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Lunedì 27 GIUGNO 2022
Bonus Covid. Nursing Up Trento: “Ritardi causati da dei burocrati inerti ed insensibili”
Nursing up, il maggior sindacato degli infermieri, punta il dito contro l’A.P.Ra.N, l’Agenzia provinciale per la rappresentanza negoziale, per il mancato accordo sull’indennità sul Covid fase III. Dopo una prima convocazione di circa un mese fa con i sindacati, è calato il silenzio. Hoffer: “A volte mi chiedo se chi ci governa si rende conto di quello che sta succedendo alla sanità pubblica di Trento oppure tutto questo faccia parte di un disegno politico”.
“La conclusione con l’A.P.Ra.N trentina su alcuni parti importanti del CCPL 2019-2021, come l’accordo sull’aumento tabellare, le fasce economiche, l’indennità infermieristiche e quelle per le professioni sanitarie e inoltre, quello sugli arretrati CCPL 2016/18, ci faceva ben sperare sul fatto che stavamo per incamminarci anche per il rinnovo degli incentivi sul Covid fase III. Ci eravamo sbagliati!”. Ad affermarlo è Cesare Hoffer coordinatore Nursing up Trento, che punta il dito contro l’Agenzia provinciale per la rappresentanza negoziale per il mancato accordo sull’indennità sul Covid fase III.
Il riferimento del sindacalista è alle disposizioni della delibera provinciale nr. 364 dello scorso marzo, che prevede lo stanziamento fino a 10 milioni di euro per l’indennità una tantum per il personale sanitario e socio sanitario dell’Azienda sanitaria, autorizzando di fatto anche A.P.Ra.N ad intraprendere i contatti con le sigle sindacali. Tuttavia, dopo una prima e consueta convocazione e “la prima proposta preliminare, fra l’altro non accettata dai sindacati in quanto rischiava di non riconoscere nulla ad un numero elevato di professionisti”, tutto è rimasto fermo. Per Hoffer "siamo ancora di fronte una volta a ritardi ingiustificabili, sotto gli occhi di tutti ed in barba alla disponibilità dei professionisti che sono soliti a dare a maggior ragione negli oltre due anni di pandemia. Tutto questo sta creando un crescendo di rabbia, sconcerto e malcontento nel caso ne mancasse fra il personale sanitario”.
“A volte - commenta il coordinatore Nursing up Trento - mi chiedo se chi ci governa si rende conto di quello che sta succedendo alla sanità pubblica di Trento oppure tutto questo faccia parte di un disegno politico ben preciso. Si perché, non c’è giorno che un qualsiasi giornale locale non riporti le tantissime difficoltà che il personale sanitario è costretto a vivere quotidianamente e nonostante ciò dobbiamo aggiungerci anche i ritardi causati da dei burocrati inerti ed insensibili alla dignità dei sanitari e della sanità pubblica”.
Rilancia ancora una volta il sindacato degli infermieri, sostenendo che per i sanitari trentini c’è ancora attesa a contrattare in A.P.Ra.N importanti accordi, in analogia a quelli nazionali già siglati con l’ARAN, e che riguardano in particolare il nuovo sistema degli incarichi professionali, la riforma ordinamentale di classificazione del personale e la revisione di tutta la parte normativa, ormai obsoleta nel contratto di Trento. “Nei prossimi anni, in terra trentina – avverte il coordinatore Nursing up - ci sarà una corposa quiescenza fra il personale infermieristico, con la previsione di oltre 1000 pensionamenti. Se non si vorrà cadere in situazioni che possano sconvolgere la sanità trentina, occorrerà progetti ed investimenti economici che debbano attrarre nuovi professionisti e che valorizzino i lavoratori già presenti per garantire l’attuale qualità assistenziale, altrimenti assisteremo al progressivo degrado dei servizi, a partire da quelli degli ospedali periferici, che rischiano di venire sempre più ridimensionati”, conclude Hoffer.
Endrius Salvalaggio
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