e adolescenti, legata soprattutto a obesità addominale.
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