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Mercoledì 05 SETTEMBRE 2012
Sistema immunitario. Trovato l’anello mancante tra staminali del midollo osseo e linfociti

Si tratta di una popolazione cellulare mai osservata prima, potenzialmente capace di dar vita – differenziandosi – a tutte le cellule che costituiscono le difese dell’organismo. La ricerca, pubblicata su Nature Immunology, potrebbe essere il primo passo per curare leucemia e cancro del sangue.

Per definizione le cellule staminali “vivono per sempre”, poiché sono capaci di riprodurre loro stesse all’infinito, oltre che di dare origine alle altre cellule più specializzate. Nel processo che dalle staminali del midollo osseo porta alle cellule del sistema immunitario e del sangue, queste danno vita a stati intermedi, cellule chiamate progenitrici e che poi si differenziano e creano globuli rossi, piastrine, leucociti. Questo “anello mancante” tra staminali del midollo osseo e cellule del sistema immunitario non era mai stato trovato, fino ad oggi. In uno studio pubblicato su Nature Immunology e condotto dagli scienziati dell’Università della California di Los Angeles si dimostra ora come riconoscere e studiare queste unità biologiche uniche, che secondo gli scienziati potranno aiutare la comprensione del funzionamento (e dei possibili malfunzionamenti) delle difese dell’organismo.
 
Così come le cellule staminali, anche queste cellule progenitrici sono rare e difficili da trovare. “È stato come cercare un ago in un pagliaio”, ha commentato Lisa Kohn, prima autrice dello studio. Ricerche precedenti avevano infatti trovato solo un tipo di linfocita già piuttosto maturo, con una capacità limitata di differenziarsi. Lo studio su Nature Immunology parla invece di un tipo di progenitore primitivo dal quale può potenzialmente venire generato l’intero sistema immunitario, riconosciuto studiando proprio le fasi primordiali di quello già trovato. “Le successive analisi ci hanno convinto di aver trovato uno stadio unico e mai precedentemente osservato dello sviluppo del sistema immunitario”, ha spiegato Gay Crooks, coordinatrice dello studio. “Queste cellule progenitrici contenevano infatti un set di geni condivisi con le staminali del midollo osseo, ma una volta ‘attivate’ esprimevano anche altri geni unici. In questo modo abbiamo potuto capire quali geni siano importanti per creare tutte le cellule del sistema immunitario”.
 
Secondo gli autori, questa informazione permetterà in futuro di trovare accorgimenti per migliorare le difese dell’organismo. Come medico che esegue trapianti di midollo osseo, infatti, Crooks ha un grande interesse nella comprensione di come il sistema immunitario funzioni e, ancor più nello specifico, di come migliorare quello dei suoi pazienti. “L’identificazione di un progenitore di questo tipo nel midollo osseo, capace di dare vita a tutte le cellule linfocitarie differenziate permetterà lo studio di possibili metodi di regolazione dell’ematopoiesi umana, ovvero della formazione di tutte le cellule contenute nel sangue”, hanno infatti scritto gli scienziati nello studio. “E ci permetterà anche di comprendere come questo processo sia danneggiato nei casi patologici”.
 
In altre parole, spiega Crooks,“la parte interessante è che aver trovato questa particolare popolazione cellulare aprirà molte nuove possibilità nel comprendere come il sistema immunitario nasce e viene mantenuto attivo durante la vita”. E comprendere questo è il primo passo per curare leucemie e cancro del sangue.

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