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Martedì 01 FEBBRAIO 2022
Covid. Allarme di Magi (Omceo Roma): “Specialistica sul territorio di fatto bloccata”
Con gli ospedali sotto pressione a causa del Covid, l’attività ambulatoriale è di fatto bloccata. Per i cittadini resta ancora molto difficile ricevere, quindi, assistenza specialistica. Per questo secondo Magi sarebbe importante puntare sul territorio: “In questa fase basterebbe portare il monte orario di tutti gli specialisti ambulatoriali da 20 a 38 ore. Si raddoppierebbe il numero di specialisti su territorio e si dimezzerebbe l'attesa delle persone. Queste sono le soluzioni”.
Il Covid sta ancora mettendo sotto pressione gli ospedali e per i cittadini resta difficile trovare le risposte ai loro problemi di salute no Covid. A confermarlo, avanzando anche alcune proposte per migliorare la situzione, è il presidente dell'Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi.
"Il problema - ha spiegato Magi all’agenzia Dire - in questo momento è legato più che altro a interventi che hanno a che fare con l'attività ospedaliera, quindi operazioni chirurgiche o altro. Purtroppo l'attività ambulatoriale di consulenze specialistiche è bloccata ovunque, sia a livello ospedaliero che a livello ambulatoriale. Negli ospedali i reparti sono pieni e i medici sono impegnati nella gestione dei malati Covid, e quindi è chiaro che non possono fare anche attività ambulatoriale e nemmeno attività di terapia, che può essere chirurgica, oncologica o altro e che si svolge all'interno dei nosocomi, dove ora i letti sono occupati. Nel frattempo c'è una situazione che si sta trascinando da molto tempo, legata al fatto che numerose delle patologie croniche che in questo momento sono abbandonate si potrebbero tranquillamente gestire sul territorio".
Il presidente dell'Ordine capitolino evidenzia come, tuttavia, "in questi anni, purtroppo, per motivi probabilmente di natura economica o altro si è andata sempre più a depauperare la presenza di specialisti nelle Asl a livello territoriale. Per cui le persone che hanno necessità di una visita diabetologica, di controllo per uno scompenso cardiaco, oncologico o altro, devono essere ricoverate quando invece potrebbero essere gestite sul territorio, dove però non trovano soddisfazione perché i medici andati in pensione non sono stati sostituiti".
Magi sottolinea, inoltre, che "gli specialisti che oggi operano all'interno di questi poliambulatori, lavorano con contratti a orario: non sono a tempo pieno, non hanno le 38 ore e in questo periodo lavorano con una media di 20 ore settimanali. È chiaro che avendo già gli specialisti, senza andarli a cercare da altre parti, in questa fase basterebbe portare tutti quanti a 38 ore. Così facendo si raddoppierebbe il numero di specialisti su territorio e già si dimezzerebbe l'attesa delle persone. Queste sono le soluzioni".
Per quanto riguarda l’ospedale, per il presidente Omceo Roma “bisogna potenziare sia il numero di posti letto sia gli organici: medici, tecnici e infermieri. Altrimenti in una capitale come Roma, che ha un'utenza enorme perché ci sono persone che vengono a curarsi anche da altre parti d'Italia, nei momenti di crisi ma anche per eventi di altra natura, come ad esempio il Giubileo o le manifestazioni sportive, si corre il rischio di generare una situazione di posti letto insufficiente per quelle che sono le necessità della cittadinanza. Quindi, almeno per le aree metropolitane, le aree di alta specializzazione come Roma e Milano, è necessario creare quelle posizioni, quei posti letto adeguati a un determinato fabbisogno. Se le persone si ammalano devono avere la possibilità di essere sempre curate”.
“In questi giorni - ha riferito Magi in conclusione - si sta lavorando per un accordo regionale, spero che la fine di questa situazione giunga in tempi brevi. So che le organizzazioni sindacali si stanno incontrando in Regione proprio per portare a termine alcune cose. L'assessore Alessio D'Amato è molto sensibile a questo problema, conosce perfettamente la situazione. È chiaro che in questo momento siamo tutti molto concentrati sul discorso Covid, ma non possiamo non pensare agli altri malati. L'assessore lo sa, stiamo lavorando per questo”.
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