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Lunedì 16 MAGGIO 2022
Se la burocrazia diventa ideologia. Il caso DM 70

Resto dell’idea che per rilanciare l’ospedale si dovrebbe andare oltre il Dm 70 perché oggi  come dimostra la crisi del pronto soccorso,  le sue ideologie anti hospitium non sono più accettabili. Quindi il problema vero non sono gli standard sbagliati ma ancora una volta sono le ideologie contro l’ospedale nate in certa burocrazia sanitaria

I lettori di QS probabilmente ricorderanno circa un anno fa all’inizio dell’estate Fassari ed io organizzammo un  forum sull’ospedale. Fu un dibattito molto intenso e ricco che durò quasi 4 settimane e a cui parteciparono circa una trentina di esperti di vario tipo (QS 14 luglio 2021).

Il forum si concluse con un messaggio rivolto alla politica  chiaro e netto: l’ospedale  come irrinunciabile istituzione sanitaria del sistema deve essere ripensato. La pandemia da una parte e decenni di politiche miopi dall’altra hanno dimostrato con evidenze inequivocabili che oggi confermare  il DM 70 come propone il PNRR cioè confermare la concezione di “ospedale minimo” sarebbe un grave errore politico e per i cittadini un sicuro moral hazard.

Il problema del pronto soccorso
Qualche giorno fa su questo giornale C.M.Maffei ex brillante funzionario delle regione Marche una regione che per lui vale come “bench mark” per valutare tutta la sanità, dichiarandosi apologeta del DM 70 e del PNRR, ha scritto un articolo che mi ha portato a riflettere non sul problema del dm 70  ma sul ruolo della  irragionevolezza, dei preconcetti, del  partito preso quello che  in aula ai mie studenti spiego come il problema dell’aprioristica, cioè continuare a credere a priori a  delle cose anche se fallaci.

Le preoccupazioni tecniche di Maffei sono sempre le stesse che ha spiegato partecipando al nostro forum  e cioè  è convinto che senza Dm 70 la sanità andrà in rovina.

Questa volta ad angosciarlo è il timore  che  a causa della crisi del pronto soccorso aumenti il numero complessivo dei posti letto.

Lui resta convinto di tre cose che:

Mi chiedo ma se avessimo applicato fino in fondo il DM 70 come sogna Maffei ma oggi come sarebbe lo stato reale degli ospedali e del pronto soccorso?

Possibile mai che sia così difficile capire che la crisi del  pronto soccorso non è null’altro  che la conseguenza inevitabile di certe politiche sbagliate? Ma è davvero così difficile davanti  a questa terribile realtà ammettere di aver sbagliato? O che il caro Moirano  ha  fatto i conti senza l’oste? E che l’ospedale oggi è davvero solo da riformare?

Possibile mai che a Maffei non venga in mente che  se i dati pubblicati da questo giornale sono giusti   (300 ospedali chiusi 80 mila posti letto in meno 50 mila operatori persi, vedi QS 10 maggio 2022) avere la crisi del pronto soccorso è il minimo che ci poteva accadere. Ma la questione del pronto soccorso come ha spiegato di recente Cognetti a nome del forum dei clinici ospedalieri e universitari (QS 12 maggio 2022) è solo la punta dell’iceberg perché i problemi sono tanti altri.

Possibile mai che Maffei continui a pensare che tutto questo casino che si chiama DM 70 sia colpa dei medici di medicina generale, o delle regioni inadempienti, o del territorio che non funziona  o di coloro che con la scusa di riformare l’spedale vorrebbero solo aumentare il numero dei letti? C’è qualcosa  di perverso e di implausibile  in questo ragionamento.

Alla fine i conti non tornano:  se il pronto soccorso è in crisi allora l’ospedale è in crisi ma se l’ospedale è in crisi allora vuol dire che le politiche che lo hanno messo in crisi andrebbero quantomeno ripensate. Ma se entriamo in questo ordine logico per il DM 70 non c’è scampo. E’ indubbio che oggi come dicono tutte  le società scientifiche  dopo una pandemia la teoria dell’ospedale minimo è irragionevole. Per cui è indubbio che la decisone del PNRR di riconfermare il DM 70 sia una follia.

Ma se riconfermare il DM 70 è una follia allora folle è chi a dispetto di 165000 morti  continua a proporci il Dm 70 come un a priori metafisico.

Burocrazia come ideologia
Ma perché tanta apologia e quindi tanta irragionevolezza? La mia risposta è molto semplice perché quando la politica come il caso del PNRR non c’è, cioè a fronte di una crisi grave come una pandemia non c’è un vero progetto di riforma,  succede un fenomeno molto pericoloso e cioè che la burocrazia diventi una ideologia e che come tale ci proponga le proprie verità assurde cioè ci proponga i suoi  a priori burocratici.

Il Dm 70 epistemicamente è al confronto con la realtà semplicemente una verità assurda dimostrata proprio  dalla crisi dei pronti soccorsi e da molto altro

E’ Weber che ci ha spiegato  che la burocrazia funziona come se fosse una  ideologia. Ricordo ancora un  bel libro di qualche anno fa presentato  dal mio amico  Valentino Parlato “Burocrazia e capitale in Italia. Struttura e ideologia” dove si dimostra  che la burocrazia apparentemente si nasconde dietro i saperi tecnici  ma essa è più ideologica  di quello che si crede (Bertani 1974).

Nel  DM70  c’è più ideologia  di quello che si crede. E l’ideologia in questione  è quella anti hospitium dei Mantoan, dei Moirano, degli Urbani, dei Maffei, cioè è quella dei funzionari e dei tecnocrati  che all’ospedale   non perdonano di essere un ospedale e di fare solo il suo mestiere.

Ebbene quando con una politica debole gli a priori ideologici ante hospitium diventano certezze allora per gli ospedali sono dolori.

La legge  di Lavoisier
Se sono gli a priori ideologici della burocrazia a decidere sugli ospedali  allora per gli ospedali non ci sarà futuro perché in quegli a priori non c’è il futuro ma solo il passato e per di più un passato ante hospitium

Ribadisco ciò che ho spiegato nel forum: il DM 70 altro non è che una vecchia riforma di più di 50 anni fa  la famosa Mariotti  riadattata  in chiave di sostenibilità   nel 2015, dove il vero criterio ordinatore, alla faccia della complessità, resta il posto letto e un generico bacino d’utenza. Cioè   dove H anche se tutto cambia resta sempre uguale ad H ma soprattutto resta solo un costo da abbassare.

Pensare di affrontare  i problemi gravi dell’ospedale senza ripensare i suoi ordinatori cioè senza ripensare H è un’altra follia ma per i funzionari come Maffei ciò è inevitabile. Perché?

Perché in burocrazia vale  la legge di conservazione  di Lavoisier. La burocrazia accetta di cambiare qualcosa ma solo a condizione di non cambiare niente.  Il principio di Lavoisier nulla si crea nulla si distrugge ma tutto si trasforma  per la burocrazia funziona come una legge di conservazione.

Se il cambiamento che serve è contro la burocrazia dei funzionari  la burocrazia vi si opporrà perché per essa  la prima cosa che conta è la sua sopravvivenza, il suo ruolo, la difesa del proprio spazio vitale.

Difendere il Dm 70 è come difendere i funzionari che l’hanno scritto. Quindi  è come difendere una categoria. Quella appunto dei funzionari.

Il PNRR , il nuovo sistema nazionale di prevenzione della salute (SNPS), il Dm 70 per l’appunto, senza un pensiero di riforma altro non sono che il risultato del principio di conservazione di Lavoisier: quello che si cambia deve garantire l’invarianza.

Conclusione
Dopo che con il nostro forum abbiamo sollevato il problema del Dm 70 sono accadute molte cose, è partito un tavolo di confronto con il ministro Speranza, quindi  si è cominciato a discutere, e nello stesso tempo il direttore della programmazione del ministero della salute  ha iniziato delle consultazioni convocando le società scientifiche.

La cosa che mi colpisce  di queste importanti e quanto mai opportune consultazioni è che tutti ovviamente rispetto al loro orticello chiedono più o meno di modificare il Dm 70 modificando soprattutto gli standard che li riguardano, ma nessuno di loro sembra  rendersi conto che questo è l’ennesimo  modo burocratico della burocrazia ministeriale  per riaffermare le ideologie del  DM 70.

Io invece resto dell’idea che per rilanciare l’ospedale si dovrebbe andare oltre il Dm 70 perché oggi  come dimostra la crisi del pronto soccorso,  le sue ideologie anti hospitium non sono più accettabili.

Quindi il problema vero non  sono gli standard sbagliati ma ancora una volta sono le ideologie contro l’ospedale.

Ivan Cavicchi

 

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