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Mercoledì 13 APRILE 2022
Covid. Sardegna: approvata la rimodulazione dei posti letto ospedalieri per i pazienti positivi
Consentita anche l’attivazione di camere di degenza dove possibile, con l’applicazione di specifici protocolli di sicurezza. Nieddu: “Abbiamo rimesso mano sul Piano d’intervento di emergenza Covid-19 al fine di favorire il riequilibrio dei carichi assistenziali e ridurre gradualmente il notevole onere che grava sugli attuali presidi Covid, garantendo sempre il funzionamento della rete di emergenza-urgenza”. LA DELIBERA
La Giunta aggiorna la rimodulazione della dotazione dei posti letto ospedalieri dedicati alla gestione dei pazienti affetti dal SARS-COV2. Ciò, in armonia alla delibera n. 58/3 del 20.11.2020 e s.m.i. relativa al ‘Piano d'intervento di emergenza Covid-19’ che garantisce la possibilità di modificare la rete assistenziale ospedaliera Covid con l'evolversi dell'emergenza pandemica.
“Nella realizzazione delle azioni disciplinate nel Piano d'intervento – spiega l’assessore Mario Nieddu a Quotidiano Sanità -, tutte le aziende sanitarie del territorio si impegnano ad assicurare adeguati livelli assistenziali garantendo la continuità delle cure attraverso anche la rimodulazione graduale dei posti letto Covid ed il contestuale funzionamento della rete di emergenza-urgenza”.
“In considerazione quindi dell'attuale andamento della curva epidemiologica e dell’incremento dei contagi registrati nell’isola - prosegue l’esponente di Giunta -, ma che grazie all'effetto della campagna vaccinale portata avanti si traduce principalmente in ricoveri ospedalieri di medio-bassa complessità, che interessano per lo più i reparti Covid di area medica, si ha avuta la necessità di porre mano al Piano suddetto”.
“Ciò tenuto conto, inoltre – rileva l’assessore -, di come gli aumenti dei contagi stiano determinando una significativa crescita anche del numero dei pazienti positivi asintomatici che vengono individuati nella fase di accesso alle strutture di ricovero regionali non Covid per la cura di patologie ‘ordinarie’. Chiaramente in questi casi possono venire a sollevarsi delle criticità nella gestione logistico-organizzativa di tali pazienti nei presidi di accesso, che spesso portano a esitare sul loro trasferimento presso i reparti Covid appositamente dedicati per il conseguente, ed ulteriore, sovraccarico degli stessi. Il ricovero degli asintomatici presso i reparti Covid dedicati peraltro appare inappropriato dal momento che tali pazienti non necessitano di assistenza sanitaria per la malattia Covid-19”.
“Al fine dunque di favorire il riequilibrio dei carichi assistenziali e ridurre gradualmente il notevole onere che grava sugli attuali presidi Covid – puntualizza Nieddu -, abbiamo approvato una delibera volta a rimodulare la rete delle strutture di ricovero dedicate all'assistenza dei pazienti affetti da Covid-19 prevedendo l'attivazione progressiva dei posti letto in ragione dell'incremento della curva epidemiologica e quindi del tasso di occupazione degli stessi. E per permettere la gestione dei pazienti positivi asintomatici che accedono alle strutture di ricovero per la cura di altre patologie, ai quali il virus viene diagnosticato al momento dell'accesso o nel corso del ricovero, abbiamo consentito nel limite dei posti letto Covid programmati in delibera, che oltre all'attivazione di reparti dedicati, anche multidisciplinari, possano essere attivate dove è possibile delle camere di degenza, disciplinando il tutto con l’applicazione di protocolli di sicurezza che garantiscano percorsi nettamente separati per evitare la diffusione del virus tra il personale interessato e gli altri pazienti ricoverati”.
“Infine – conclude l’esponente di Giunta -, abbiamo raccomandato e ribadito l’attuazione di tutte le procedure relative all'accettazione dei pazienti Covid nelle strutture dotate di pronto soccorso e stabilito che i pazienti positivi al virus vengano ricoverati prioritariamente in strutture ospedaliere non dedicate alla gestione delle patologie complesse o tempodipendenti, fatta eccezione per quelle gravi patologie che necessitano di cure ad alta intensità e di elevata specialità”.
Elisabetta Caredda
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