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Martedì 21 DICEMBRE 2021
Covid. Omicron investe il Nord Europa. Ma l’Italia è ancora incerta sulle prossime mosse
In Italia c'è un incremento costante dei casi partito dal 3 novembre a cui sta corrispondendo una crescita, più lenta ma altrettanto costante, dei ricoveri. Già dal 15 dicembre l'Ecdc aveva suggerito alcune misure da prendere in maniera tempestiva: dalle mascherine alla cancellazione di grandi eventi, fino allo smart working e uso esteso dei tamponi. Il governo ha deciso di attendere l'esito della flash survey dell'Iss prima di prendere nuove decisioni che potrebbero riguardare la durata del Green pass e un'Italia in zona arancione delle feste. Forse troppo poco e troppo tardi?
In poco meno di due settimane la variante Omicron ha travolto il nord Europa facendo registrare un numero record di contagi, in un lasso di tempo strettissimo, in nazioni come Regno Unito, Danimarca e Olanda. I governi locali sono corsi ai ripari. Se in Olanda si è già arrivati al lockdown, Regno Unito e Danimarca si sono visti costretti a fare retromarcia sulla decisione presa la scorsa estate di eliminare ogni misura restrittiva ricorrendo a pass sanitari, obbligo di mascherine e smart working. Oltremanica poi, in base ai dati odierni, si potrebbe arrivare ad un ‘circuit breaker’ prima di capodanno per preservare l’Nhs, il servizio sanitario britannico, da una possibile ondata di ricoveri.
In tutto questo l’Italia si è fermata a guardare, forte di una presunta posizione di vantaggio. Vantaggio in parte fittizio, dal momento che la nostra capacità di sequenziamento dei tamponi è estremamente ridotta rispetto ai Paesi sopra citati.
Siamo infatti ancora fermi a quello 0,2% di Omicron rilevato dall’ultima flash survey dell’Istituto supereiore di sanità su un numero esiguo di tamponi notificati il 6 dicembre, e quindi risalenti ad inizio mese.
Considerando i tempi di raddoppio di Omicron visti nel resto d’Europa, non è difficile immaginare una circolazione ben più sostenuta della nuova variante anche in Italia già in questi giorni. Oltre a questo, c'è da notare un incremento costante dei casi partito dal 3 novembre a cui sta corrispondendo una crescita, più lenta ma altrettanto costante, dei ricoveri.
Già oggi i ricoverati sono passati da 3 mila di inizio novembre a circa 8 mila, superando quelli registrati nel Regno Unito prima della diffusione di Omicron. Il punto di partenza della possibile nuova ondata è quindi peggiore rispetto a quello britannico sotto questo profilo. Eppure il governo ha deciso di attendere l’esito della nuova indagine, i cui risultati dovrebbero essere disponibili il prossimo 23 dicembre, per valutare in Cabina di regia possibili contromosse. Un ulteriore ritardo che potrebbe compromettere definitivamente il presunto vantaggio rispetto ad altri paesi investiti prima e con più prepotenza da Omicron.
Quanto alle nuove misure in discussione, appare certa la riduzione del Green pass da nove a sei mesi, mentre è ancora in forse un’Italia in zona arancione per il periodo delle feste. Misura sufficiente? Qualche dubbio c’è, visto che l’Ecdc già dallo scorso 15 dicembre aveva invitato i governi locali ad assumere tempestivamente altre iniziative, quali: l’uso di mascherine, evitare grandi raduni pubblici o privati, ridurre i contatti tra gruppi di individui in contesti sociali o di lavoro, favorire il telelavoro, un utilizzo più esteso dei tamponi ed una forte tracciabilità dei contatti.
L’obiettivo di tali indicazioni è quello di ridurre il più possibile la corsa del virus riducendo i contatti tra persone. A questi interventi nion farmaceutici l'Ecdc richiamava poi la necessità di accelerare la somministrazione delle dosi di richiamo dal momento che il primo ciclo di vaccinazione, specie dopo 5 mesi, non offre più una copertura sufficiente.
Il rischio altrimenti, come spiegato sempre dall’Ecdc, è che la corsa del virus sia ben più veloce rispetto alla nostra capacità di vaccinare le persone con i booster. Con tutte le conseguenze che già purtroppo conosciamo in termini di impatto sulla capacità di presa in carico degli ospedali.
Giovanni Rodriquez
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