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Lunedì 15 NOVEMBRE 2021
Farmaceutica. In Emilia Romagna è boom di export: +108% in 10 anni

Ma non solo la Regione è al secondo posto in Italia per investimenti in R&S con i suoi 8 stabilimenti produttivi. Questi alcuni numeri emersi nel corso del roadshow di Farmindustria Innovazione e Produzione di Valore.

Otto stabilimenti produttivi, sei siti con attività di Ricerca e Sviluppo. Sono i numeri della presenza dell’industria farmaceutica in Emilia-Romagna.
 
Regione al secondo posto in Italia per investimenti in R&S, dopo la Lombardia, con quasi 400 milioni di euro, circa il 15% del totale degli investimenti effettuati da tutte le imprese presenti in quel territorio.
 
L’Emilia-Romagna ha conosciuto un vero e proprio boom dell’export farmaceutico dal 2010 al 2020: +108% (oltre il doppio della media del comparto manifatturiero pari al 45%), con circa 2 miliardi di euro nel 2020, il 55% del totale di quello hi tech.
 
Ed è inoltre tra le prime cinque regioni farmaceutiche italiane, con una importante presenza produttiva e di ricerca, in particolare a Parma e Bologna, legata a importanti aziende italiane, sempre più internazionalizzate, a grandi imprese a capitale estero, a PMI molto attive nell’attività manifatturiera.
 
A Parma il farmaceutico è anche il 3° settore per export, dopo alimentari e macchine.
 
Gli addetti diretti sono quasi 5.000 e oltre 10 mila con l’indotto, che vanta eccellenze nel vetro, nella chimica, nella meccanica, nel packaging.
 
I dati sono stati presentati oggi nel corso del roadshow di Farmindustria Innovazione e Produzione di Valore. L’industria del farmaco: un patrimonio che l’Italia non può perdere. L’incontro si è svolto presso lo stabilimento di GSK a San Polo di Torrile/Parma insieme a Chiesi. Un percorso partito nove anni fa dalla Toscana, che ha toccato oltre alla stessa Emilia-Romagna, Lombardia, Lazio, Puglia, Abruzzo, Marche, Campania, Sicilia.

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