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Gentile Direttore, In verità mi permetto di rilevare che a fronte di una sottolineata “necessità di una sinergia e di non una sterile e dannosa contrapposizione fra le due componenti“ la dottoressa Cittadini sottolinei affermata la realtà “nei fatti” di un percorso comune già esistente. Ritengo che queste parole sottendano la positiva convinzione che il lavorare a favore dei cittadini sia il fine che tutti noi auspichiamo. Anche, perché, la stessa dottoressa rileva diverse differenze sostanziali fra i due realtà Sanitarie. Il mio intervento non aveva il fine di contrapporre pubblico e privato, lo testimoniano i dati di cui ho volutamente fatto menzione, ma soprattutto il desiderio di poter “costruire” un dialogo sulla base di una condivisa “responsabilità sociale” che non è solamente quella degli operatori, di cui siamo consapevoli e assolutamente grati, ma delle organizzazioni che, mi consentirà la Dottoressa Cittadini, non possono essere assimilati, per i contesti legislativi attuali, alle concessioni balneari. Sono consapevole che se sottolineiamo i parametri del “de iure et de facto”, come principio di dialogo, non andiamo a favore di una migliore auspicata sanità ma alziamo barriere e non ponti come da tempo auspicato, per altri contesti, dal Santo Padre. Claudio Testuzza
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Venerdì 20 MAGGIO 2022
Barriere o ponti tra pubblico e privato?
le sono grato della possibilità che il Suo giornale abbia consentito di attivare un dialogo, spero proficuo, fra la realtà pubblica e privata del servizio sanitario nazionale. Sono anche grato anche alla Dottoressa Cittadini di aver voluto attenzionare le mie osservazioni prodotte sull’argomento.
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