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Gentile Direttore, È opinione diffusa tra i contraenti, che si tratta di un “buon contratto”. Non mancano tuttavia distingui e preoccupazione sulla disponibilità dei fondi contrattuali da impiegare per le “valorizzazioni professionali”. Poco in evidenza, ma di assoluto interesse, sono le dichiarazioni invero rese dal ministro della F. P. che di seguito si riportano per alcune riflessioni: “omissis … gli operatori sanitari troveranno nelle buste paga - a decorrere dal 1° gennaio 2021 - un incremento medio a regime degli stipendi tabellari di 91 euro medi per 13 mesi e una rivalutazione dei Fondi destinati alla contrattazione integrativa di 12 euro mese per 13 mensilità. Omissis... l’accordo, includendo anche le indennità, permette di riconoscere incrementi medi, calcolati su tutto il personale del comparto, di circa 175 euro medi mensili, corrispondenti a una percentuale di rivalutazione del 7,22%”. Innanzitutto, il Ministro, al netto dei calcoli e delle valutazioni di natura economica che opera nel suo comunicato, si sofferma a sottolineare il suo punto di vista politico sul rinnovo del contratto di lavoro, non disdegnando la sua proverbiale attitudine all’uso di un lessico a lui consono nelle descri zioni e nei rapporti instaurati con i rappresentanti sindacali dei lavoratori della P.A. Insomma … premi ma anche lusinghe della serie … “bastone e carota”. Infatti scorrendo il comunicato si legge: “… omissis… doveroso riconoscimento a chi è stato in prima linea nella pandemia e lavora per i più fragili … omissis”. Nel corpo del comunicato egli afferma: “La firma definitiva all’Aran sul rinnovo del contratto per il comparto sanità mi rende particolarmente orgoglioso, perché è il coronamento di un percorso virtuoso cominciato il 10 marzo di un anno fa con il Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale - siglato con i sindacati a Palazzo Chigi – e, soprattutto, rappresenta il doveroso riconoscimento per oltre 545mila dipendenti del S.S.N., tra cui 277mila infermieri, ogni giorno in prima fila nelle strutture del Paese per garantire l’assistenza e i servizi di cura ai cittadini, a partire da quelli più fragili. Dipendenti pubblici che, nei mesi più duri dell’emergenza e per tutto il periodo della pandemia, con il loro lavoro hanno rappresentato ‘i volti della Repubblica’ per eccellenza”. Caro Ministro, ma a conti fatti e al netto delle sue considerazioni, la classe infermieristica, e va detto a gran voce, meritava molto ma molto di più, non già e non solo per l’enorme immane contributo che ha dato e che continua a dare per fronteggiare l’emergenza covid 19 ma per crediti di riconoscimenti economici e non solo derivanti dal salto di “professionalità” che ha operato nel suo costante percorso di crescita, oggi consolidato in accademia, ma anche per aver documentato scientificamente il suo valore in termini di professionalità e competenza, nei più moderni sistemi di cura. Prima della stipula dell’ipotesi contrattuale, la voce più diffusa tra la classe infermieristica è stata quella di chiedere l’allineamento o almeno l’avvicinamento dei contenuti economici del proprio contratto a quelli in vigenza per gli infermieri che operano nei paesi della comunità europea e impegnare il “governo” primi tra tutti il ministro della F.P., a liberare gli Infermieri dal vincolo della esclusività del rapporto di lavoro, esattamente nel solco delle riforme già introdotte a livello generale per la P.A. Ad oggi, chiacchiere tante, risposte zero. Si tenga, altresì, conto che tutto accade in un momento storico molto complesso che porta su l’inflazione e il caro energia, con le conseguenze economiche della guerra in Ucraina problematiche che stanno mettendo a dura prova il potere d’acquisto di tutti i lavoratori con redditi da lavoro relativamente bassi com’è di evidenza per gli Infermieri Italiani. L’Istat, caro Ministro, ha messo in evidenza i rischi a cui va incontro l’economia del Paese, che soffre di grande incertezza. E la stima per la perdita del potere d’acquisto vola al 8% ed è destinata a subire ulteriori aumenti. Nessun ringraziamento dunque, caro Ministro, per le “concessioni” che Ella ritiene di aver fatto alla classe infermieristica italiana con il “nuovo” già vecchio CCNL. Saverio Andreula
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Giovedì 14 LUGLIO 2022
Infermieri poco valorizzati. E il nuovo contratto non fa eccezione
il 15 giugno del c.a., l’Aran e le parti sindacali hanno sottoscritto l’Ipotesi di C.C.N.L relativo al personale del Comparto Sanità per il triennio 2019/2021. A parte il fatto che il “nuovo” contratto alla firma è già scaduto, nel merito dell’ipotesi si osserva che gli effetti del “nuovo” contratto si avranno nel momento in cui l’ipotesi, superato l’iter della sua validazione, verrà definitivamente firmato dalle parti sindacali e dall’ARAN e pubblicato in G. U.
Presidente ordine professioni infermieristiche di Bari
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