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Lunedì 26 LUGLIO 2010
Influenza: Federanziani, “sconcertati per assenza campagne informative su vaccini”

Federanziani lancia un “severo monito” a coloro che stanno lavorando per la programmazione della vaccinazione anti-influenzale per l'anno 2010-2011. “Siamo preoccupati - afferma in una nota il presidente Roberto Messina - perché l'esperienza pandemica ha creato una disaffezione generale su tutta la popolazione, classe medica compresa, verso la vaccinazione antinfluenzale pandemica o stagionale che sia”.

“Questa situazione creatasi - secondo Messina - fa sì che già l'esigua percentuale di persone che si sottopongono a vaccinazione preventiva (circa il 20%) si riduca ulteriormente, a fronte di una conclamata malattia che causa non solo 700 ricoveri a settimana, ma anche 3.200 accessi negli ospedali”. Senza dimenticare le “oltre 8.000 vittime” che “non hanno avuto spazio sulle pagine dei giornali”. “La nostra Federazione - incalza Messina - oltre a essere sconcertata per la completa assenza di campagne informative e soprattutto azioni fattive verso l'innalzamento della copertura vaccinale, è anche preoccupata per i gruppi di lavoro che in alcune Regioni stanno pensando di elevare a 70 anni l'età del target dei vaccini gratuiti, con l'unico fine di risparmiare qualche milione di euro (forse 1 milione per Regione), senza rendersi conto che si dovrebbe diminuire l'età del target e soprattutto convincere le persone che rientrano nelle categorie a rischio a vaccinarsi”.“Non abbiamo paura di smentite nel ricordare a questi gruppi di lavoro - spiega Messina - che più scenderà l'età della vaccinazione più diminuirà l'incidenza dell'influenza nella classi di età, e minore sarà il bilancio dei morti per le complicanze derivate dall'influenza”. Infine, per il presidente di Federanziani, “si dovrebbe agire sulle persone che non rientrano nelle categorie definite a rischio, anche solo per il rispetto di coloro con cui interagiscono, senza se e senza ma. Se ciò non accadesse, falliremmo l'obiettivo fissato dall'Oms indicato nel 75% della copertura e, oltre ad avere una impennata di costi per il Ssn, ci esporremmo a un'ecatombe, superando di gran lunga gli attuali 8.000 morti l'anno”. “Le risorse ci sono - conclude Messina - basterebbe razionalizzare e spendere con intelligenza i fondi a disposizione per la prevenzione che sono stanziati nel Fondo sanitario nazionale nella misura del 5%: non si capisce bene dove vadano a finire”.

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