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Martedì 26 APRILE 2022
Covid. Il disagio giovanile diventa una canzone: “Maschere”
Patrocinato dall’ACP (Associazione Culturale Pediatri) e dalla Sima (Società di Medicina dell’Adolescenza), il brano scritto da Franco Pistono è dedicato a coloro a cui, in questi ultimi due anni, “è stato rubato il dono del presente”. Grossi (Sima): “La grande sfida per noi che ci occupiamo di adolescenti è aiutare la generazione del Covid a ristabilire il proprio benessere fisico e psicologico nella normalità ‘condizionata’ dal virus, che si profila quale suo prossimo futuro”.
“Si dice sempre che i ragazzi sono il futuro, ma questo futuro glielo stiamo togliendo. E poi ragazzi non sono il futuro, i ragazzi sono il presente e il presente - come anche i bambini sanno perché l’hanno imparato nel film Kung Fu Panda - si chiama presente perché è un dono. In questi ultimi due anni, ai ragazzi è stato rubato il dono del loro presente, sottoposti a una pressione fortissima, a tratti insostenibile. Spesso sono stati trattati in modo frettoloso e superficiale, erano i ‘veicoli di contagio’, null’altro. E invece, per oltre due anni sono stati costretti a una vita parziale, tronca, silenziando il loro dolore. I disagi sono evidenti, altri emergeranno”. Così Franco Pistono parla di come è nata “Maschere”, la canzone e il video che, attraverso linguaggi universali come la musica, le immagini e i versi, vogliono parlare del disagio degli adolescenti in pandemia.
“A loro abbiamo dedicato le parole, la musica e la forza delle immagini di questo progetto, che nasce dalla sinergia con Edoardo Nicodemo, sound designer e grande, prezioso amico, con Katia Perucca, che avevo ascoltato dal vivo in un tributo agli Skunk Anansie, e con Caterina Nonne che ha curato il video. La copertina del video è il volto di Cecilia Nonne, la sorella, che dona un’intensità pazzesca all’intero quadro”, spiega Pistono.
La canzone ha ricevuto il patrocinio dell’ACP (Associazione Culturale Pediatri) e della Sima (Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza). “La Sima ha adottato il progetto con entusiasmo”, spiega il presidente Armando Grossi in una nota: “La pandemia da Covid-19 ha colpito gli adolescenti, a livello globale, come l’intera fascia dell’età evolutiva, con manifestazioni cliniche spesso silenti o modeste e una mortalità significativamente più bassa rispetto alla popolazione generale. Il maggior impatto della pandemia sui giovani si è avuto tuttavia per le conseguenze dello stravolgimento delle loro attività e abitudini, acuendo fragilità e diseguaglianze sociali, esasperando dinamiche familiari conflittuali o a rischio, impattando sulla inclusività scolastica e sul diritto allo studio, amplificando i fenomeni di sedentarietà, alimentazione scorretta, abuso di tecnologia, riducendo l’assistenza sanitaria con calo di vaccinazioni, diagnosi precoci, controlli per i pazienti cronici. Ma gli effetti più deleteri sono stati quelli sulla salute mentale dei giovani, con comparsa di una serie variegata di sintomi di disagio, accentuazione dei comportamenti a rischio (come violenza, abuso di sostanze, ludopatia, cyberbullismo), slatentizzazione e peggioramento di situazioni preesistenti di tipo psicopatologico. La grande sfida per noi che ci occupiamo di adolescenti è aiutare la generazione del Covid a ristabilire il proprio benessere fisico e psicologico nella normalità ‘condizionata’ dal virus, che si profila quale suo prossimo futuro. Lo stiamo facendo come SIMA attraverso il monitoraggio e la segnalazione delle aree di rischio che coinvolgono l’adolescenza, ma abbiamo pensato di poter raggiungere direttamente i giovani con la forza di questo progetto che parla di loro nel loro stesso linguaggio”.
Aggiunge la dottoressa Gabriella Pozzobon, past president Sima: “Tutte le ricerche concordano che sia in atto una crisi globale della salute mentale in conseguenza della pandemia da Covid-19, la cosiddetta ‘psicopandemia’, soprattutto a carico dei giovanissimi: il benessere psichico dei minori è diminuito causa la pandemia di più del 10% a livello globale, con aumento di sintomi internalizzanti ed esternalizzanti e manifestazioni psico-somatiche, in particolare per gli adolescenti che presentavano già situazioni di vulnerabilità o fragilità. Tuttavia, la pandemia ha anche consentito a molti giovani di configurare nuovi spazi di interazione, sviluppare nuovi interessi e acquisire nuove competenze. Il progetto ‘Maschere’ prende le mosse dal trauma che hanno subito per invitare i giovani alla resilienza, nell’ottica di un percorso di crescita caratterizzato da una maggiore consapevolezza dell’importanza della tutela del proprio benessere psicofisico”.
“Secondo il Rapporto globale Unicef sulla salute mentale 2021 (‘On my mind’) - aggiunge Rossella Gaudino, Presidente eletto Sima -, in Europa sono 9 milioni gli adolescenti con disturbi mentali, di cui quasi un milione in Italia, il 16,6% dei giovani fra i 10 e i 19 anni. La pandemia ha fatto da amplificatore della crisi della salute mentale, accentuando stress e discriminazioni. Questa emergenza psico-emotiva dei giovani richiede un investimento urgente di sforzi e impegno per tutelare e promuovere il loro benessere in tutti i settori, non solo in quello sanitario, per sostenere un approccio alla prevenzione, alla promozione del benessere e alle cure che coinvolga tutta la società, a partire da una sensibilizzazione capillare sul loro disagio”.
“Lo studio dell’Ocse ‘Covid-19 e benessere: la vita nella pandemia’ - osserva Giovanni Farello, segretario nazionale della Sima - documenta che la pandemia non è stata solo un’emergenza sanitaria ma ha toccato ogni aspetto del benessere delle persone, con conseguenze sociali di vasta portata, e invita governi e istituzioni a investire nella ricostruzione del capitale naturale, umano e sociale dopo la crisi. E’ nostro dovere attualmente occuparci delle cicatrici nell’anima dei giovani lasciate dalla pandemia, per l’isolamento sociale, la chiusura delle scuole e la didattica a distanza, il ritiro in casa, lo stop alle attività sportive e ricreative, la paura per la salute propria e dei loro cari, la crisi economica e del lavoro, la confusione su cosa sia giusto o non giusto fare e l’incertezza sul futuro. Cicatrici che persisteranno probabilmente per anni, contro cui mettere in atto opportuni interventi di prevenzione e cura. E’ una sfida senza precedenti cui siamo chiamati a intervenire sfruttando tutte le armi a nostra disposizione”.
“Avvertiamo il bisogno - conclude Carlo Alfaro, consigliere nazionale Sima - in questo delicato momento in cui, cessato lo stato di emergenza, cerchiamo di tornare alla normalità, di far sentire il grido di dolore degli adolescenti, perché quello che hanno passato non può essere cancellato di colpo con un decreto legge che riduce le restrizioni. Dobbiamo intercettare precocemente i loro disagi emergenti e dar loro voce, per poter individuare nuove ed efficaci misure di intervento. E dobbiamo farlo con un linguaggio accessibile anche agli stessi giovani. Per questo abbiamo promosso il progetto Maschere”.
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