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Lunedì 13 GIUGNO 2022
Stomie. Le associazioni dei Pazienti premiano l’Ats
Il riconoscimento per le Buone Pratiche nelle gare di appalto avviate da ATS Sardegna durante l’emergenza pandemica. Temussi: “Ciò significa che siamo riusciti a lavorare bene, ascoltando la voce dei pazienti e riflettendola in una dimensione di sanità che li mette al centro”. Solinas: “Il confronto con i pazienti e le loro necessità deve rimanere la bussola del nostro sistema sanitario”. Nieddu: “Questa buona pratica è testimoniata anche dai numerosi tavoli di lavoro su cui ogni giorno l’assessorato è impegnato”.
La sanità sarda premiata a livello nazionale per le Buone Pratiche nelle gare d’appalto. Il riconoscimento arriva dalle associazioni dei pazienti (Fincopp, Wfipp, Favo, Aistom, Faip, Asbi, Aimar, FIsh, Associazione Palinuro, Simitu e Ailar), che hanno scritto all’ex commissario Ats Massimo Temussi, attuale direttore del Centro regionale di Programmazione, ed alla referente R.U.P. Ats Fabiola Murgia, annunciando l’assegnazione, ex aequo con l’Ausl Romagna, del primo premio per i migliori bandi di gara di appalto avviati sui dispositivi medici monouso rientranti nella categoria ‘Stomie’.
L’Avviso del bando di gara avviato da Temussi ed il suo staff Ats, previo confronto con le associazioni, risale alla data di marzo 2021 quando ancora in tutta Italia si viveva in piena emergenza la pandemia da Covid-19. L’Avviso prevedeva la ‘consultazione preliminare di mercato per la predisposizione di una gara d’appalto per l'affidamento della fornitura di dispositivi medici per stomia (CND A10), previsti dal DPCM del 12/01/2017, per pazienti colo-uro-ileostomizzati di ATS Sardegna, dell’AO Brotzu e delle AA.OO.UU. di Cagliari e Sassari per un periodo di quattro anni’.
Il premio verrà consegnato il 28 giugno a Roma nel corso della cerimonia che si terrà al Ministero della Salute in occasione della XVII giornata nazionale sull’incontinenza.
“Ricevere un premio nazionale sulle buone pratiche in sanità - commenta Massimo Temussi a Quotidiano Sanità - è importante, ma è ancora più significativo se ad assegnarlo sono proprio le associazioni dei pazienti. E’ dunque il maggior riconoscimento possibile al quale potessimo auspicare considerati i due anni attraversati con mille difficoltà impreviste causate dall’emergenza pandemica dovuta alla diffusione del Covid-19, in contemporanea ad una fase di transizione della riforma sanitaria sarda. Ciò significa che siamo comunque riusciti ad arrivare, dove è stato possibile, nel nostro impegno, a lavorare anche bene, ascoltando la voce dei pazienti e riflettendola in una dimensione di sanità che mette il paziente al centro di essa”.
“Di questo ringrazio tutti i compagni di viaggio con i quali ho lavorato nella mia esperienza in Ats da Commissario – conclude Temussi -, proprio per accompagnare con profitto la fase di transizione dell’azienda. Ed ecco perché questa valorizzazione del nostro lavoro svolto lo sentiamo un premio importante, non per il primo premio nazionale fine a se stesso ma perché rappresenta la volontà dei pazienti e l’ascolto che abbiamo cercato di dar loro. E’ così che per noi la Sanità va disegnata”.
Parole di compiacimento giungono con nota stampa anche dal Governatore Christian Solinas: “Un riconoscimento che ci riempie d’orgoglio perché da un lato è la certificazione di buone pratiche mai venute meno, neanche durante il difficile periodo della pandemia, e dall’altro restituisce il segno di un lavoro svolto partendo dal basso, dal confronto con i pazienti e le loro necessità. Un principio, questo, che deve rimanere la bussola del nostro sistema sanitario, un sistema che deve dare risposte, ma che prima di tutto deve saper ascoltare i cittadini”.
“Un ottimo risultato – ribatte l’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu - che premia un lavoro orientato al paziente. Riteniamo che il confronto con le associazioni sia indispensabile. Questa buona pratica è testimoniata anche dai numerosi tavoli di lavoro su cui ogni giorno l’assessorato è impegnato con le tante associazioni del nostro territorio per una sanità in cui il cittadino deve essere il punto di partenza, ma anche di arrivo”.
Elisabetta Caredda
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