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Lunedì 06 DICEMBRE 2021
Tumori della pelle. L’11 dicembre giornata di screening all’Assl di Nuoro
Le consulenze si svolgeranno negli ambulatori di dermatologia dell'Ospedale C. Zonchello, dalle 8.30 alle 13.30. Per prenotare, chiamare il numero 333.613.4164 la mattina, dal lunedì al venerdì, o rivolgersi al CUP degli stessi ambulatori. Atzori: “Saranno effettuati esami clinici mediante l'uso di dermatoscopi e, in casi selezionati, si utilizzeranno strumenti di II livello quali il videodermatoscopio e il microscopio confocale all’avanguardia e di recente acquisizione”
Una giornata di sensibilizzazione sullo screening di prevenzione per i tumori cutanei, ed in particolare per il melanoma, è stata organizzata per sabato 11 dicembre, dalle ore 8.30 alle ore 13.30, dall'U.O. di Dermatologia del presidio ospedaliero unico della ASSL di Nuoro, diretta dalla dott.ssa Maria Giovanna Atzori, su input della direzione dell’ospedale guidata dalla dott.ssa Grazia Cattina. Le consulenze si svolgeranno negli ambulatori del reparto dislocati presso il padiglione B dell'Ospedale Cesare Zonchello, su prenotazione, contattando il num. 3336134164 dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 13.00, oppure rivolgendosi direttamente allo sportello CUP degli stessi ambulatori di Dermatologia.
L’Unità operativa di dermatologia è da sempre in prima linea nella cura e prevenzione di queste patologie grazie anche alla presenza ed uso di tecnologia moderna di ultima generazione. Sentite da Quotidiano Sanità, la direttrice dott.ssa Atzori spiega: “La giornata ha la finalità di promuovere la diagnosi precoce del melanoma che nelle fasi iniziali può avere un alto tasso di guarigione, mentre nelle fasi avanzate risulta ancora difficile da gestire, nonostante i recenti progressi nelle terapie oncologiche che hanno drasticamente prolungato la sopravvivenza dei pazienti. A tal fine saranno effettuate, previa prenotazione, valutazioni di screening per i tumori cutanei sia attraverso un esame clinico che mediante l'utilizzo dei dermatoscopi di ultima generazione in dotazione al Presidio. In casi selezionati si utilizzeranno strumenti di II livello quali il videodermatoscopio e il microscopio confocale di recente acquisizione presso la nostra unità operativa”.
“Pur essendo poco frequente - prosegue Cattina -, circa il 4% dei tumori presenta in Italia ancora un tasso di mortalità piuttosto alto, circa 7000 decessi all'anno. Si è inoltre registrato negli ultimi anni un aumento preoccupante dell'incidenza di questa neoplasia. Nel 2020 sono stati riscontrati in Italia 14800 casi di Melanoma, 8100 maschi, 6700 femmine; il 20 % in più rispetto al 2019. Di contro la sopravvivenza a 5 anni è cresciuta fino all’87% con un aumento del 15% negli ultimi decenni, grazie alla diagnosi precoce e ai progressi della ricerca che hanno migliorato il trattamento delle forme avanzate mediante l'utilizzo di terapie innovative quali la terapia target e l'immunoterapia”.
Atzori approfondisce entrando nello specifico: “Il Melanoma è un tumore maligno derivante dal melanocita, cellula che normalmente produce il pigmento responsabile del colore della nostra pelle. E' generato dalla crescita incontrollata di melanociti anomali e si presenta generalmente come una chiazza pigmentata della cute, simile ad un nevo, ma può apparire anche come un nodulo nerastro o rossastro (melanoma acromico). Può insorgere ad ogni età, è raro nel bambino prepubere, ma rappresenta il terzo tumore più frequente al di sotto dei 50 anni. Insorge nella maggioranza dei casi su cute sana, nel 30% invece origina da un nevo preesistente. Perciò la comparsa recente di un nuovo nevo, che cresce in modo anomalo manifestando spesso caratteristiche diverse dagli altri, dovrebbe allarmare il paziente e spingerlo a recarsi dal proprio Medico di famiglia per valutare l'opportunità di una visita specialistica”.
L'importanza della prevenzione è proprio quella di riconoscere il melanoma nelle fasi iniziali, quando è ancora "in situ" e non ha raggiunto ancora i vasi sanguigni e linfatici, oppure è molto sottile. In questi casi, spiega Atzori, “l'asportazione chirurgica può permettere la guarigione completa del paziente nel primo caso, o garantire un'alta percentuale di sopravvivenza a lungo termine nel secondo. Nei nostri ambulatori la diagnosi di melanomi in fase iniziale è notevolmente aumentata negli ultimi anni, ottenendo una guarigione pressoché certa nel 50% dei casi nel 2021 (melanomi in situ) contro il 7% dei casi del 2010”.
“Esistono poi fattori di rischio per il melanoma che rilevano ancora di più l’importanza del fare prevenzione - evidenzia la dermatologa -. Persone con cute chiara, lentigginosa, con più di 50-60 nevi, in terapia con farmaci immunosoppressori, con ustioni in età infantile, con un trascorso di lunghe esposizioni alla luce solare o artificiale (lampade abbronzanti), che hanno già avuto un precedente melanoma o hanno una familiarità per questo tumore dovrebbero effettuare controlli periodici dallo specialista. Devono inoltre essere istruiti ad adottare idonee misure comportamentali per una corretta fotoprotezione e ad effettuare un periodico autoesame della propria pelle utilizzando la semplice regola ABCDE:
A: Asimmetria: il nevo, se diviso idealmente in 4 quadranti, presenta caratteristiche differenti.
B: Bordi irregolari;
C: Colore non omogeneo, policromo, mutato di recente, tendente al nero.
D: Dimensioni superiori a 6 mm, che incrementano velocemente. Criterio non sempre valido perchè raramente si riscontrano anche melanomi di pochi millimetri di diametro.
E: Evoluzione rapida, recente”.
“Presso i nostri ambulatori – sottolinea Atzori - si effettua in prima istanza uno screening per il melanoma mediante l'ausilio del dermatoscopio, uno strumento manuale dotato sia di una fonte luminosa speciale, polarizzata, che elimina i riflessi, sia di un sistema di lenti di alta qualità che consentono un ingrandimento dell'area ispezionata di circa 15 volte. In Italia l’esame dermatoscopico è diventato negli ultimi anni il "gold standard" di sicurezza per la gestione clinica dei pazienti con lesioni pigmentarie. Si controllano tutti i distretti cutanei facendo spogliare il paziente, anche quando è venuto a controllo per un solo neo, perché si esaminano tutte le lesioni cutanee, "dalla testa ai piedi", compresi gli spazi interdigitali. Solo in casi molto selezionati ci si avvale del videodermatoscopio (VDS), strumento che permette di memorizzare le immagini dermatoscopiche per un confronto a un successivo controllo. Si rivela particolarmente utile nei pazienti con molti nevi atipici per limitare il numero di asportazioni”.
Ancora, l'ultima novità giunta nell’U.O. di dermatogia è il microscopio a riflettanza confocale. La direttrice Atzori lo accenna con orgoglio: “E’ da pochi mesi in dotazione nei nostri ambulatori. E' uno strumento diagnostico che sfrutta i segnali generati da una sorgente luminosa laser a bassa potenza (830 nm, vicino all’infrarosso), innocua per il paziente, permettendo di analizzare con una risoluzione altissima le strutture cutanee fino al derma superficiale. Presenta infatti un potere di risoluzione di pochi micron, così elevato da individuare le strutture della cute compresa la componente cellulare. Sfrutta una tecnologia detta "mosaico" per cui è possibile ottenere sezioni cutanee orizzontali della dimensione massima di circa 8 millimetri quadrati alla profondità desiderata fino ad un massimo di 200 micron. La testa con l'elemento laser viene posizionata sull'area da esaminare mediante un vetrino adesivo monouso; l'esame è indolore, per nulla invasivo, della durata di circa 20-30 minuti ed è ripetibile. Questo strumento, in casi selezionati, per queste caratteristiche peculiari, rappresenta un utile ausilio nella diagnosi precoce del melanoma, simulando per certi aspetti una "biopsia virtuale in vivo"e riducendo la necessità di dover asportare la neoformazione sospetta per eseguire l'esame istologico”.
“Non sostituisce le buone pratiche di prevenzione e le periodiche visite del dermatologo cliniche e mediante l'ausilio del dermoscopio – avverte la dermatologa -, ma nei centri dove è utilizzato da anni come esame di III livello, si è notato un incremento dell'accuratezza diagnostica del melanoma ed una significativa riduzione delle asportazioni non necessarie. Fornisce inoltre un ausilio diagnostico nel riconoscimento dei più frequenti tumori della cute diversi dal melanoma. Ancora in fase di studio, si hanno prospettive promettenti nel suo utilizzo per la diagnosi delle malattie infiammatorie della cute”.
“Queste strumentazioni – conclude la direttrice Atzori - ci consentono pertanto di diagnosticare precocemente anche i tumori della pelle diversi dal melanoma. Nel 2021 nella nostra Unità Operativa di Dermatologia sono stati diagnosticati ed asportati 305 carcinomi cutanei e sono stati sottoposti a diverse provvedimenti terapeutici circa 350 pazienti con carcinoma in situ (cheratosi attiniche). Anche per questi tumori la diagnosi precoce è fondamentale perchè le asportazioni chirurgiche effettuate quando la neoplasia cutanea è ancora piccola, sono più agevoli e meno destruenti”.
Elisabetta Caredda
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