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Mercoledì 15 GIUGNO 2022
Riccardi: “Per la sanità 1,3 mld in campo in 10 anni, 750 mln in questa legislatura”



"La dotazione finanziaria nell'ambito della sanità regionale in Friuli Venezia Giulia negli ultimi 10 anni è stata di un miliardo e 355 milioni di euro. Di questa somma, 750 milioni li investiremo durante questa legislatura e, di questi, 220 sono dedicati alla sanità territoriale, prevalentemente per tecnologie per risposta ambulatoriale e per le strutture che il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) identifica in ospedali e Case di comunità, con il coinvolgimento dei medici di medicina generale". Lo ha sottolineato il vicegovernatore con delega alla Salute del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, intervenuto ieri all'incontro "Essere medico oggi: etica, deontologia e politiche sanitarie" organizzato dall'Azienda sanitaria Friuli Occidentale (Asfo).

Nel ringraziare medici ed esperti per avere promosso questa occasione di scambio e di crescita, il vicegovernatore ha sottolineato come l'Amministrazione regionale stia facendo importanti sforzi per il miglioramento reale delle strutture ospedaliere. “Un esempio - spiega una nota della Regione che riprende l'intervento di Riccardi all'evento - arriva dall'ospedale di Pordenone, oggetto di un importante e complesso intervento di potenziamento. Grazie a dotazioni finanziarie regionali aggiuntive, il nosocomio sarà dotato anche di una struttura completamente indipendente, capace di lavorare in condizioni di emergenza, isolata rispetto all'attività degli altri padiglioni, sulla scorta delle esperienze maturate degli anni di pandemia”. 

Per Riccardi "il Pnrr è una grande occasione anche in ambito sanità, ma non risolve tutte le problematiche che la Regione sta affrontando con decisione e a occhi bene aperti, a partire dalla scarsa disponibilità di competenze professionali nelle diverse specialità - ha continuato Riccardi -. Stiamo lavorando alacremente per una programmazione adeguata in questo senso che richiederà 2-3 anni di transizione; tempi, questi ultimi, che ci vedranno particolarmente impegnati - ha concluso - a partire dalla medicina generale per passare ai sistemi di emergenza-urgenza”.

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