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Giovedì 12 MAGGIO 2016
Boeri (Inps): “Ipotizzare specifica legislazione di tutela globale in presenza di una patologia di così grande rilevanza sociale”

L’epidemiologia forense, cioè lo studio della distribuzione delle malattie invalidanti, ha consentito di evidenziare attraverso un’osservazione di 15 anni come le neoplasie costituiscano oltre 1/3 delle cause di invalidità e inabilità (L.222/84: lavoratori del settore privato 18 -65 anni), in crescita continua e con un incremento più evidente negli ultimi 5 anni e nel sesso femminile (mammella). Le stesse interessano prevalentemente la fascia di età 41 – 60 anni (circa l’80% del totale). E’ quanto fa notare Tito Boeri, presidente Inps, in occasione della XI Giornata del Malato Oncologico.

La distribuzione regionale, osserva, evidenzia una prevalenza come causa invalidante nelle regioni del centro-nord con disomogeneità endoregionali evidenti sia in termini di patologia neoplastica invalidante sia in termini di apparati interessati; alcune evidenze territoriali sono oggetto di attenzione. Le neoplasie uro-genitali sono la principale causa di invalidità in entrambi i sessi. Le neoplasie dell’apparato respiratorio sono la principale causa di inabilità nell’uomo, quelle dell’apparato digerente nella donna.

Le strategie in ambito di prevenzione, diagnostica precoce, terapie e riabilitazione, determinanti per lo stato invalidante causato dalle neoplasie, sottolinea, non sempre assicurano oggi un’omogeneità di interventi a livello territoriale in materia di tutela della salute. Le tutele in ambito previdenziale oggi non sembrano corrispondere ai bisogni di una popolazione di pazienti in crescita con un fabbisogno assistenziale che varia dall’intensità nel breve tempo al fabbisogno diluito e prolungato nel tempo, correlato alla sempre maggiore cronicizzazione.

Per Boeri le questioni centrali riguardano la tutela della malattia acuta, la tutela della malattia cronica, la tutela temporanea e permanente, la tutela del malato e non della malattia con personalizzazione dei bisogni, la tutela dei diritti della persona attraverso una strategia volta ad assicurare la dignità della persona e non la monetizzazione della menomazione dell’integrità psicofisica. Una risposta fondamentale, suggerisce infine, è correlare gli interventi in tema di tutela della salute a quelli a tutela della disabilità e di ipotizzare una specifica legislazione di tutela globale in presenza di una patologia di così grande rilevanza sociale.
 

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