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Mercoledì 28 LUGLIO 2010
Ipertensione: via libera del Chmp a un nuovo farmaco

Il Comitato per la valutazione dei Farmaci per Uso Umano (CHMP) dell’EMEA ha espresso parere per un’associane di telmisartan e amlodipina.

Si chiama Twinsta ed è una nuova terapia antipertensiva combinata che associa telmisartan ad amlodipina. Per la molecola, prodotta da Boehringer Ingelheim è arrivato oggi il parere positivo del Comitato per la valutazione dei Farmaci per Uso Umano (Chmp) dell’Ema.
La decisione fa seguito alla valutazione degli studi clinici presentati dall’azienda che avevano dimostrato che in pazienti ipertesi a rischio il nuovo prodotto è in grado di garantire notevoli riduzioni della pressione sistolica media sino a 50 mmHg e di essere efficace nel sostenere la riduzione dei valori pressori nelle 24 ore.
Inoltre, il farmaco permette di raggiungere il controllo pressorio durante l’intero arco delle 24 ore (<130/80 mmHg) all’82,7% dei pazienti.
Il medicinale è dunque indicato per i pazienti adulti che non riescono ad ottenere un adeguato controllo della pressione con amlodipina, e per quei pazienti che sono  già in terapia con telmisartan ed amlodipina in compresse separate, consentendo loro di assumere entrambi i principi attivi allo stesso dosaggio, in un’unica somministrazione.
“Siamo soddisfatti del fatto che, dopo la decisione finale da parte dell’Ema, Twinsta sarà a disposizione degli operatori sanitari, offrendo loro una nuova opzione terapeutica preziosa contro l’ipertensione”, ha commentato Klaus Dugi, corporate senior vice president medicine di Boehringer Ingelheim. “La lunga durata d’azione di entrambi i principi attivi, fanno di Twinsta un’opzione unica e importante per la terapia dell’ipertensione in tutti quei casi in cui la monoterapia non riesce a ottenere il controllo pressorio”.
Il fatto di disporre di due farmaci in una sola compressa, inoltre, consente al paziente di ottenere una maggiore compliance: “Sappiamo che circa la metà dei pazienti non assume almeno una compressa al mese e un terzo almeno due compresse al mese della terapia prescritta”, ha spiegato Thomas Unger, dell’Ospedale Charité di Berlino. “Con un maggior numero di farmaci aumenta il rischio per i pazienti di non riuscire a mantenere l’aderenza al regime terapeutico, così come quello di essere più esposti a ictus o ischemia del miocardio. Pertanto - ha concluso - io riterrei di consigliare ai pazienti l’associazione di telmisartan e amlodipina in un’unica compressa da somministrarsi una volta al giorno. Credo che, migliorando il controllo pressorio dei pazienti senza dover aumentare il numero di farmaci, si possa ridurre il rischio cardiovascolare ed evitare l’ictus”. 

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