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Venerdì 31 AGOSTO 2012
La morte del Cardinal Martini. Il messaggio di Balduzzi: "Il curare come prendersi cura" 

"Lascia un segno profondo e la memoria di una vita tutta spesa nel dialogo dentro e fuori la Chiesa cattolica. E’ stato maestro profondo e prezioso per quanti si interrogano anche con fatica sul significato dell’esistenza, sulle ragioni del dolore e della sofferenza"

Il cardinale Carlo Maria Martini ha esercitato sulla cattedra di Sant’Ambrogio un magistero di altissima caratura spirituale e intellettuale. Gesuita e biblista, ha saputo parlare al mondo intero, rifiutando ogni contrapposizione preconcetta. Lascia un segno profondo e la memoria di una vita tutta spesa nel dialogo dentro e fuori la Chiesa cattolica.

In particolare quanti sono impegnati a servizio degli ammalati, nella loro cura e nella ricerca scientifica, non possono non rimanere impressionati, che siano credenti o no, davanti all’ultimo tratto della sua vita, percorso nella malattia. E’ stato maestro profondo e prezioso per quanti si interrogano anche con fatica sul significato dell’esistenza, sulle ragioni del dolore e della sofferenza.
Ci resta, luminoso, il suo messaggio: “Il curare assume la forma del prendersi cura, la qualità della vita interpella i percorsi possibili di una vita di qualità, i diritti di cittadinanza includono e non escludono il bisogno di solidarietà, la ricerca scientifica si accompagna sempre ai percorsi di forme ancora inedite di prossimità, la società ricerca gli itinerari della comunità, comunità che si fa carico anche delle disabilità più gravi e soprattutto dove gli ‘ultimi’ divengono ‘primi’”.
Questo è uno degli insegnamenti del cardinale Martini che, come Ministro della Salute, voglio ricordare oggi.
 
Renato Balduzzi
 

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