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Giovedì 18 NOVEMBRE 2021
Ritenzione urinaria acuta e rischio aumentato di alcuni tumori

Secondo un ampio e recente studio, i soggetti con ritenzione urinaria acuta potrebbero essere maggiormente esposti al rischio di vedersi successivamente diagnosticare un tumore della prostata o del tratto urinario. L’evidenza arriva dall’esame dei dati relativi a oltre 75 mila adulti danesi.

(Reuters Health) – Secondo un recente studio danese le persone con ritenzione urinaria acuta hanno maggiori probabilità di ricevere diagnosi di tumore della prostata o del tratto urinario nei mesi successivi.

I ricercatori- coordinati Maria Bisgaard Bengtsen del reparto di epidemiologia clinica della Aarhus University in Danimarca – hanno esaminato i dati relativi a 75.983 adulti di età pari o superiore a 50 anni ricoverati in ospedale con ritenzione urinaria acuta tra il 1995 e il 2017; la maggior parte dei pazienti (82,6%) era di sesso maschile.

L’obiettivo primario dello studio era valutare il rischio assoluto di tumori urogenitali, colorettali e neurologici nei pazienti con ritenzione urinaria acuta rispetto alla popolazione generale.

Entro tre mesi dalla diagnosi di ritenzione urinaria acuta, i ricercatori hanno rilevato un eccesso di rischio di tumore di 218 casi per 1.000 persone-anno per il tumore della prostata negli uomini e 24 casi di eccesso per 1.000 persone-anno per i tumori genitali nelle donne. Inoltre, è stato rilevato un eccesso di rischio a tre mesi pari a 56 casi di tumori urinari per 1.000 persone anno, 12 casi di tumori colorettali per 1.000 persone-anno e 2 casi di tumori neurologici per 1.000 persone-anno.

“Abbiamo condotto questo studio perché pensavamo che la ritenzione urinaria acuta potesse essere un segno di tumore prostatico e di altre neoplasie”, osserva Maria Bisgaard Bengtsen, “Se così fosse, il ricovero con una ritenzione urinaria acuta di prima insorgenza potrebbe essere un’occasione per diagnosticare una neoplasia occulta. Tali neoplasie sono citate in letteratura come cause teoriche di ritenzione urinaria acuta, ma il nostro studio è il primo a quantificare il rischio”. Il follow-up mediano nello studio è durato 3,3 anni. 27.410 persone (36,1%) sono state seguite per almeno cinque anni.

I pazienti avevano un’età mediana di 76 anni al momento della prima diagnosi di ritenzione urinaria acuta. Molti di loro avevano ricevuto una precedente diagnosi urogenitale (48%), una precedente diagnosi neurologica (27,3%) o una precedente diagnosi di diabete (13,2%). L’eccesso di rischio di neoplasia a seguito di una prima diagnosi di ritenzione urinaria acuta è stato osservato solo per i tre mesi successivi per alcuni tipi di neoplasie studiate, segnala il team dello studio su The BMJ.

Tuttavia, a 12 mesi dalla diagnosi vi era ancora un eccesso di rischio di tumore prostatico pari a 21 casi per 1.000 persone-anno.
Inoltre, nelle donne, esisteva un eccesso di rischio di neoplasie del tratto urinario da uno a cinque anni dopo una diagnosi di ritenzione urinaria acuta, con 52 casi osservati in questo gruppo rispetto ai 28 casi sulla base dei risultati della popolazione generale.

Fonte: The BMJ

Lisa Rapaport

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

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