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La legge 115 del 1987 ha definito il diabete come malattia di elevato interesse sociale ponendo obiettivi quali la prevenzione, la diagnosi precoce e la cura tempestiva e indicando l’istituzione di una rete assistenziale specialistica distribuita su tutto il territorio nazionale al fine di gestirlo adeguatamente. Le persone con diabete nel nostro Paese sono più di 3 milioni e mezzo, con una crescita del 60% dal 2000 al 2019 (In questo periodo i diabetici sono passati dal 3,8% della popolazione al 5,8%). Le condizioni socio-economiche associate all’aumento dell’aspettativa di vita hanno portato un aumento esponenziale delle complicanze croniche come il piede diabetico. Questo approccio ha dimostrando che il gruppo multidisciplinare per la cura del piede diabetico può ridurre i tassi di amputazione da un 49% ad un 85% in base alla presenza di una o più complicanze. Vito Michele Cassano
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Venerdì 22 APRILE 2022
Il podologo nel Ssn. Una carenza da colmare. Bene Speranza su aggiornamento tariffe
Il potenziamento della sanità territoriale per i pazienti diabetici non può prescindere dall’inserimento delle prestazioni podologiche nei Livelli Essenziali di Assistenza anche a fronte di un aumento dell’incidenza da Long-Covid nel diabetico. Rimaniamo in attesa dell’approvazione delle tariffe alla Conferenza Stato Regioni per garantire un’omogenea assistenza su tutto il territorio Nazionale
Le conseguenze di questa complicanza sono drammatiche e rappresentano una grande componente della spesa sanitaria: il piede diabetico da solo assorbe il 12-15% delle risorse economiche destinate al diabete. ll 15% degli assistiti andrà incontro ad un'ulcera, altri ad amputazione di gamba che nel 70% dei casi è preceduta da un’ulcera, associata ad un alto grado di morbilità e mortalità entro 5 anni dall’esordio della stessa e che è tra le 2-4 volte più elevata tra i soggetti affetti da diabete meliloto di tipo 2 con complicanze al piede. I costi unitari di gestione dell’ulcerazione possono andare da 4.700 € sino a più di 40.000€ se il soggetto va incontro a successiva amputazione. Le evidenze più recenti che considerano i costi ci dicono che al piede diabetico viene destinato l’1% di tutto il badget annuale del Servizio sanitario nazionale inglese.
A questo quadro di per sé importante si aggiunge l’effetto della pandemia che ha impresso un’accelerazione alla crescita del diabete nel nostro Paese, non solo per la possibilità che il Coronavirus distrugga le cellule che producono insulina, ma anche per l’adozione di stili di vita poco sani. In parallelo, sta ricevendo grande attenzione l’ipotesi che le persone con diabete siano maggiormente a rischio di sviluppare il Long Covid , una condizione caratterizzata da sintomi persistenti dopo la guarigione che si manifestano anche con lesioni vascolari tipiche del piede diabetico.
È perciò di cardinale importanza gestire in maniera strutturata e multidisciplicare questa terribile affezione dell’arto inferiore d’organo, attraverso la costituzione di 3 livelli di assistenza indicati dagli standard-care delle società scientifiche nazionali (SID) e internazionali (IWGDF) dove il Podologo è annoverato come professionista imprescindibile(5). La presenza del Podologo è quindi richiesta in tutti e 3 i livelli di gestione del piede diabetico: nel 1° affianca il MMG per un’assistenza territoriale capillare, nel 2° e 3° è integrato nell’équipe multidisciplinare che lavora nelle fasi acute della patologia.
A livello normativo solo la Regione Toscana, con la DR 698/2016, nella strutturazione del PDTA sul piede diabetico e la Regione Lazio nel suo Piano della malattia diabetica (DCA U00581/2015) hanno previsto la figura del Podologo del territorio, considerandolo componente effettivo del team di prevenzione. Di maggior impatto sulla salute pubblica il DGP 1063/2017 della Provincia autonoma di Bolzano che ha deliberato l’offerta di prestazioni podologiche per l’assistito affetto da diabete mellito di tipo I e II con relativo tariffario.
Purtroppo, ad oggi, la reale assistenza podologica è disattesa da un punto di vista operativo in quanto l’assenza di prestazioni podologiche all’interno dei LEA non consente di avere il Podologo in nessuno dei tre livelli assistenziali previsti, se non in alcune Regioni italiane che hanno previsto il suo inserimento.
Considerata l’importanza legale (legge 24/2017) rivestita dalle LG basate su evidenze scientifiche, l’assenza di prestazioni podologiche all’interno del Nomenclatore tariffario nazionale dei LEA e dall’équipe di gestione del piede diabetico su tutto il territorio italiano, determina una gestione della governance sanitaria inefficace, inefficiente ed antieconomica nella produzione di valore in termini di salute pubblica, sicurezza ed adeguatezza delle cure e della persona assistita.
In merito si esprime apprezzamento per la risposta del Ministro Speranza al recente Question Time promosso dal Senatore Laniece dove viene ribadito con forza come sulle prestazioni podologiche bisogna ” lavorare per garantire realmente la loro piena esigibilità” facendo presente che “la documentazione per l'aggiornamento delle tariffe è stata trasmessa alle Regioni, solo all'atto dell'approvazione in Conferenza Stato-Regioni le prestazioni in esame saranno garantite con omogeneità su tutto il territorio nazionale”
Sempre il Ministro afferma che “le problematiche connesse alla prevenzione e al trattamento del piede diabetico sono comprese tra le aree di miglioramento dell'assistenza diabetologica data la necessità di un approccio multifattoriale e multiprofessionale articolato su diversi setting assistenziali e livelli di intensità di cure. Peraltro anche le più autorevoli raccomandazioni, a partire dagli standard italiani per la cura del diabete mellito del 2014, prevedono l'inclusione di podologi nel team multiprofessionale di prevenzione e cura del piede diabetico” e che “ il piano per la malattia diabetica, approvato in Conferenza Stato-Regioni nel 2012 e recepito da tutte le Regioni e Province autonome, fa riferimento, nell'ambito di un modello assistenziale integrato di presa in carico per una patologia complessa, alla necessità di coinvolgere altri specialisti, oltre il diabetologo, nell'equipe multidisciplinare accanto ad altre figure assistenziali”
Importante il riferimento ai valori dì integrazione e cooperazione al centro dell’emanando documento «Modelli e standard per lo sviluppo dell'assistenza territoriale» attuativo del PNRR.
“Ringrazio, a nome dì tutta la categoria professionale dei podologi e dei pazienti diabetici, il Senatore Albert Laniece che ha dimostrato sensibilità nei confronti di una tematica così delicata, rimarcando la necessità dì sanare un vulnus che permetta dì “incrementare la qualità della presa in carico, soprattutto per quanto riguarda la prevenzione dei pazienti diabetici affetti da una patologia così complicata e impattante come il piede diabetico.”
Ad oggi le cure podologiche sono, per quasi la totalità del territorio nazionale, a carico completo dell’utenza. La sola forma privatistica comporta un aumento dei costi sanitari e sociali che ricade sulle fasce di popolazione meno agiate che tendono ad essere sempre più povere e meno inclini alla cura e soprattutto alla prevenzione delle complicanze del piede diabetico. Inoltre, il quadro futuro si prospetta ancor più negativo pensando all’aumento del numero dì diabetici e delle complicanze rientranti nel sindrome da Long-Covid che affliggono anche il piede. Un passo deciso verso l’aggiornamento delle tariffe del Nomenclatore Tariffario dei LEA potrà finalmente permettere una riorganizzazione e umanizzazione delle cure dell’assistito affetto da piede diabetico anche attraverso l’apporto imprescindibile del podologo. Rimaniamo in attesa che si concretizzino i passaggi in Conferenza Stato Regioni che possano permettere, a fronte dei previsti interventi di riorganizzazione della sanità (PNRR), una migliore standardizzazione, equità d’accesso alle prestazioni sanitarie, prossimità e domiciliarità delle cure.
Questo tema sarà al centro dì una tavola rotonda al primo congresso nazionale dei podologi che si terrà a Napoli i prossimi 14 e 15 Ottobre presso la sede museale dì Pietrarsa.
Presidente Commissione di albo nazionale dei Podologi
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