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Giovedì 01 SETTEMBRE 2016
Lorenzin: "Se la campagna è sbagliata la cambieremo. Ma in questo modo si è accesa l'attenzione sul tema"

Piena disponibilità a cambiare il contenuto della campagna Fertility Day dopo le polemiche divampate sul web nelle ultime 24 ore, ma non si cambia rotta sul tema della fertilità. Così il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in un'intervista a La Stampa ha risposto alla pioggia di critiche sulla campagna ministeriale.
 
A chi, come Saviano, ha parlato di campagna offensiva per chi non può avere figli il ministro della Salute risponde: "Si affronta il tema della salute riproduttiva, si fa prevenzione e si propongono percorsi terapeutici per chi ne ha bisogno. A chi polemizza dicendo che dovremmo occuparci di rendere accessibile la procreazione per le coppie sterili, faccio presente che ho inserito la fecondazione assistita tra i servizi gratuiti, così come gli screening". 
 
Il punto, per Lorenzin, è dunque quello di separare l’aspetto sociologico da quello sanitario: "Noi vogliamo informare le persone, a tutto campo, anche sulle malattie sessualmente trasmissibili: con la campagna e con il lavoro nelle scuole, nelle farmacie, nelle Università, dai medici. In Italia - spiega il ministro - c’è un allarme demografico: se si continua così, si rischia la crescita zero nel 2050. E so che sul tema della natalità influiscono politiche del lavoro, fiscali, sociali. Ma io sono il ministro della Salute e mi occupo dell’aspetto sanitario".
 
L'impressione espressa nell'intervista dal ministro è che il tema della fertilità "sia un tabù". "Ma non torneremo ai tempi di Lupo Alberto in cui non si poteva parlare di preservativi - ha sottolineato -. Il 22 facciamo il Fertility Day e parleremo di sesso sicuro, di malattie, e anche di come fare se non si riesce ad avere figli".

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