quotidianosanità.it
stampa | chiudi
Venerdì 18 FEBBRAIO 2022
Ricercatori ancora precari
Gentille Direttore,
negli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) e negli Istituti Zooprofilattici Sperimentali (IZS) pubblici, gli Istituti di ricerca sanitaria/biomedica afferenti al Ministero della Salute, lavorano 1600 professionisti tra Ricercatori e Collaboratori alla Ricerca che, a fine 2019, sono stati inquadrati con contratti a tempo determinato nel percorso noto come "Piramide della Ricerca". Tale percorso, articolato in contratti 5+5 anni che protraggono il precariato storico della Ricerca Sanitaria Pubblica, è privo di un ingresso automatico nel SSN al suo termine ed è applicato a personale con un'anzianità media di servizio di 10 anni.
L'assenza del riconoscimento del pregresso lavorativo e di prospettive ha fatto sì che, nei primi due anni di applicazione della Piramide della Ricerca, l'abbandono abbia già raggiunto in alcuni Istituti il 50% del personale (media nazionale abbandono: 20%), con gravissime ripercussioni sulla continuità delle attività (anche di lotta contro il Covid) e la perdita di un know-how importantissimo per l'innovazione della sanità pubblica.
La stabilizzazione in Sanità prevista dall'art. 92 della Legge di Bilancio 2022 ha escluso tale personale di ricerca IRCCS-IZS e dai primi documenti del Programma Nazionale di Ricerca Sanitaria (PNRS), non vi è traccia di una soluzione al precariato storico della Ricerca Sanitaria Pubblica.
ARSI (Associazione Ricercatori in Sanità - Italia) chiede un immediato intervento affinché nel PNRS vengano inserite le dotazioni organiche della Ricerca e si proceda subito alla stabilizzazione a tempo indeterminato del personale storico della ricerca, ponendo fine all'attuale precariato, che risulta in netto contrasto con la Direttiva Europea 1999/70 sull'utilizzo dei contratti a termine.
Associazione Ricercatori in Sanità - Italia (ARSI)
© RIPRODUZIONE RISERVATA