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Gentile Direttore, Il primo è l’Health Prevention Hub sottinteso nel PNRR e esplicitamente previsto nella scheda tecnica che ne declinava i contenuti. Nel PNRR al punto relativo alla “Infrastruttura tecnologica del Ministero della Salute e analisi dei dati e modello predittivo per garantire i LEA italiani e la sorveglianza e vigilanza sanitaria” si dice che il “progetto prevede lo sviluppo di strumenti di analisi avanzata per studiare fenomeni complessi e scenari predittivi al fine di migliorare la capacità di programmare i servizi sanitari e rilevare malattie emergenti.” Nella scheda tecnica si precisa che l’Health Prevention Hub è un modello di riferimento valido sia a livello nazionale che regionale per supportare la gestione coordinata delle politiche di prevenzione e promozione di stili di vita sani. Gli altri due hub vengono fuori dal Piano Nazionale per gli Investimenti Complementari al PNRR In particolare nell’investimento Ecosistema innovativo della salute in cui si parla di creare reti clinico-transnazionali di eccellenza (Life Science Hub "LSH", centri di ricerca e sviluppo nell'area Salute) e una struttura, denominata Anti-Pandemic Hub "APH", per rispondere in modo univoco alle future pandemie, come previsto dal Piano Nazionale della Ricerca (PNR) e dalla Strategia Nazionale di Specializzazione Intelligente (SNSI). Il programma è finanziato con 437 milioni. Il Life Science Hub sembra riprendere l’esperienza del SIPHER Consortium inglese, definito appunto come “hub for systems science in public health and health economic research” e forse opera con una qualche continuità con una esperienza già avviata in Italia con la partecipazione di otto Regioni. Più nel dettaglio si afferma nel sito di Italia Domani che l’investimento prevede due macro-azioni, una relativa alla creazione di una rete di centri di trasferimento tecnologico e l'altra relativa al rafforzamento e allo sviluppo qualitativo e quantitativo degli Hub Life Science per area geografica. Inoltre, questo intervento prevede la creazione di un Hub anti-pandemia, inteso come infrastruttura strategica per affrontare le future pandemie attraverso tre macro-aree di intervento: ricerca, sviluppo e produzione pilota di vaccini; sviluppo della ricerca e produzione pilota di anticorpi monoclonali; progetti di ricerca sulla vaccinologia inversa e sulla lotta contro la AMR (immagino - sperando che non sia una cantonata - che si tratti della resistenza agli antimicrobici). Il Ministero della Salute -si dice - sarà responsabile della pianificazione, esecuzione, gestione e monitoraggio dell'intervento nel suo complesso. Per azioni e interventi che richiedono il coinvolgimento di singoli enti regionali, saranno applicati strumenti di governance coordinati e negoziati con il Ministero della Salute, le Amministrazioni regionali e altri enti interessati come attori partecipanti. La domanda è: non sarebbe utile per il sistema rendere esplicite le progettualità dietro questi tre hub senza costringere chi ne voglia capire qualcosa a rintracciare in rete briciole di informazione evitandogli magari il dubbio che siano di fatto finanziamenti a linee di ricerca che hanno già un nome e un cognome? Claudio Maria Maffei
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Venerdì 29 APRILE 2022
Gli investimenti del Pnrr di cui nessuno parla
colpisce come accanto ad investimenti oggetto di un grande dibattito, come quelli relativi a Case della Comunità e Ospedali di Comunità, nel PNRR ce ne siano altri che viaggiano quasi sotto traccia. Tre di questi corrispondono alla creazione di altrettanti hub e come tali dovrebbero avere un significato strategico. E quindi sarebbe bello saperne qualcosa sia sugli hub che sugli spoke (non dandosi hub senza spoke, mi pare).
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