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Mercoledì 13 APRILE 2022
Cure domiciliari. Volpe (Card): “Bene potenziarle, ma sempre all’interno di servizi sanitari pubblici”

“Al pubblico e al Distretto va affidata la responsabilità di coordinamento dei servizi. Poi ci può essere spazio per il privato accreditato, ma all’interno di un sistema di governo distrettuale dell’offerta complessiva, che va tarata sui bisogni della comunità locali” ha sostenuto il presidente della Card. Approvato il nuovo documento di indirizzo CARD

“La premessa è fondamentale e coerente con il rispetto del Lea di assistenza distrettuale cui dobbiamo attenerci: al pubblico e al Distretto va affidata la responsabilità di coordinamento dei servizi, con un primo intervento sempre affidato a operatori pubblici. Poi ci può essere spazio per il privato accreditato, ma all’interno di un sistema di governo distrettuale dell’offerta complessiva, che va tarata sui bisogni della Comunità locale.”
 
Così Gennaro Volpe, presidente della CARD alla conclusione del Consiglio nazionale della Confederazione Associazioni Regionali di Distretto.

“In Consiglio Nazionale – spiega Volpe – abbiamo approvato il nuovo documento di indirizzo CARD, di cui sottolineo due aspetti. Il primo è che oggi servono ‘Cure Domiciliari di Comunità’, che possono essere espresse dal fatto che nella produzione esternalizzata viene favorito il tessuto dei produttori della comunità locale, dell’impresa sociale territoriale, dell’associazionismo virtuoso, del volontariato, per rendere tangibile anche in questo il valore della prossimità, modalità ottimale per rendere più lieve il lavoro di cura delle famiglie”.
 
Il secondo aspetto, prosegue Volpe è una forte raccomandazione, unanimemente approvata in Consiglio Nazionale: “Non bisogna enfatizzare il grado di attenzione sulla sostenibilità del sistema pubblico domiciliare, doverosamente ora da rafforzare ed ampliare anche perché è un Lea, senza aver considerato con almeno pari attenzione che il vero timore è l’insostenibilità privata, quella delle famiglie, oggi spesso schiacciate da un carico di sofferenza, impegno e spesa elevatissimo. Qui deve essere posta massima attenzione – sottolinea – affinché questo sistema familiare non ceda, perché se avvenisse porterebbe al collasso dell’intera rete di supporto alla vita assistita a casa di milioni di persone, tra l’altro con inevitabili pesanti ricadute nell’overuse dell’assistenza ospedaliera e residenziale. Non può quindi esistere al di fuori del sistema sanitario pubblico il futuro di un solido servizio di cure domiciliari integrante, oltre che integrato, ed il rispetto di questo diritto”.

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