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Lunedì 14 MARZO 2022
La Fismu scrive a Occhiuto: “Rafforzare la sanità territoriale”
Per il sindacato attualmente la risposta ai bisogni dei cittadini trova "sede privilegiata nell’ospedale, con il risultato di determinare sacche di inappropriatezza e conseguente lievitazione dei costi, limitando le effettive capacità degli ospedali a trattare una casistica appropriata e complessa”. Dalla Fismu anche un richiamo al governatore ad effettuare nomine nelle aziende sanitarie sulla base delle capacità e non della politica. LA LETTERA
“Serve un cambio di rotta” per la sanità calabrese. Ne è convinta la Fismu, che in una lettera aperta al presidente Roberto Occhiuto chiede, in particolare, maggiore attenzione per il territorio e per il principio di merito nelle nomine.
Per quanto riguarda il primo aspetto, per la Fismu è necessaria “la creazione di una assistenza sul territorio nella quale trovino spazio, non solo le attività di prevenzione, di assistenza sanitaria di base e di integrazione socio-sanitaria, ma anche la gran parte delle attività specialistiche di I livello, tale da rappresentare il luogo di risposta allo stato di salute e che rappresenti il filtro verso le attività di II e III livello, proprie degli ospedali. Un tale approccio comporta necessariamente la ridefinizione della rete ospedaliera e la definizione del ruolo centrale del territorio, che fino ad oggi ha visto nei documenti programmatori dei Commissari ad acta un luogo di compromesso non virtuoso tra esigenze generali del sistema, campanilismi o, addirittura, interessi di singoli”.
Per la Fismu, però, “per mettere a terra obiettivi e programmi ci vogliono donne e uomini non solo di buona volontà ma di eccellenti capacità, che non sono solo quelle tecniche”.
“Il mondo della sanità - dice il sindacato a Occhiuto - è fatto di professionisti che non possono non essere coinvolti nei processi di cambiamento e che sanno riconoscere la differenza tra un capo ed un leader. Nell’interesse dei Calabresi nomini nelle aziende sanitarie personaggi capaci e non sulla base delle appartenenze politiche o peggio sulla base delle indicazioni date dai partiti, interrompiamo questa triste tradizione che ha portato la sanità calabrese allo sfascio”.
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