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Martedì 16 NOVEMBRE 2021
De Luca a tutto campo al giuramento dei giovani medici a Napoli: “Finché ci sarò io, e ci sarò a lungo, non ci saranno più debiti”. La denuncia di squilibri nella distribuzione dei fondi
“Stiamo progettando una decina di nuovi ospedali a Giugliano, a Solofra, a Salerno al Ruggi, il raddoppio di quello di Nola. Tutte strutture ospedaliere all’avanguardia, in prima linea dal punto di vista del risparmio energetico. E ancora 140 case di comunità per rafforzare la medicina territoriale”. Sullo squilibrio nella distribuzione dei fondi destinati alla sanità: “Noi abbiamo certificato 520 milioni. La Lombardia 1800. Emilia Romagna e Lazio 800 circa, 300 milioni in più di noi”.
Hanno detto ‘Lo giuro’ tirando fuori tutto il fiato che avevano e la loro voglia di tornare immediatamente nelle corsie e nei reparti degli ospedali i circa mille giovani medici di Napoli e provincia che ieri hanno prestato il giuramento di Ippocrate. Un appuntamento che, dopo i mesi più difficili della pandemia da Covid, è tornato in presenza e che è il primo dopo la norma varata dallo Stato che rende le lauree in area medica abilitanti.
“Tanti di questi giovani hanno già conosciuto la prima linea nella lotta al virus andando nelle Usca, nei Pronto soccorso e facendo le vaccinazioni e nessuno di loro si è tirato indietro in questa battaglia - ha detto Bruno Zuccarelli, presidente dell’Ordine dei medici di Napoli e provincia - dando prova di grande professionalità, impegno e affezione alla professione. Non possiamo perdere questi giovani e dunque serve uno sforzo del Governo per fare in modo che possa esserci per tutti loro un percorso utile per un inserimento immediato nel sistema sanitario”.
Un appello al Governo lanciato anche sulla scorta di un dato: negli ultimi dieci anni sono stati 134 i giovani medici che dopo aver studiato ed essersi formati negli Atenei napoletani, sono poi andati a lavorare fuori dalla Campania “e non per scelta ma per necessità”.
E per fermare questa diaspora di giovani camici bianchi, Zuccarelli chiede al Governo di “avviare percorsi per stabilizzare in questo territorio i nostri giovani perché se è vero che saranno importanti i fondi del Pnrr, è ancor più vero che le risorse più importanti sono quelle umane”. Un giuramento in cui non sono mancati attimi di commozione quando il leader dei camici bianchi napoletani ha ricordato i colleghi che hanno perso la vita proprio nella lotta al virus.
La cerimonia ha visto la partecipazione del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, del prefetto, Claudio Palomba, e di monsignore Francesco Beneduce, vescovo ausiliare della Diocesi di Napoli.
Presenti anche i presidenti delle Scuole di Medicina Maria Triassi (Federico II) e Francesco Catapano (Università Vanvitelli), e in Odontoiatria Gilberto Sammartino (Federico II) e Felice Femiano delegato di Letizia Perillo (Università Vanvitelli). Ad aprire la cerimonia sono stati due giovani medici che si sono particolarmente distinti nel percorso di studi. In sala anche oltre un centinaio di studenti dei licei ‘Vico’ di Napoli e ‘Braucci’ di Casalnuovo. A leggere la formula del giuramento di Ippocrate è stato Agostino Buonauro, coordinatore dell’Area Giovani OMCeO. “Il giuramento non e' un semplice codice deontologico – ha ricordato ai giovani - ma incarna l’anima della nostra professione: è un atto di fede professionale che impegna i medici fino alla fine non della professione ma della vita perché si rimane medici sempre. E in questo momento storico – ha aggiunto - serve tutta la forza, l’entusiasmo e l’empatia di voi giovani, molti dei quali hanno già dimostrato il loro valore lavorando nelle prime linee di difesa contro la pandemia”.
Le dichiarazioni di De Luca
Davanti alla platea dei nuovi dottori il presidente De Luca annuncia investimenti nella Sanità . “Stiamo progettando una decina di nuovi ospedali – dice il governatore - a Giugliano, a Solofra, a Salerno al Ruggi, il raddoppio di quello di Nola. Tutte strutture ospedaliere all’avanguardia, in prima linea dal punto di vista del risparmio energetico. E ancora 140 case di comunità per rafforzare la medicina territoriale. Stiamo predisponendo, inoltre, un programma di telemedicina e nell’ambito degli investimenti sulle nuove tecnologie una piattaforma digitale unica all’interno”.
“Finché ci sarò io qui - e ci starò a lungo - non si faranno più debiti perché non ho nessuna intenzione di lasciarne a quelli che verranno dopo di me. Porcherie clientelari con me non se ne fanno più. Non è che perché siamo usciti dal commissariamento – ha ricordato De Luca - ora ci diamo alla pazza gioia. Sia chiaro a tutti che ospedali sotto casa qui non se ne fanno più se non si vuole ripercorrere la strada dei debiti”.
Il governatore della Campania ha quindi denunciato uno squilibrio tra le regioni nella distribuzione dei fondi destinati alla sanità: “La settimana scorsa abbiamo presentato a Roma la certificazione delle spese sostenute nella lotta al Covid. Noi abbiamo certificato 520 milioni. La Lombardia 1800. Emilia Romagna e Lazio 800 circa, 300 milioni in più di noi. Ora, lungi da noi mettere becco nei conti degli altri, ma di fronte a questo squilibrio di spesa mi chiedo se sia lecito sperare in un riequilibrio tra la Campania e le altre regioni quando ci saranno da distribuire 4 miliardi di fondi europei. Sì o no? Su questo fanno finta di non sentirci”.
“Intanto devo ricordare che abbiamo assunto già 7mila unità nel personale del sistema sanitario regionale. Siamo usciti dal commissariamento meno di due anni fa, nel dicembre 2019, abbiamo dovuto fare una rincorsa per integrare il nostro personale dopo i dieci anni di commissariamento. Oggi avremo una grande grandissima opportunità perché dobbiamo realizzare in Campania 140 case di comunità, strutture ambulatoriali ospedaliere nei territori”, è la rassicurazione di De Luca.
“Ovviamente si aprirà una grandissima opportunità anche per i giovani laureati - sottolinea il presidente - dobbiamo lavorare molto per le scuole di specializzazione perché noi abbiamo una carenza, un problema presente in tutta Italia, una carenza di alcune figure di specializzati, in modo particolare anestesisti, non ce ne è più uno, e medici disponibili a lavorare nei pronto soccorsi. Abbiamo fatto dei concorsi, in qualche caso ripetuti tre volte. Non abbiamo avuto nessun anestesista che si è presentato. Questo sta determinando criticità”.
Quanto alle lettere di licenziamento per gli operatori sanitari inviate dall’Asl Napoli 1 De Luca osserva: “Dovete chiedere a Asl Napoli 1. Noi – ha concluso - cerchiamo di muoverci nell'ambito di quello che le leggi dello stato ci consento di fare in questo ambito abbiamo il massimo di apertura. Ma altre cose in questo ambito non ne possiamo fare”.
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