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Venerdì 08 LUGLIO 2022
Covid. Al San Camillo di Roma i medici minacciano proteste contro la gestione dell’emergenza

Per l’Anaao “si sta tentando di nascondere una situazione di crisi e di emergenza”. Dunque “o si decide di passare a uno stato di emergenza e pertanto ci si prende la responsabilità di bloccare altre linee di cura e di assumere in modo diretto personale medico e infermieristico, oppure, se emergenza non è, non ci può essere chiesto di fare l’ordinario e contemporaneamente gestire la pandemia”.

La pandemia continua a creare difficoltà agli ospedali e l'Anaao del San Camillo di Roma decide di minacciare proteste se non saranno prese dagli organi compententi misure per la gestione dell’emergenza. “Ad oggi - denunciano in una nota Marco Colasanti segretario Anaao Azienda San Camillo e Sandro Petrolati, vice segretario aziendale - ci viene richiesto di coprire reparti Covid e no Covid allo stesso tempo, mettendo a rischio il personale e i pazienti. Ci viene altresì chiesto di aprire nuovi posti di rianimazione Covid senza un corrispondente aumento del personale sanitario”.



Per Colasanti e Petrolati “tutto questo è inaccettabile e ingiustificabile. Non si può e non si deve mettere sulle spalle del solo personale sanitario il peso della crisi pandemica”. “Si sta tentando di nascondere una situazione di crisi e di emergenza, e questo non possiamo permetterlo”.



L’apertura costante di posti Covid, spiega l’Anaao, “determinerà necessariamente una riduzione delle prestazioni sanitarie del nostro ospedale”. Allora "le possibilità sono due, o si decide di passare a uno stato di emergenza e pertanto ci si prende la responsabilità di bloccare altre linee di cura e di assumere in modo diretto personale medico e infermieristico, oppure, se emergenza non è, non ci può essere chiesto di fare l’ordinario e contemporaneamente gestire la pandemia. Delle due strade ne va scelta una”. 

L’Anaao-Assomed aziendale, “a difesa del personale medico e sanitario”, si pone “in completo disaccordo con questo tipo di gestione. Siamo pronti ad utilizzare ogni forma di protesta perché questo sistema non diventi la normalità”. “Cerchiamo sempre di lavorare in modo costruttivo per trovare una soluzione condivisa. Ma se questa condivisione non ci viene richiesta siamo pronti a combattere per salvaguardare i diritti dei nostri iscritti”, concludono Colasanti e Petrolati.

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