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Giovedì 29 LUGLIO 2010
Cittadinanzattiva chiede una Commissione tecnici-pazienti per politiche del farmaco

Il Coordinamento Nazionale delle Associazioni dei malati cronici di Cittadinanzattiva ha inviato una lettera al direttore dell’Aifa, Guido Rasi, al ministero della Salute e all’Agenas, per chiedere l'attivazione della “Commissione delle organizzazioni di tutela del diritto alla salute” per migliorare le politiche di tutela dei diritti dei pazienti cronici, a cominciare dai farmaci.

A 5 mesi dalla presentazione del IX Rapporto sulle politiche della cronicità, il Coordinamento nazionale delle associazioni dei malati cronici (CnAMC) di Cittadinanzattiva ha deciso di chiedere alle istituzioni di istituire una “Commissione delle organizzazioni di tutela del diritto alla salute” per trovare soluzioni immediate e condivise per fronteggiare le criticità emerse dall’analisi del CnAMC.
La richiesta arriva a firma di Tonino Aceti e Francesca Moccia, rispettivamente coordinatore nazionale CnAMC e coordinatore nazionale Tribunale per i Diritti del Malato, che hanno inviato una lettera (vedi allegato a fondo pagina) al direttore dell’Aifa Guido Rasi e, per conoscenza, al ministro della Salute, Ferruccio Fazio; al direttore dell’Agenas, Fulvio Moirano; al direttore generale della Direzione generale Farmaci e dispositivi medici del Ministero della Salute, Giuseppe Ruocco, e al p presidente società italiana di health technology assessment, Carlo Favaretti.

Il Rapporto nasce dal contributo di 48 fra le oltre 80 organizzazioni di persone affette da patologie croniche e rare aderenti al CnAMC di Cittadinanzattiva per fare il punto sulle difficoltà che ancora oggi le persone con patologia cronica e rara incontrano nel loro percorso di cura.
Tra le varie questioni analizzate dalla IX edizione, in particolare sono emerse le difficoltà legate all’assistenza farmaceutica. Le carenze e disparità nell’accesso ai farmaci sono, infatti, tra i problemi maggiormente sentiti dalle associazioni di malati cronici e rari e comportano costi notevoli per i cittadini, fino a  2500 euro l’anno. In particolare, il Rapporto segnala la disomogeneità nella distribuzione dei farmaci tra Regioni e anche fra le Asl della stessa regione; la limitazione da parte di ospedali e Asl per limiti di budget; la non rimborsabilità di alcuni farmaci che si trovano in fascia C, a totale carico dei cittadini, nonostante siano indispensabili per la salute degli stessi.
Questione aggiuntiva, quella dei parafarmaci, come integratori alimentari, alimenti particolari, creme e pomate, lacrime artificiali: considerati indispensabili per il trattamento della patologia, ma nonostante questo a carico dei cittadini.

 

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