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Mercoledì 23 FEBBRAIO 2022
I medici ospedalieri sostengono mobilitazione dei mmg della Fp Cgil
Il sindacato: “Bisogna uscire dall’ambiguità e chiarire che le proposte contenute nel documento sull’assistenza territoriale in discussione al Ministero della salute non rispondono alle esigenze riformatrici, ma al contrario rappresentano la riproposizione del modello esistente all’interno di case di comunità, che rischiano di rimanere spazi vuoti e disabitati da persone ed idee nuove”.
“I dirigenti medici e sanitari sostengono i colleghi della Medicina generale nella mobilitazione perché la lotta per la salute è la lotta per la salute di tutti, cittadini e professionisti, fuori dalle logiche corporative e divisive che oggi condizionano il mondo sindacale di categoria”. Lo annuncia l’esecutivo nazionale della Fp Cgil medici e mirigenti Ssn.
“L’attuale organizzazione dell’assistenza territoriale - continua - ha mostrato, specie durante la pandemia, tutte le sue lacune nel garantire le tutele sanitarie ai cittadini e quelle professionali anche ai medici di medicina generale, che hanno lavorato a mani nude e in solitudine, emarginati da un sistema che non riconosce, nel contratto, neanche il diritto al risarcimento per le famiglie dei tanti medici morti sul lavoro. La salute delle persone va protetta e promossa sul territorio dai medici di medicina generale che insieme agli altri operatori sanitari, rappresentano il primo punto di riferimento”.
Il Paese, prosegue, “ha bisogno di una vera riforma che stabilisca senza fraintendimenti che la gestione dei servizi sociosanitari nel territorio deve essere pubblica e integrata, ogni distinzione tra ospedale e territorio è antistorica, antieconomica e dannosa per i cittadini proprio perché ne ostacola le relazioni di cura. Quindi riteniamo che non possa andare sprecata l'occasione, unica, di una svolta coraggiosa e innovativa per la medicina del territorio che, a beneficio di tutti i servizi, non può prescindere dalla progressiva incorporazione nel ruolo della dirigenza dei medici di medicina generale e dalla loro formazione nelle scuole di specializzazione universitarie”.
“È inoltre urgente - precisa - uscire dall’ambiguità e chiarire che le proposte contenute nel documento sull’assistenza territoriale in discussione al Ministero della salute non rispondono alle esigenze riformatrici, ma al contrario rappresentano la riproposizione del modello esistente all’interno di case di comunità, che rischiano di rimanere spazi vuoti e disabitati da persone ed idee nuove. Come abbiamo evidenziato con il documento della Fp Cgil ‘Per un New Deal della Salute’ è necessario partire da standard costruiti intorno alla salute della persona per un'organizzazione innovativa dell’assistenza territoriale”.
“Noi siamo e saremo al fianco dei medici di medicina generale per poter testimoniare insieme ai colleghi che ‘La Salute che vogliamo’ non è quella delle corporazioni, non è quella del profitto del privato, non è quella della regionalizzazione, non è quella delle disuguaglianze. Nel progetto ‘La Salute che vogliamo’ proponiamo un Servizio sanitario nazionale pubblico in cui la governance del sistema sia garantita dall’integrazione dei servizi e dall’omogeneizzazione dei rapporti di lavoro per superare l'attuale sistema frammentato in monadi professionali isolate dal contesto”, conclude la Fp Cgil medici e dirigenti Ssn.
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