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Nonostante il Consiglio regionale lo scorso 30 giugno abbia prorogato l’attività delle Unità speciali di continuità assistenziale sino a fine anno, delle tre Usca che coprivano i territori di Terralba, Oristano, e Ghilarza-Bosa, insieme operative dal 4 dicembre 2020, si ha notizia che al momento la Asl di Oristano ne manterrà attiva soltanto una, quella di Oristano, in relazione ai volumi di attività domiciliare registrati, per sostenere i casi clinici di emergenza Covid nell’intero territorio provinciale. Elisabetta Caredda
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Mercoledì 13 LUGLIO 2022
Oristano. Loi (Progressisti) e Pisanu (Cisl) alla ASL5: “Si porti a norma il servizio Usca con 2 medici e 2 infermieri”
In questa fase l’Asl 5 lascia attiva la sola Usca di OR, che ha però necessità di essere potenziata. Pisanu: “Il lavoro viene sovraccaricato su un solo medico, a rotazione giornaliera, con turno dalle 08:00 alle 20:00 ed un solo infermiere presente soltanto la mattina e non nei weekend”. Serusi: “Stiamo valutando la possibilità di rinforzare le Usca attraverso lo scorrimento delle graduatorie attive”. Loi: “Il team di OR conta di tre medici. Serusi intervenga subito affinché i medici possano al giorno essere in due, insieme a due infermieri”.
In proposito Quotidiano Sanità, approfondendo un servizio a riguardo trasmesso dal Tg regionale di Videolina, ha sentito il segretario della Cisl Funzione Pubblica dell’Ares, Marco Efisio Pisanu, che ha sollevato un problema sulla dinamica di funzionamento delle Usca ad Oristano, tenendo conto, in aggiunta, della riduzione del servizio. “L’Usca rimasta operativa – spiega il sindacalista - dovrà farsi carico dei pazienti di tutta la provincia con un impegno di lavoro insostenibile per il medico di turno. L’Usca infatti è diretta da tre medici e un infermiere. I medici però non sono attivi in uno stesso turno, ma si alternano lungo il corso della settimana. Praticamente al giorno l’Unità assistenziale è diretta da un solo medico con turno dalle 08:00 alle 20:00 dal Lunedì alla domenica, ed un solo infermiere presente però soltanto la mattina dal lunedì al venerdì”.
“Una situazione fuori dalla norma, non idonea a gestire in modo efficiente un servizio di tale importanza e segnalata più volte, alle istituzioni di competenza, dal dicembre 2020 – prosegue Pisanu-. Infatti, premesso il fatto che il medico ha necessità di essere supportato da un infermiere anche nel turno pomeridiano/sera e weekend compreso, esso ha il dovere di doversi spostare e raggiungere il domicilio di un paziente al verificarsi di un’esigenza, un’allerta, nel quadro clinico di quest’ultimo monitorato inizialmente attraverso consulenza telefonica dall’ambulatorio, che deve poter non rimanere scoperto per la presa in carico di eventuali altri casi positivi sintomatici. Cosa che ovviamente, in queste condizioni di organizzazione, sta avvenendo”.
“Motivo per il quale – conclude il sindacalista - la decisione di riduzione delle Usca da parte della Asl di Oristano, che probabilmente avrà tenuto conto del volume di attività, deve però immediatamente essere integrata rafforzando per lo meno l’unica Usca che è rimasta operativa con l’impiego di due medici in turno al giorno e di due infermieri. Assumendo poi eventualmente ulteriore altro personale disponibile per creare le possibilità di una rotazione dei turni giornalieri e garantire il servizio settimanale. Da sottolineare, che devono essere quantunque subito create anche le condizioni di costituzione di una seconda/terza Usca all’eventuale incremento dei report settimanali riferibili agli interventi domiciliari dei casi, a cui conseguono interventi mirati a pazienti anche fragili, che potranno essere curati così a casa evitando le file al Pronto soccorso”.
Sentito direttamente dal nostro giornale in merito alla situazione delle Usca, il direttore generale della Asl di Oristano Angelo Maria Serusi spiega: “Sulla scelta di riorganizzare il servizio che tiene conto dell’aumento dei contagi e del fatto che il virus colpisce ancora e non è da sottovalutare, occorre però dire che col progredire delle vaccinazioni la comparsa dei sintomi importanti, gravi, causati del virus Covid-19 è andata man mano attenuandosi: da marzo di quest'anno fino a fine giugno abbiamo avuto riscontro che la stragrande maggioranza dei soggetti positivi risultava avere sintomi curabili in casa, più simili a una forma influenzale, o essere addirittura asintomatica. Di conseguenza, gli interventi sanitari delle Usca a domicilio si sono progressivamente ridotti a favore di un’attività di monitoraggio che avviene prevalentemente attraverso le consulenze telefoniche del medico”.
“Da questa valutazione di tipo clinico – prosegue il direttore - ne è scaturita una di tipo organizzativo: quella di rimodulare le Usca per cercare di favorire l'impiego dei medici anche nei settori ancora scoperti, come la continuità assistenziale (guardie mediche e turistiche) e la medicina di base, dove sono attualmente vacanti oltre 300 titolarità”. Vero è che dal mese di luglio, a seguito di un aumento dei tassi di occupazione dei posti letto in area medica e di terapia intensiva, il Ministero ha invitato le Regioni ad attivare fin da subito le misure organizzative per fronteggiare nelle prossime settimane un possibile incremento della domanda assistenziale da Covid, garantendo l’adeguato ampliamento dei posti letto di area medica e di terapia intensiva dedicati ai pazienti positivi”.
“Tenuto conto di ciò – sottolinea Serusi -, non possiamo che farci trovare preparati ad un eventuale aumento del volume di attività domiciliare da parte dell’Usca anche nella provincia di Oristano, per seguire i pazienti a casa e magari evitare loro le lunghe attese al Pronto soccorso. Alla luce della proroga stabilita dalla Regione e dell’evoluzione epidemiologica del Coronavirus pertanto, la Asl di Oristano sta infatti già valutando la possibilità di rinforzare le USCA attraverso lo scorrimento delle graduatorie attive, per il reclutamento di nuovo personale in grado di supportare adeguatamente il servizio anche negli altri due distretti. L’interesse di tenere sotto controllo il virus è alto anche da parte nostra, il nostro impegno verso i pazienti e la qualità dell’assistenza va anche in questa direzione”.
Il vice capogruppo dei progressisti Diego Loi, sindaco anche di Santu Lussurgiu (Or), che ha vissuto da vicino le vicissitudini e problematiche con le Usca del territorio ci ha poi detto: “Le Unità Speciali di Continuità Assistenziale gestiscono a domicilio, ed è ben noto anche alle aziende sanitarie territoriali, soggetti positivi al Sars-Cov-2 che non necessitano di ricovero ospedaliero, o che sono stati dimessi dalle strutture ospedaliere, o che siano positivi fragili, cronici e affetti da patologie invalidanti. Ricordo esistono delle linee guida ministeriali e regionali relative a compiti e responsabilità che il team dell’Usca è tenuto ad assolvere. E la loro presenza ancora oggi è fondamentale, il virus circola ed anche le comunità che risiedono nella provincia di Oristano ne stanno ancora subendo le conseguenze. L’altro gg quattro decessi, di cui uno soli 58 anni. Non è un caso che in Consiglio regionale la proposta di proroga delle Usca ci ha trovato unanimi nell’approvazione”.
“Non nego – prosegue il Sindaco - preoccupa l’organizzazione delle Usca nella provincia di Oristano, per le quali all’inizio si parlava della disponibilità di 17 medici sui tre territori di provincia (Terralba, Oristano, e Ghilarza-Bosa), e ora paiono ridursi ad un medico ed un infermiere, peraltro quest’ultimo presente soltanto la mattina, esclusi i weekend. Non mi sorprende nemmeno se col tempo il team sia andato a ridursi, per effetto probabilmente anche del sovraccarico di lavoro che sul medico solo al giorno, se pur a rotazione, andava e va tutt’ora su quest’ultimo a concentrarsi”.
“Il Ministero della Salute non ha dato soltanto disposizione alle Regioni di ampliare i posti letto dedicati ai pazienti Covid per prevenire possibili ondate di ricoveri nelle prossime settimana – sottolinea il capogruppo -, ma ha emanato d’urgenza lunedì 11 luglio anche la circolare per il via libera alla quarta dose per over 60 e fragili over 12. Posso dunque anche comprendere la decisione del direttore generale Asl di riattivare le Usca di Terralba e Ghilarza in funzione del volume di attività che si verrà a registrare, ma non quella di continuare a protrarre la situazione fuori norma segnalata da Pisanu sull’Usca dove il medico si trova a dover prendere decisioni limitanti anche dal fatto di sapere che se si sposta lui, l’ambulatorio scoperto di personale si troverà impossibilitato a raccogliere ulteriori richieste in quel frangente di tempo. Che non può essere di 5 minuti. Ma di tutto il tempo necessario a raggiungere il luogo di residenza del paziente, alla vestizione del medico ed infermiere che sanno di entrare in casa di un positivo, ed insomma, tutto il tempo necessario alla visita e quanto altro. E nel contempo, chi è il responsabile di quel turno mentre altre chiamate potrebbero raggiungere il telefono dell’ambulatorio? No, è impensabile con i compiti tutti da svolgere, dettagliati nelle linee guida Usca, aver trascinato un’organizzazione tale in questi due anni”.
In conclusione Loi propone: “L’Usca della provincia di Oristano è attualmente gestita da tre medici, il direttore generale Asl deve intervenire immediatamente sulla rotazione dei turni dei medici e consentire, se c’è da parte loro la disponibilità, di trovarsi almeno in due al giorno a gestire l’ambulatorio. Ed assumere nello stesso numero il personale infermieristico, che operi dal lunedì alla domenica. Peraltro non mi meraviglierebbe se alla rivisitazione dell’organizzazione, con una responsabilità e un impegno di team condiviso, nuovi medici si renderebbero disponibili a seguire nuovamente il servizio. Non dovevano trascorrere due anni le Usca di Oristano in queste condizioni, mi attiverò personalmente in Consiglio per segnalare quanto sta avvenendo e chiedere lumi all’assessore alla Sanità che, solo ora, vengo a conoscenza che era stato informato con la richiesta di intervento, sul servizio non a norma”.
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