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Giovedì 23 DICEMBRE 2021
Slitta alla Camera la discussione sul suicidio assistito. E i palliativisti stanno a guardare…
Gentile Direttore
il 13 dicembre il ddl sul fine vita è arrivato all'esame della Camera, dopo l'ok al testo delle Commissioni Giustizia e Affari sociali. Il via libera porta la firma di Pd, M5s, Italia Viva, Leu e +Europa mentre il centrodestra è compatto sul no al suicidio assistito: Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia, infatti, mantengono la linea iniziale e votano contro.Le Camere in gennaio dovranno occuparsi dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica.Probabilmente la legge sul fine vita verrà discussa alla camera Febbraio 2022.
La legge sul fine vita che doveva essere discussa il 13 dicembre e che invece stata rimandato per assenza dei parlamentari vede un ulteriore slittamento in avanti nella calendarizzazione a causa di punti governativi più cogenti come l'elezione del capo dello Stato. E se questa fosse l'occasione per rivedere un testo di legge che sostanzialmente non introduce un concetto nuovo ma una possibilità che ha il cittadino italiano di porre fine alla propria vita con un inquadramento giuridico che rende tale decisione legittima e tutela gli attori coinvolti(i medici esecutori). Chi potrebbe considerare desiderabile la propria morte?
Escludendo le forti crisi depressive o altre cause esterne, una patologia non curabile, non rimovibile altamente invalidante e soprattutto che arreca dolore non controllabile fa entrare il soggetto portatore nella fase della disperazione. Una fase in cui si perde la razionalità, si ragiona focalizzando ogni pensiero sulla propria condizione e vedendo come unica via d’uscita la fine della propria vita.
I numeri in Italia:il sito dell’ISTAT riporta una tavola pubblicata nel 2012 e riferibile al 2010 in cui si registrano il numero di suicidi e tentati suicidi legati a patologie fisiche e psichiche.I dati registrano 1412 persone che si sono tolte la vita per sfuggire a una malattia fisica mentre 312 persone hanno eseguito il gesto anticonservativo per cause psichiche. I tentati suicidi per cause patologiche organiche o psichiche invece sono stati 1215, un numero quasi sovrapponibile ai suicidi realizzati.
Il disegno di legge ricorda l’obbligo di proporre un trattamento palliativistico, che non sono un surrogato del suicidio assistito, ma un sistema di cure che con una continua evoluzione organizzativa, scientifica e tecnologica permette di ridurre sintomi, disagio psicologico non solo del paziente ma di tutta la sfera di persone che gli ruotano intorno. Le cure palliative sono la cenerentola di questa fiaba del fine vita in cui svolgono un lavoro faticoso di frontiera con ancora pochi strumenti a disposizione e con un enorme impegno nel costruire un dialogo efficace con chi è consapevole di non poter rimuovere la patologia di cui è affetto. L'obiettivo delle cure palliative non è accelerare il momento del exitus ma è quello di rendere di buona qualità la vita nei giorni o nei mesi che rimangono al paziente privandolo il più possibile di tutte le sofferenze fisiche e psichiche.
Il paziente è protagonista e responsabile della cura e delle scelte su sé stesso. Ecco perché lo slittamento del 13 dicembre non è una sconfitta della filiera che porta alla compilazione e alla pubblicazione di una legge importantissima ma è un'occasione per fermarsi a riflettere e a raccogliere ancora più pareri ed esperienze che provengono dal mondo delle cure palliative e che forniscono spunti per costruire una legge che preveda un fine vita veramente alternativo al suicidio assistito riacquistando la propria dignità con cure sintomatiche in cui sia compresa anche una sedazione terminale in un luogo adatto che non sempre può essere il proprio domicilio.
Se la normativa sul fine vita non prevederà dei dispositivi che obblighino le Aziende Sanitarie ad accertare e codificare un vero e proprio rifiuto di tutte le tipologie assistenziali palliative è probabile che si possa assistere a una picco di richieste di suicidio assistito dovuto al fatto che l'essere umano, non adeguatamente informato sulle possibilità di trattamento del dolore e, qualora ve ne sia la necessità, di abolizione della consapevolezza di essere al termine della propria vita, trovi il decesso autoindotto desiderabile. Nel corso dei lavori, la commissione ha accolto alcune delle richieste del centrodestra, come l’introduzione della possibilità di obiezione di coscienza per i sanitari e la previsione che le sofferenze del paziente siano “fisiche e psichiche” e non “fisiche o psichiche”, come indicato dalla Consulta. Punti irrinunciabili perché anche i medici sono cittadini che hanno diritto ad esercitare le proprie scelte etiche(e religiose) nello svolgimento della professione.Il tutto mentre, fuori dall’Aula, sono stati un milione e 200mila (in soli tre mesi) i cittadini che hanno sottoscritto il referendum per l’eutanasia legale.
Bruno Nicora
Medico palliativista
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