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Martedì 08 MARZO 2011
Osservasalute: il meglio e il peggio Regione per Regione

Come ogni anno, il Rapporto Osservasalute disegna l'“Atlante” della salute nelle Regioni italiane individuando la migliore (e la peggiore) performance Regione per Regione. Ecco il risultati del 2010.

Valle d’Aosta: la Regione dove si fuma di meno
Ma è la Regione con la percentuale più alta di bevitori maschi adulti

La Valle d’Aosta è la Regione in cui si fuma meno, infatti la percentuale dei fumatori è pari al 17,4% (anno 2008) della popolazione regionale over-14, il valore minore in Italia; la media nazionale dei fumatori è pari al 22,2%; il 55% della popolazione è costituito da non fumatori, mentre la media nazionale si assesta sul 52,9%. La Valle d’Aosta ha una quota di ex-fumatori del 25,7% (22,9% valore italiano).
In merito al consumo di alcol la Valle d’Aosta registra dati critici: nel 2008 la quota di non consumatori è pari al 23,0% della popolazione, contro un valore medio nazionale del 29,4%. I consumatori sono il 74,5% contro un valore medio nazionale del 68,0%.
La prevalenza di consumatori a rischio di 11-18 anni è pari al 26,2% dei maschi (valore medio italiano 18,0%) e al 17,2% delle femmine (valore medio italiano 11,4%). La prevalenza di consumatori a rischio di 19-64 anni è pari al 33,3% dei maschi, la quota maggiore in Italia, (valore medio italiano 20,8%) e al 4,2% delle femmine (valore medio italiano 4,9%). Inoltre, in Valle d’Aosta, si registrano i più elevati valori di prevalenza di anziani con consumo di alcol a rischio tra gli uomini (60,8%),
La Valle d’Aosta è la Regione in cui le donne italiane fanno più figli, infatti ha il tasso di fecondità (ovvero il numero medio di figli per donna) maggiore per le donne italiane, pari a 1,51 figli per italiana contro un valore medio nazionale di 1,32 figli per italiana; il tasso di fecondità totale (italiane e straniere insieme) è pari a 1,57 figli per donna contro un valore medio nazionale di 1,42 – dati 2008; il tasso di fecondità delle straniere 1,94 figli per donna, contro un valore medio nazionale di 2,31 figli per donna straniera.
In Valle d’Aosta vi è una quota molto elevata di anziane che vivono sole: a fronte, infatti, di una percentuale di uomini valdostani ultra65enni che vivono soli del 13,2%, appena inferiore al valore medio nazionale (14,5%), vi è una quota del 47,9% di donne valdostane con più di 65 anni che vive sola contro un valore medio nazionale di 37,5%. Questo determina una percentuale complessiva di anziani che vivono soli in Valle d’Aosta del 33,4%, il più elevato valore d’Italia, contro una media nazionale di 27,8%.
Migliorabile la silhouette dei cittadini valdostani. La percentuale di individui in sovrappeso è pari al 31,7% contro un valore medio nazionale del 35,5% ma è obeso l’11,5% della popolazione (percentuale più alta di obesi con insieme a Campania e Emilia Romagna), contro il valore medio italiano di 9,9%.
Va meglio invece la linea dei bambini: in Valle d’Aosta solo il 4,2% dei bambini tra 8-9 anni è obeso, contro una media nazionale dell’11,1% (anno 2010). La quota di bambini in sovrappeso, infatti, in questa fascia d’età è il 16,8% contro un valore medio italiano del 22,9%.
La Valle d’Aosta, anche in questa edizione del Rapporto, registra un primato negativo delle interruzioni volontarie di gravidanza: il tasso standardizzato di interruzione volontaria di gravidanza nel 2007 è pari a 12,92 casi per 1.000 donne (con un aumento del 30,1% dall’anno precedente), contro un valore medio nazionale di 9,09 casi per 1.000 donne. Anche il tasso di minorenni (15-17 anni) che ha fatto ricorso all’IVG nel 2007 è il più elevato d’Italia, pari a 11,09 per 1.000, a fronte di un valore medio nazionale pari a 4,5 per 1.000 minorenni.


Piemonte: la Regione con il tasso minore di mortalità femminile per malattie ischemiche del cuore
Da migliorare il controllo della diffusione del morbillo

Il Piemonte è la Regione in cui il cuore delle donne è più in salute: infatti, anche in questa edizione del Rapporto (come nella precedente) la Regione segna un primato positivo per quanto riguarda la mortalità per malattie ischemiche del cuore nelle donne: 6,43 per 10 mila – il valore minore d’Italia - contro un valore medio italiano di 8,56 per 10 mila. Il dato è basso anche tra gli uomini: 13,18 per 10 mila contro un valore medio italiano di 15,04 per 10 mila.
Si noti però che il Piemonte nel 2008 è stata la Regione con il più alto tasso d’incidenza di morbillo sia nella classe 0-14 anni (185,76 casi per 100.000; +1.545,35% rispetto al 2000) che nella classe 15-24 anni (219,93 casi per 100.000; +15.609,69%).
Il Piemonte è la Regione più virtuosa per quanto riguarda il trattamento dell’insufficienza cardiaca a livello territoriale, infatti, il tasso di ricoveri inutili per questa causa (ricoveri in cui al degente non è effettuata alcuna procedura cardiaca) è il più basso d’Italia: per l’anno 2008 è pari a 9,39 ricoveri per 1.000 contro una media nazionale di 14,34 per 1.000. Il tasso di ospedalizzazione senza procedure cardiache per questa condizione che dovrebbe essere trattata a livello ambulatoriale, misura la qualità dei servizi territoriali in termini di prevenzione e di cura presupponendo che, al migliorare di queste, diminuisca il ricorso all’ospedale.
Il Piemonte ha una quota di donatori utilizzati (donatore dal quale almeno un organo solido è stato prelevato e trapiantato) pari a 25,9 per milione di popolazione – PMP - (contro il 19,4 PMP italiano – anno 2009) e una percentuale di opposizioni alla donazione pari al 33,5% (contro un valore medio italiano di 30,3%).
Il Piemonte presenta un’elevata attività di trapianti nell’anno 2009, infatti presenta una quota di trapianti eseguiti su pazienti di 75,9 PMP contro una media nazionale di 52,5. Inoltre, in questa Regione l’unico centro trapianti di fegato esegue ben 133 interventi in un anno, a testimoniare l’efficienza regionale sul fronte trapianti. Basti pensare che il Lazio, con 5 strutture, esegue 22,4 trapianti annui per centro.


Lombardia: la Regione dalle straniere più feconde
Nella Regione si registra però la più elevata mortalità per tumori negli uomini

La Lombardia è la Regione in cui le donne straniere residenti fanno più figli, infatti ha il tasso di fecondità (ovvero il numero medio di figli per donna – dati 2008) maggiore per le straniere residenti in Italia, pari a 2,62 figli per donna contro un valore medio nazionale di 2,31 figli; il tasso di fecondità totale (italiane e straniere insieme) è pari a 1,5 figli per donna contro un valore medio nazionale di 1,42; infine il tasso di fecondità delle italiane è pari a 1,30 figli per donna, contro un valore medio nazionale di 1,32 figli. In Lombardia l’età media al parto è pari a 31,2 anni (età media nazionale 31,1 anni).
Sono elevati i tassi di mortalità per alcune cause (biennio 2006-07): la Lombardia presenta una mortalità per malattie del sistema circolatorio tra i maschi pari a 29,1 10 per mila – la più bassa a pari merito con la Sardegna (vs un valore medio nazionale di 31,3 per 10 mila) e una mortalità per tumori di 34,9 per 10 mila – il valore più elevato d’Italia (vs un valore medio nazionale di 31,1). Ed è una provincia lombarda, Cremona, a registrare il record negativo tra tutte le provincie per la mortalità per tumori, con un valore pari a 43,8 per 10 mila. Tra le femmine la mortalità per malattie del sistema circolatorio è pari a 19,1 per 10 mila – la più bassa dopo la Sardegna (vs un valore medio nazionale di 21,5 per 10 mila) e la mortalità per tumori di 18,5 per 10 mila (vs un valore medio nazionale di 16,6). Anche per le femmine Cremona totalizza il record negativo tra tutte le provincie per la mortalità per tumori, pari a 21,5 per 10 mila.
Passando all’analisi sulla “salute” del Sistema Sanitario Regionale emerge, tra le performance economico-finanziarie che nel 2007 in Lombardia il rapporto spesa/PIL è pari al 4,9%, il valore minore d’Italia, contro un valore medio italiano di 6,59%.
La spesa sanitaria pro capite in Lombardia è pari a 1.763 euro, a fronte di una spesa media nazionale di 1.816 euro nel 2009. La Lombardia ha un avanzo procapite di 3 euro.
Si noti che tra 2002 e 2009 in Lombardia, il numero di ASL in Lombardia è rimasto il medesimo, mentre la popolazione media per ASL è aumentata in maniera significativa (+47.342).


Bolzano: dove le donne fanno più figli
Ma i cittadini hanno molti problemi con l’alcol

Nella PA di Bolzano vivono le donne che fanno più figli, infatti si registra un tasso di fecondità totale (ovvero il numero medio di figli per donna) pari a 1,61, il valore più alto in Italia (1,5 figli per le italiane; 2,6 per le straniere) contro un valore medio nazionale di 1,42 – dati 2008. L’età media al parto è pari a 31,1 anni (uguale alla media nazionale).
La PA di Bolzano fa registrare i seguenti valori: nel 2008 presenta una quota di non consumatori pari al 20,8%, (contro un valore medio nazionale del 29,4%). I consumatori sono il 76% - quota maggiore in Italia (contro un valore medio nazionale del 68%). La prevalenza di consumatori a rischio di 11-18 anni è pari al 33,2% dei maschi (valore medio italiano 18%) e al 33,2% delle femmine (valore medio italiano 11,4%). Si tratta del dato più elevato rispetto alla media nazionale per entrambi i generi. La prevalenza di consumatori a rischio di 19-64 anni è pari al 33% dei maschi (valore medio italiano 20,8%) e all’11,8% delle femmine (valore medio italiano 4,9%). Anche in questo caso si tratta del dato più elevato rispetto alla media nazionale per entrambi i generi.
Nella PA di Bolzano la percentuale di individui (persone di 18 anni e oltre) in sovrappeso è pari al 31,6%; il valore medio nazionale è il 35,5%. È obeso il 6,9% dei cittadini – quota minore in Italia (contro il valore medio italiano di 9,9%). Quanto ai bambini nella PA di Bolzano il 3,6% di quelli tra 8-9 anni è obeso, contro una media nazionale del 11,1% (anno 2010). La quota di bambini in sovrappeso in questa fascia d’età è l’11,4% – quota minore in Italia, contro un valore medio italiano del 22,9%.
Per quanto riguarda la pratica di sport nella PA di Bolzano il 42% della popolazione dai 3 anni in su pratica sport in modo continuativo – quota maggiore in Italia (contro un valore medio italiano di 21,6%); il 23,2% fa qualche attività fisica contro il 27,7% degli italiani, mentre il 14,1% non ne pratica affatto – quota minore in Italia (40,2% media nazionale).
Nella PA di Bolzano il tasso standardizzato di interruzione volontaria di gravidanza è nel 2007 pari a 5,18 casi per 1.000 donne, contro un valore medio nazionale di 9,09 casi per 1.000 donne, registrando un aumento consistente dal 2006 (+10,70%). Il tasso di minorenni (15-17 anni) che hanno fatto ricorso all’IVG nel 2007 è pari a 1,87 per 1.000 – quota minore in Italia, a fronte di un valore medio nazionale pari a 4,5 per 1.000 minorenni.
Per quanto riguarda il consumo territoriale di farmaci a carico del SSN (espresso in termini di “DDD/1.000 abitanti die”, cioè come numero medio di dosi di farmaco consumate giornalmente ogni 1.000 abitanti), nel 2009 la PA di Bolzano presenta un consumo di 678 DDD/1.000 abitanti die – dato minore in Italia, a fronte di un valore medio nazionale di 926.
Sempre nel 2009 la spesa pro capite per consumo di farmaci a carico del SSN nella PA di Bolzano è pari a 148,5 euro nel 2009 – dato minore in Italia (la media nazionale di 215,3 euro).
Il numero di ricette pro capite è pari nel 2009 a 6,1– dato minore in Italia, contro una media nazionale di 9,4.


Trento: i più golosi di frutta e verdura
Nella Provincia Autonoma i tempi di ricovero sono più lunghi

Nella PA di Trento c’è attenzione al mangiar bene, infatti l’8,1% della popolazione consuma in media le 5 porzioni di frutta e verdura al dì, la percentuale maggiore in Italia, contro una media nazionale del 5,7%. Nella PA di Trento nel periodo 2001-2009 si riscontra un trend in forte crescita del consumo di carne di maiale, legumi, aperitivi alcolici; e un trend in crescita dei consumi di pane, pasta, riso, pesce, verdure in foglie cotte e crude, snack e acqua minerale.
Nel 2008 la PA di Trento presenta una degenza media standardizzata per case mix pari a 7,8 giorni – valore peggiore in Italia (media nazionale 6,8). Nel 2008 la PA di Trento presenta una degenza media preoperatoria standardizzata pari a 1,98 giorni, contro una media nazionale di 1,97.
Nella PA di Trento la percentuale di individui (persone di 18 anni e oltre) in sovrappeso è pari al 32,3%; il valore medio nazionale è il 35,5%. È obeso il 9,7% dei cittadini (contro il valore medio italiano di 9,9%).
Quanto ai bambini nella PA di Trento il 3,5% di quelli tra 8-9 anni è obeso – la quota minore in Italia, contro una media nazionale dell’11,1% (anno 2010). La quota di bambini in sovrappeso in questa fascia d’età è il 17,2%, contro un valore medio italiano del 22,9%.
Per quanto riguarda l’infarto acuto nella PA di Trento si registra il maggior tasso di ospedalizzazione per le donne (192,8 per 100.000).
Per la gonorrea, nella classe 15-24 anni, l’incidenza maggiore si è riscontrata nella PA di Trento con un valore pari a 5,88 casi per 100.000.
Il tasso di incidenza di legionellosi, nel 2008, presenta il valore più elevato nella PA di Trento (75,50 casi per milione contro un valore medio nazionale di 19,87 casi per milione di abitanti). Anche l’incidenza della legionellosi nosocomiale nel 2008 presenta il valore più elevato nella PA di Trento (134,59 casi per milione).
Per quanto riguarda la raccolta differenziata, con un valore procapite di rifiuti raccolti in modo differenziato pari a 311 Kg per abitante, la PA di Trento raccoglie in modo differenziato il 59,4% dei rifiuti prodotti – percentuale maggiore in Italia; (valore medio nazionale 30,6%). La PA raggiunge, quindi, con un anno di anticipo, l’obiettivo del 50% fissato per il 2009 per la raccolta differenziata.
La Regione ha una quota di donatori utilizzati (donatore dal quale almeno un organo solido è stato prelevato e trapiantato) pari a 36,4 per milione di popolazione – PMP - (contro il 19,4 PMP italiano – anno 2009); a differenza degli ultimi anni, è stata la Provincia Autonoma di Trento, quindi, ad ottenere il più elevato livello di donatori utilizzati. La percentuale di opposizione alla donazione è pari al 9,5% (contro un valore medio italiano di opposizioni pari al 30,3%).


Veneto: Regione più attiva nello screening preventivo del cancro del colon-retto
Elevata l’incidenza della tubercolosi tra i maschi

Il Veneto è la Regione in cui si registra il maggior numero di programmi di screening attivati per la prevenzione del cancro del colon-retto, se ne contano 18 nel 2008, con un numero di persone invitate a sottoporsi ai test di screening pari a 265.793.
Il Veneto presenta per gli uomini la maggiore incidenza di tubercolosi in Italia (14,81 per 100.000 contro un dato nazionale di 8,74 per 100.000); è alto anche il dato che riguarda le donne (9,60 per 100.000 contro un dato nazionale pari a 5,71 per 100.000).
Per quanto riguarda l’abitudine al fumo, la percentuale dei fumatori è pari al 20,7% (anno 2008) della popolazione regionale di 14 anni ed oltre; la media nazionale dei fumatori è pari al 22,2%. Il 53,3% della popolazione è costituito da non fumatori, mentre la media nazionale si assesta sul 52,9%. Il Veneto ha una quota di ex-fumatori del 24,4% (22,9% valore italiano). Il Veneto è la Regione dove si fumano meno sigarette al dì: si registra, infatti, una media di 10,9 sigarette al giorno, contro un consumo medio nazionale di 13,5 sigarette al dì.
Da sottolineare, il ridotto tasso di copertura vaccinale per l’Epatite B che si è registrato in Veneto (90,6%) nel 2009 rispetto agli anni precedenti: ciò potrebbe essere ascrivibile alla sospensione dell’obbligo vaccinale introdotta in Veneto a partire dall’1 gennaio 2008.
Il Veneto presenta la migliore copertura vaccinale per morbillo tra gli adolescenti: il 97,1% per la prima dose di vaccino.
La Regione ha una quota di donatori utilizzati (donatore dal quale almeno un organo solido è stato prelevato e trapiantato) pari a 21,6 per milione di popolazione – PMP - (contro il 19,4 PMP italiano – anno 2009) e una percentuale di opposizione alla donazione del 27,4% (contro un valore medio italiano di opposizioni pari al 30,3%). L’attività di trapianto (Trapianti Per Milione di Popolazione) nell’anno 2009 risulta alta in Veneto: 81,2 PMP.


Friuli Venezia Giulia: la Regione con i minori tassi di dimissioni ospedaliere
Ma è quella in cui sono più frequenti gli incidenti domestici

Il Friuli Venezia Giulia è la Regione in cui si registra un’ottima gestione dell’assistenza ospedaliera, infatti presenta il tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere complessivo (ovvero in regime ordinario e in day hospital) più basso d’Italia, pari a 148,5 per 1.000 nel 2008; il valore medio nazionale è pari a 187,3 per 1.000. È molto basso anche il tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere in regime ordinario, il Friuli Venezia Giulia ha un valore pari a 111,2 per 1.000 nel 2008 (valore medio italiano 129,1 per 1.000). Anche il tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere in regime di day hospital è il minore in Italia, pari a 37,3 per 1.000, mentre la media nazionale è di 58,2 per 1.000.
Il Friuli Venezia Giulia ha il triste primato della maggior frequenza di incidenti domestici (20,5 per 10.000 nel 2008 vs un valore medio nazionale di 13,5 per 10.000). Per quanto riguarda i tassi di mortalità per alcune cause (biennio 2006-07) il Friuli Venezia Giulia presenta una mortalità per malattie del sistema circolatorio tra i maschi pari a 29,7 per 10 per mila (vs un valore medio nazionale di 31,3 per 10 mila) e una mortalità per tumori di 34,1 per 10 mila (vs un valore medio nazionale di 31,1).
Tra le femmine la mortalità per malattie del sistema circolatorio è pari a 19,6 per 10 mila (vs un valore medio nazionale di 21,5 per 10 mila) e la mortalità per tumori di 19,4 per 10 mila – dato peggiore in Italia (vs un valore medio nazionale di 16,6).
In Friuli Venezia Giulia si riscontrano i seguenti tassi di ospedalizzazione per disturbi psichici: 28,15 maschi per 10.000 nel 2008 (vs 45,81 medio in Italia), 26,23 femmine per 10.000 nel 2008 (vs 43,11 medio in Italia). Per entrambi i sessi quelli del Friuli sono i tassi di ospedalizzazione più bassi registrati in Italia. Il Friuli Venezia Giulia fa registrare un consumo di antidepressivi pari a 27,6 dosi definite giornaliere per 1.000 abitanti nel 2009. A livello nazionale il consumo medio è di 34,66 DDD/1.000 ab/die.
Parti con taglio cesareo: la Regione presenta una proporzione dei parti con taglio cesareo (TC) pari al 23,64% (totale TC sul totale dei parti - anno 2008) – la percentuale minore in Italia, contro la media nazionale di 39,19%. In Friuli Venezia Giulia si registra una riduzione della proporzione di TC primari (-4,58% dal 2007), una riduzione (-0,97%) del ricorso al TC ripetuto, per una riduzione complessiva del 3,54%. Nel biennio 2006-07 il Friuli Venezia Giulia presenta un tasso di mortalità neonatale di 1,5 casi per 1.000 nati vivi (valore medio italiano 2,4); il tasso di mortalità infantile è pari a 1,9 casi per 1.000 nati vivi – valore minore in Italia dopo la Basilicata (media nazionale 3,4 casi per 1.000 nati vivi).
 

Liguria: la Regione con la quota minore di persone in sovrappeso
Resta però quella più vecchia e che cresce meno

La Liguria è una Regione in linea, infatti presenta la quota minore di persone (di 18 anni e oltre) in sovrappeso, il 31,5%, contro una media nazionale del 35,5%. È obeso il 9,8% contro il valore medio italiano di 9,9%.
È “discreta ma migliorabile” la silhouette dei bambini: in Liguria l’8,8% di quelli tra 8-9 anni è obeso, contro una media nazionale dell’11,1% (anno2010). La quota di bambini in sovrappeso in questa fascia d’età è il 20,1% contro un valore medio italiano del 22,9%.
La Liguria, con la sua popolazione molto invecchiata e i suoi comportamenti riproduttivi assai contenuti, non cresce: infatti la Liguria presenta nel biennio 2008-2009 un saldo medio annuo naturale pari a -5,8 persone per 1.000 residenti per anno, il valore minore d’Italia, contro una media nazionale di -0,3 per 1.000. Il saldo totale è pari a +1,9‰; il saldo migratorio è pari a +7,7‰.
In Liguria, regione che ormai da anni detiene il record di regione “più vecchia” d’Italia, il 13,1% dei cittadini ha tra 65 e 74 anni, oltre una ogni quattro, (a fronte di una media nazionale del 10,3%), mentre le persone con 75 anni ed oltre sono il 13,7% della popolazione regionale, oltre una ogni sette, contro il 9,8%, valore medio italiano. In Liguria, dunque, vi è più di un over-65 ogni quattro persone residenti.
In Liguria vi è una quota molto elevata di anziani che vivono soli: la percentuale di persone dai 65 anni ed oltre che vive sola in Liguria è pari al 19,4% dei maschi in quella fascia d’età (valore medio italiano 14,5%), e al 41,6% delle femmine (valore medio italiano 37,5%), per un totale del 32,5% delle persone in questa fascia d’età, contro una media nazionale di 27,8%.
Nel biennio 2007-2009 i cittadini liguri sono quelli che si lamentano meno dell’assistenza medica avuta in ospedale. Solo il 3,3% degli intervistati si è dichiarato poco o per niente soddisfatto dell’assistenza medica ricevuta durante il ricovero, contro un valore medio nazionale di insoddisfazione pari al 7,9% dei cittadini reduci dall’esperienza del ricovero.  
Per quanto concerne l’assistenza infermieristica il 4,4% dei liguri che sono stati ricoverati si sono dichiarati poco o per nulla soddisfatti di essa, contro un valore medio nazionale di 11,7%. Infine, per il vitto dell’ospedale il 21,0% dei liguri si è dichiarato poco o per nulla soddisfatto, contro il valore medio nazionale del 26,5%.



Emilia Romagna: la Regione più multietnica
È la Regione con la maggiore percentuale di obesi

L’Emilia Romagna è la Regione più multietnica, infatti presenta la quota maggiore in Italia di nati da almeno un genitore straniero: nel 2008 la percentuale di nati con padre straniero è del 21,7% a fronte di un valore medio italiano di 13,4% e la percentuale di nati con madre straniera è di 25% (uno su quattro), a fronte di un valore medio italiano del 15,9%. Inoltre in Emilia Romagna si registra la più alta quota di cittadini stranieri residenti sul totale dei residenti in Regione (9,7% contro un valore medio nazionale di 6,5%).
In Emilia Romagna la percentuale di individui (persone di 18 anni e oltre) in sovrappeso è pari al 35%; il valore medio nazionale è il 35,5%. È obeso l'11,5% dei cittadini – quota maggiore in Italia, pari merito con la Campania (contro il valore medio italiano di 9,9%).
Quanto ai bambini in Emilia Romagna l'8,6% di quelli tra 8-9 anni è obeso, contro una media nazionale dell’11,1% (anno 2010). La quota di bambini in sovrappeso in questa fascia d’età è il 20,1%, contro un valore medio italiano del 22,9%.
La popolazione dell’Emilia Romagna è in crescita: presenta un saldo medio annuo totale nel biennio 2008-2009 pari a 11,9 persone per 1.000 residenti per anno, contro una media nazionale di 6. Il saldo naturale è pari a -1,2 per 1.000; il saldo migratorio è pari a 13,1 per 1.000 (valore maggiore in Italia).
In Emilia Romagna la mortalità complessiva (per tutte le cause) oltre il primo anno di vita è pari a 86,9 per 10 mila abitanti tra i maschi (biennio 2006-2007), contro una media nazionale di 89,8, mentre è pari a 53,2 per 10 mila tra le donne (contro una media nazionale di 54,5). Alcune province dell’Emilia Romagna risultano le più longeve d’Italia per gli uomini che mostrano picchi intorno agli 80 anni (80,2 per gli uomini) di Ravenna. Anche le donne più longeve vivono in alcune province dell’Emilia Romagna, con il massimo di 85,3 anni per la provincia di Forlì-Cesena.
In base ai dati ricavati dalle notifiche obbligatorie effettuate nell’anno 2007, l’incidenza di tubercolosi è la più elevata d’Italia per le donne dell’Emilia Romagna (9,65 per 100.000), contro una media nazionale di 5,71.
La Regione ha una quota di donatori utilizzati (donatore dal quale almeno un organo solido è stato prelevato e trapiantato) pari a 25,2 per milione di popolazione – PMP - (contro il 19,4 PMP italiano – anno 2009) e una percentuale di opposizioni alla donazione pari al 25% (contro un valore medio italiano di 30,3%).
Nel 2009, così come nell’anno 2008, l’Emilia Romagna è l’unica regione che trapianta più pazienti residenti extra regione (52,1% - la percentuale maggiore d’Italia) che non pazienti regionali (47,9%). L’Emilia Romagna è anche la Regione in cui si registra la sopravvivenza maggiore per organo e paziente a un anno dal trapianto: 92% e 92,3%, rispettivamente (contro media nazionale di 83,9% e 83,4%, rispettivamente).



Toscana: la Regione con meno anziani che vivono soli
Ma è quella che produce più spazzatura

La Toscana è la Regione che presenta la quota minore di anziani che vivono soli: la percentuale di persone dai 65 anni in su che vive sola in Toscana è pari al 23,6% (valore minore d’Italia), contro una media nazionale del 27,8%; la percentuale dei maschi in quella fascia d’età è del 13,6% (valore medio italiano 14,5%), quella delle femmine è del 30,8% (valore medio italiano 37,5%).
Dando uno sguardo alla salute dell’ambiente in Toscana si evidenzia una gestione dei rifiuti per molti versi da migliorare: nel 2008 la Regione presenta una produzione pro capite di rifiuti solidi urbani pari a 686 Kg per abitante – dato peggiore a livello nazionale; il valore medio nazionale per la produzione pro capite è di 541 Kg per abitante. La Toscana smaltisce in discarica una grande quantità di rifiuti: quasi 1,3 milioni di tonnellate l’anno, pari al 50,73% del totale dei rifiuti prodotti (contro una media nazionale del 49,22%) e in inceneritore il 7,61% (contro una media nazionale del 12,74%).
La Toscana fa registrare un consumo di antidepressivi pari a 54,07 dosi definite giornaliere per 1.000 abitanti nel 2009 – dato peggiore in Italia come osservato anche nella precedente edizione del Rapporto Osservasalute. A livello nazionale il consumo medio è di 34,66 DDD/1000 ab/die.
In Toscana il dato sull’utilizzo di farmaci a brevetto scaduto sul totale delle DDD prescritte è pari al 50,4% del totale dei consumi, contro una media nazionale del 46,2%. La Toscana ha una percentuale di spesa per questi farmaci pari al 32,4%, contro il valore medio nazionale di 27,8%. Entrambi i dati confermano il primato positivo della Toscana sul fronte dell’uso dei farmaci “non griffati”.
Si noti inoltre che nel periodo 2002-2009 la Toscana è la Regione che ha presentato i maggiori incrementi sia nell’uso (41,4 punti percentuali) che nella spesa (26,7 punti percentuali) di farmaci a brevetto scaduto.
Sempre sul fronte farmaci si rileva che nel 2009 la Toscana presenta un valore elevato, seconda solo alla Valle d’Aosta, di spesa privata pro capite, pari al 39,9% del totale della spesa.
In Toscana il tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere complessivo (ovvero in regime ordinario e in day hospital) è pari a 151,3 per 1.000 nel 2008; il valore medio nazionale è pari a 187,3 per 1000. Per il tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere in regime ordinario la Toscana ha un valore pari a 100,3 per 1.000 nel 2008 – dato migliore in Italia (valore medio italiano 129,1 per 1.000).
La Regione ha una quota di donatori utilizzati (donatore dal quale almeno un organo solido è stato prelevato e trapiantato) pari a 35 per milione di popolazione – PMP - (contro il 19,4 PMP italiano – anno 2009) e una percentuale di opposizioni alla donazione pari al 28,4% (contro un valore medio italiano di 30,3%).
La Toscana, considerata da anni la Regione con la migliore organizzazione per l’individuazione del potenziale donatore, rimane quella con il miglior tasso di donatori segnalati evidenziando come un corretto governo dell’intero processo consenta il raggiungimento di livelli di eccellenza. Ciò nondimeno la Toscana, non è riuscita ad ottenere lo stesso risultato per quanto riguarda i donatori utilizzati.



Umbria: la Regione con la migliore copertura vaccinale antinfluenzale per gli over-65enni
Produce ancora troppi rifiuti ed è indietro sulla differenziata

L’Umbria si conferma anche quest’anno la Regione che presenta la migliore copertura vaccinale antinfluenzale per gli over-65enni: infatti nella stagione 2009-2010 in Umbria si è vaccinato il 77,5% delle persone in questa fascia d’età contro una quota media in Italia del 65,6%. Gli over-65enni rappresentano la fascia d’età più a rischio per le complicanze influenzali, infatti relativamente a questa fascia d’età l'obiettivo minimo da raggiungere è un tasso di copertura del 75%. L’Umbria, dunque, è l’unica Regione in Italia ad aver raggiunto l'obiettivo minimo del tasso di copertura vaccinale nella popolazione anziana. Inoltre, con il 95,2% di copertura, l’Umbria (unica regione insieme alla Sardegna) ha raggiunto una copertura vaccinale superiore al 95%, obiettivo minimo per l’eliminazione del Morbillo e della Rosolia congenita.
Dando uno sguardo alla salute dell’ambiente in Umbria si evidenzia una gestione dei rifiuti da migliorare: nel 2008 la Regione presenta una produzione pro capite di rifiuti solidi urbani pari a 613 Kg per abitante; il valore medio nazionale per la produzione pro capite è di 541 Kg per abitante. L’Umbria smaltisce in discarica il 60,33% del totale dei rifiuti prodotti (contro una media nazionale del 49,22%). Per quanto riguarda la raccolta differenziata, con un valore procapite di rifiuti raccolti in modo differenziato pari a 177,4 Kg per abitante, l’Umbria raccoglie in modo differenziato il 28,9% dei rifiuti prodotti; (valore medio nazionale 30,6%).
La popolazione dell’Umbria è in crescita: presenta un saldo medio annuo totale nel biennio 2008-2009 pari a 9,4 persone per 1.000 residenti per anno, contro una media nazionale di 6. Il saldo naturale è pari a -1,9 per 1.000; il saldo migratorio è pari a 11,3 per 1.000.
L’Umbria ha un tasso di fecondità totale (ovvero il numero medio di figli per donna) pari a 1,41 figli per donna (1,27 per le donne italiane; 2,1 figli per le straniere) contro un valore medio italiano di 1,42 – dati 2008. L’età media al parto è pari a 31 anni (età media nazionale 31,1 anni).
È alta la quota di nati da almeno un genitore straniero: nel 2008 la percentuale di nati con padre straniero è del 18,4% a fronte di un valore medio italiano di 13,4% e la percentuale di nati con madre straniera è di 22,6% (oltre uno su cinque), a fronte di un valore medio italiano del 15,9%.
I cittadini umbri sono piuttosto soddisfatti dell’assistenza ospedaliera, come dimostra un’indagine che per la prima volta è stata effettuata in questa edizione del Rapporto: nel biennio 2007-2009, per quanto riguarda l’assistenza medica ricevuta durante il ricovero, solo il 4,8% degli intervistati si è dichiarato poco o per niente soddisfatto, contro un valore medio nazionale di insoddisfazione pari al 7,9% dei cittadini reduci dall’esperienza del ricovero.
Per quanto concerne l’assistenza infermieristica il 10,6% degli abitanti dell’Umbria che sono stati ricoverati si sono dichiarati poco o per nulla soddisfatti di essa, contro un valore medio nazionale di 11,7%. Infine per il vitto dell’ospedale il 21,7% degli abitanti dell’Umbria reduci da un ricovero si è dichiarato poco o per nulla soddisfatto, contro il valore medio nazionale del 26,5%.



Marche: la Regione con la maggiore speranza di vita
È la Regione dove si registra il più elevato tasso di ospedalizzazione per malattie ischemiche del cuore tra gli uomini

Le Marche si confermano la Regione dove si vive di più: infatti nelle Marche la mortalità complessiva (per tutte le cause) oltre il primo anno di vita è pari a 82 per 10 mila abitanti tra i maschi – il valore minore in Italia (biennio 2006-2007), contro una media nazionale di 89,8, mentre è pari a 48,2 per 10 mila tra le donne – il valore minore in Italia (contro una media nazionale di 54,5). Anche in questa edizione del rapporto la popolazione marchigiana si conferma la più longeva d’Italia; per le donne, per esempio, tutte le province delle Marche risultano più longeve (speranze di vita maggiori).
La popolazione delle Marche è in crescita: presenta un saldo medio annuo totale nel biennio 2008-2009 pari a 8,2 persone per 1.000 residenti per anno, contro una media nazionale di 6. Il saldo naturale è pari a -0,8 per 1.000; il saldo migratorio è pari a 9 per 1.000.
Le Marche hanno un tasso di fecondità totale (ovvero il numero medio di figli per donna) pari a 1,41 figli per donna (1,25 per le donne italiane; 2,36 figli per le straniere) contro un valore medio italiano di 1,42 – dati 2008. L’età media al parto è pari a 31,2 anni (età media nazionale 31,1 anni).
È alta la quota di nati da almeno un genitore straniero: nel 2008 la percentuale di nati con padre straniero è del 18,3% a fronte di un valore medio italiano di 13,4% e la percentuale di nati con madre straniera è di 21,9% a fronte di un valore medio italiano del 15,9%.
La mortalità per malattie ischemiche del cuore: nel 2007 le Marche presentano un valore pari a 15,14 per 10 mila per i maschi contro un valore medio nazionale di 15,04 per 10.000.
Il tasso di mortalità femminile per dette malattie è invece pari a 8,69 per 10.000 contro un valore medio nazionale di 8,56.
Nelle Marche si riscontra il più elevato tasso di ospedalizzazione per malattie ischemiche del cuore per gli uomini (448,1 per 100.000) contro un valore medio nazionale di 377,8.


Lazio: la Regione che ha ridotto di più la spesa sanitaria
Ma resta la Regione con il maggiore disavanzo sanitario pubblico pro capite e cumulato

Il Lazio è l’unica Regione che ha ridotto la spesa sanitaria pubblica pro capite: nel 2009 la spesa sanitaria pro capite è pari a 1.974 euro, a fronte di una spesa media nazionale di 1.816 euro ma rispetto all’anno precedente è diminuita dello 0,35%. Essendo il Lazio sottoposto a piano di rientro, questo dato dimostra come si stia razionalizzando la spesa per cercare di far fronte al debito. Nel Lazio si registra però un disavanzo pro capite di 244 euro nel 2009 – il maggiore in Italia. Il Lazio si conferma quindi la Regione più deficitaria e presenta inoltre il maggior disavanzo pro capite cumulato nel periodo 2001-2009, pari a 2.285 euro.
La popolazione del Lazio è in forte crescita: presenta un saldo medio annuo totale nel biennio 2008-2009 pari a 10,8 persone per 1.000 residenti per anno, contro una media nazionale di 6. Il saldo naturale è pari a 0,6 per 1.000; il saldo migratorio è pari a 10,2 per 1.000.
Per quanto riguarda l’abitudine al fumo, la percentuale dei fumatori è pari al 23,3% (anno 2008) della popolazione regionale di 14 anni e oltre; la media nazionale dei fumatori è pari al 22,2%. Il 48,5% della popolazione è costituito da non fumatori – percentuale minore d’Italia, mentre la media nazionale si assesta sul 52,9%. Il Lazio ha una quota di ex-fumatori del 24,1% (22,9% valore italiano).
Guardando al consumo di farmaci nel 2009 la spesa pro capite per consumo di farmaci a carico del SSN nel Lazio è pari a 248,2 euro nel 2009 (la media nazionale di 215,3 euro). Il Lazio registra la diminuzione maggiore di spesa pro capite (pari merito con la Sicilia), pari a -1,1% dal 2008.
Il numero di ricette pro capite è pari nel 2009 a 10,5 contro una media nazionale di 9,4. Il Lazio è la Regione in cui il costo medio della ricetta (20,1 euro nel 2009 contro un costo medio nazionale di 19,6 euro) ha subito la riduzione maggiore in Italia dal 2008 (-8,6% contro una riduzione media nazionale del 4,9%).


Abruzzo: la Regione che ha ridotto maggiormente i ricoveri
Ma è la Regione con la peggiore distribuzione della spesa sanitaria destinata all’assistenza distrettuale e ospedaliera

L’Abruzzo è la Regione che ha ridotto di più il tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere complessivo (ovvero in regime ordinario e in day hospital): infatti il tasso è passato da 263,1 per 1.000 nel 2005 a 199,9 per 1.000 nel 2008; ciò nonostante il dato è ancora superiore al valore medio nazionale, nel 2008 pari a 187,3 per 1000. Anche per il tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere in regime ordinario l’Abruzzo mostra la riduzione maggiore: ha un valore pari a 141 per 1.000 nel 2008 (valore medio italiano 129,1 per 1.000) mentre nel 2005 era pari a 192,3 per 1.000. Il tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere in regime di day hospital è pari a 58,8 per 1.000, mentre la media nazionale è di 58,2 per 1.000.
La Regione presenta una pessima organizzazione della spesa sanitaria, infatti è la Regione che dedica la percentuale minore di spesa (42,3%) per l’assistenza distrettuale, vale a dire le attività ed i servizi sanitari e socio-sanitari diffusi capillarmente sul territorio, dalla medicina di base all’assistenza farmaceutica, dalla specialistica e diagnostica ambulatoriale alla fornitura di protesi ai disabili, dai servizi domiciliari agli anziani ed ai malati gravi ai servizi territoriali consultoriali (consultori familiari, Servizi per le Tossicodipendenze, servizi per la salute mentale, servizi di riabilitazione per i disabili etc.), alle strutture semiresidenziali e residenziali (residenze per gli anziani ed i disabili, centri diurni, case famiglia e comunità terapeutiche). Il valore medio italiano per questo indicatore è 48,4%.
Invece il livello di assistenza ospedaliera denuncia la quota più alta in Abruzzo (53,9%). Il valore medio italiano è 47,5%.
In Abruzzo il 12,5% di quelli tra 8-9 anni è obeso, contro una media nazionale dell’11,1% (anno 2010). La quota di bambini in sovrappeso in questa fascia d’età è il 28,3% - percentuale maggiore d’Italia, contro un valore medio italiano del 22,9%.
In Abruzzo nel 2007 si registra un tasso standardizzato di interruzione volontaria di gravidanza pari a 8,13 casi per 1.000 donne, contro un valore medio nazionale di 9,09 casi per 1.000 donne; si noti che in Abruzzo il tasso è diminuito del 7% dal 2006. Il tasso di minorenni (15-17 anni) che hanno fatto ricorso all’IVG nel 2007 è pari a 3,65 per 1.000, a fronte di un valore medio nazionale pari a 4,5 per 1.000 minorenni.

 
Molise: la Regione in cui si sono maggiormente ridotti gli aborti volontari
È quella che smaltisce la maggiore percentuale dei rifiuti prodotti in discarica

Il Molise è la Regione in cui si registra la maggiore riduzione di interruzioni volontarie di gravidanza - IVG (-8,3%) dal 2006 al 2007. Nel 2007 si registra un tasso standardizzato di IVG pari a 8,06 casi per 1.000 donne, contro un valore medio nazionale di 9,09 casi per 1.000. Il tasso di minorenni (15-17 anni) che hanno fatto ricorso all’IVG nel 2007 è pari a 3,83 per 1.000, a fronte di un valore medio nazionale pari a 4,5 per 1.000 minorenni.
Dando uno sguardo alla salute dell’ambiente nel Molise si evidenzia una gestione dei rifiuti niente affatto buona: nel 2008 la Regione presenta una produzione pro capite di rifiuti solidi urbani pari a 420 Kg per abitante; il valore medio nazionale per la produzione pro capite è di 541 Kg per abitante. Il Molise è la Regione che detiene il primato negativo per quanto riguarda la percentuale di rifiuti solidi urbani smaltiti in discarica rispetto al totale di quelli prodotti: il 90,3% del totale dei rifiuti prodotti contro una media nazionale del 49,22%) mentre il 53,48% dei rifiuti è smaltito in inceneritore (contro una media nazionale del 12,74%).
Da rimarcare che il Molise (pur con un modesto quantitativo assoluto) ha il più elevato tasso di incenerimento sui rifiuti solidi urbani prodotti; va precisato, peraltro, come questo dato sia, di fatto, anomalo e non valutabile essendo ampiamente influenzato dalle notevoli quantità di CDR incenerito in Molise, ma prodotto in altre regioni non avendo, infatti, questa regione, impianti in grado di produrre tale combustibile.
Il Molise nel 2008 presenta una quota di non consumatori di alcolici pari al 33,2% - i non consumatori sono aumentati in un anno di 4,5 punti percentuali dal 2007, l’aumento maggiore in Italia, (contro un valore medio nazionale del 29,4%). I consumatori sono il 65,2% (contro un valore medio nazionale del 68%).
La prevalenza di consumatori a rischio di 11-18 anni (ovvero quei giovani che praticano almeno uno dei comportamenti a rischio relativamente al consumo di alcol, come l’eccedenza quotidiana o il binge drinking, o il bere alcolici in sé se ci limitiamo agli under-16 che non dovrebbero proprio bere) è pari al 17,5% dei maschi (valore medio italiano 18%) e al 13,9% delle femmine (valore medio italiano 11,4%). La prevalenza di consumatori a rischio di 19-64 anni è pari al 32,6% dei maschi (valore medio italiano 20,8%) e al 5,1% delle femmine (valore medio italiano 4,9%).



Campania: la Regione dove le giovanissime consumano meno alcol
Ma presenta il maggior tasso di mortalità oltre il primo anno di vita

La Campania è la Regione in cui le donne giovani bevono meno alcol: infatti la prevalenza di consumatori a rischio di 11-18 anni è bassa tra i maschi, pari al 12,6% – seconda solo alla Sicilia per questo dato (valore medio italiano 18,0%); ed è la minore in assoluto per le femmine, pari al 6,3% (valore medio italiano 11,4%), la percentuale minore d’Italia. Si considerano a rischio quei giovani che praticano comportamenti quali l’eccedenza quotidiana o il binge drinking, o il per il solo fatto di bere alcolici relativamente agli under-16 che non dovrebbero proprio consumarne.
E non è tutto: nel 2008 presenta la più bassa percentuale di consumatori di alcol dopo la Sicilia, pari al 59,5% contro un valore medio nazionale del 68,0%; inoltre la Campania è seconda solo alla Sicilia per la quota di non consumatori di alcol pari al 36,9% (+2,9 punti percentuali dal 2007), contro un valore medio nazionale del 29,4%. Si noti anche che la Campania è la Regione in cui si registra dal 2007 un incremento statisticamente significativo di coloro che non hanno mai consumato bevande alcoliche (+3,1 punti percentuali). Bassa anche la prevalenza di consumatori a rischio di 19-64 anni: è pari al 17,7% dei maschi (contro un valore medio nazionale del 20,8%) e al 4,5% delle femmine (valore medio italiano 4,9%).
La Campania si conferma la Regione più giovane d’Italia: solo l’8,4% dei cittadini ha tra 65 e 74 anni – quota minore d’Italia (a fronte di una media nazionale del 10,3%), mentre le persone con 75 anni ed oltre sono il 7,5% della popolazione regionale - quota minore d’Italia (contro il 9,8% medio italiano). In Campania il processo di invecchiamento della popolazione si trova in uno stadio relativamente meno avanzato, grazie all’alta natalità che ha caratterizzato questa regione fino a pochi anni fa.
In Campania si muore più che nel resto del Paese, infatti nella Regione la mortalità complessiva (per tutte le cause) oltre il primo anno di vita è pari a 99,2 per 10 mila abitanti tra i maschi – il valore più alto d’Italia (biennio 2006-2007), contro una media nazionale di 89,8, mentre è pari a 62,5 per 10 mila tra le donne – il valore più alto d’Italia (contro una media nazionale di 54,5). Si noti inoltre che la Campania detiene anche il primato della provincia dove le donne muoiono di più, Napoli, con un tasso di mortalità di 67,6 per 10 mila; il corrispondente tasso per i maschi è di 104,8 per 10 mila.
Sono elevati i tassi di mortalità per alcune cause (biennio 2006-07): la Campania presenta una mortalità per malattie del sistema circolatorio tra i maschi pari a 37,0 per 10 per mila – il valore maggiore d’Italia (vs un valore medio nazionale di 31,3 per 10 mila) e una mortalità per tumori di 31,9 per 10 mila (vs un valore medio nazionale di 31,1). Tra le femmine la mortalità per malattie del sistema circolatorio è pari a 28,0 per 10 mila (vs un valore medio nazionale di 21,5 per 10 mila) e la mortalità per tumori di 16,0 per 10 mila (vs un valore medio nazionale di 16,6).
Hanno molti problemi di peso i cittadini del Campania, infatti la percentuale di individui (persone di 18 anni e oltre) in sovrappeso è pari al 39,7%; il valore medio nazionale è il 35,5%. È obeso l’11,5% dei cittadini (quota maggiore d’Italia a pari merito con Emilia Romagna e Valle d’Aosta), contro il valore medio italiano di 9,9%.
Pessima la linea dei bambini: in Campania il 20,5% dei bambini tra 8-9 anni è obeso - quota maggiore d’Italia, contro una media nazionale dell’11,1% (anno 2010). La quota di bambini in sovrappeso in questa fascia d’età è il 27,9% - quota maggiore d’Italia, contro un valore medio italiano del 22,9%.



Puglia: la Regione con i bambini di 0-14 anni più protetti dall’influenza
Ma in Puglia si registra il consumo di farmaci maggiore

La Puglia è la Regione dai bambini più protetti dall'influenza, infatti presenta il tasso di copertura vaccinale antinfluenzale più alto per bambini dai 5 ai 14 anni di età, pari al 18,1% contro un valore medio nazionale di appena il 5,1%. Anche i bimbi da 0 a 5 anni sono i più protetti: la percentuale dei vaccinati ammonta infatti al 23,2% contro un valore medio nazionale di appena il 6,1%. Per quanto riguarda il consumo territoriale di farmaci a carico del SSN (espresso in termini di “DDD/1.000 abitanti die”, cioè come numero medio di dosi di farmaco consumate giornalmente ogni 1.000 abitanti), nel 2009 la Puglia presenta un consumo di 1044 DDD/1.000 abitanti die - quota maggiore in Italia - a fronte di un valore medio nazionale di 926. Il consumo è aumentato moltissimo, +48,3%, dal 2001, ed ha subito l’aumento maggiore in Italia dal 2008, +2,5%.L’organizzazione dell’assistenza ospedaliera mostra dei problemi in Puglia, infatti la Regione ha un tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere complessivo (ovvero in regime ordinario e in day hospital) di 216,3 per 1.000 nel 2008; il valore medio nazionale è pari a 187,3 per 1.000. Il tasso è addirittura aumentato dal 2005 (l’unico altro aumento si registra in Valle d’Aosta a fronte di una diminuzione generale in Italia), quando era pari a 215,9 per 1.000.
Per il tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere in regime ordinario la Puglia ha un valore pari a 160,1 per 1.000 nel 2008 – dato peggiore in Italia (valore medio italiano 129,1 per 1.000).
Infine il tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere in regime di Day Hospital è pari a 56,2 per 1.000, mentre la media nazionale è di 58,2 per 1.000. Il tasso è addirittura aumentato dal 2005, quando era pari a 48,1 per 1.000.
Si noti come segno di inefficienza che il tasso di ospedalizzazione per BroncoPneumopatia Cronico Ostruttiva (BPCO) nel 2008 è pari a 10,72 ricoveri per 1.000 in Puglia (tasso medio italiano pari a 5,31 per 1.000), il valore maggiore d’Italia. Il tasso di ospedalizzazione per questa condizione “sensibile alle cure ambulatoriali” è indicativo della qualità dei servizi territoriali in termini di prevenzione e di cura presupponendo che, al migliorare di queste, diminuisca il ricorso all’ospedale.


Basilicata: la Regione con meno incidenti stradali
Ma presenta il maggior tasso di persone in sovrappeso

La Basilicata è la Regione in cui si verificano meno incidenti stradali, infatti la Regione presenta il tasso minore di incidenti stradali, pari nel 2008 a 1,61 per 1.000 a fronte di un tasso medio italiano di 3,71 per 1.000.
Hanno molti problemi di peso i cittadini del Basilicata, infatti la percentuale di individui (persone di 18 anni e oltre) in sovrappeso è pari al 41% - quota maggiore d’Italia; il valore medio nazionale è il 35,5%. È obeso l’11,1% dei cittadini, contro il valore medio italiano di 9,9%.
Pessima la linea dei bambini: in Basilicata il 14% di quelli tra 8-9 anni è obeso, contro una media nazionale dell’11,1% (anno 2010). La quota di bambini in sovrappeso in questa fascia d’età è il 26,5%, contro un valore medio italiano del 22,9%.
Per l’ictus emorragico si evidenzia un preoccupante trend in aumento, in Basilicata per gli uomini (con un aumento del tasso di ospedalizzazione di circa il 9% tra il 2007 ed il 2008) passando da 82,8 a 90,2 per 10.000.
Per quanto riguarda la salute della bocca, in Basilicata la quota di persone di 16 anni ed oltre che, pur avendone bisogno, non ha potuto ricorso ad un odontoiatra, è pari al 16,1% - percentuale maggiore d’Italia (a fronte di una media nazionale del 9,7%).
In Basilicata il dato sull’utilizzo di farmaci a brevetto scaduto sul totale delle DDD prescritte è pari al 42,1% del totale dei consumi – il dato peggiore in Italia, contro una media nazionale del 46,2%. La spesa per questi farmaci è pari al 25,8% della spesa totale, contro il valore medio nazionale di 27,8%.
Sul fronte dell’assetto istituzionale organizzativo in Basilicata si registra negli anni 2001-2007 un aumento notevole del tasso di personale medico dipendente del Servizio Sanitario Nazionale, pari a +18,67%.
Nel 2007 la Basilicata presenta un tasso di personale medico e odontoiatrico del Servizio Sanitario Nazionale di 1,97 unità per 1.000 abitanti, (valore medio nazionale 1,81 unità per 1.000). Questo indicatore è importante in quanto rappresenta uno dei pilastri della programmazione sanitaria incidendo in maniera diretta sull’offerta sanitaria. Invece, il personale infermieristico del SSN, nel 2007 è pari a 5 per 1.000 abitanti, contro un valore medio nazionale di 4,45.


Calabria: la Regione con la maggiore riduzione del consumo di farmaci
Ma, con pochissimi donatori, va male sul fronte trapianti

La Calabria è la Regione in cui si registra la maggiore riduzione nel biennio 2008-2009 del consumo di farmaci (DDD per mille abitanti), pari a -3,5%. Il numero di ricette pro capite nel 2009 è pari a 12 – il valore maggiore in Italia, contro una media nazionale di 9,4. Si noti però che soltanto la Calabria registra una netta riduzione delle prescrizioni pro capite con un decremento del 5,5%.
Pessimi i dati che riguardano i trapianti per la Calabria. Infatti la Regione ha una quota di donatori utilizzati (donatore dal quale almeno un organo solido è stato prelevato e trapiantato) pari ad appena 5,5 per milione di popolazione – PMP - (contro il 19,4 PMP italiano – anno 2009) e una percentuale di opposizioni alla donazione pari al 54,5% (contro un valore medio italiano di 30,3%). La Calabria è stata la regione con la maggiore percentuale di opposizione.
Per quanto riguarda i tassi di mortalità per alcune cause (biennio 2006-07) la Calabria presenta una mortalità per malattie del sistema circolatorio tra i maschi pari a 32,9 per 10 per mila (vs un valore medio nazionale di 31,3 per 10 mila) e una mortalità per tumori di 24,5 per 10 mila – valore minore in Italia (vs un valore medio nazionale di 31,1). Tra le femmine la mortalità per malattie del sistema circolatorio è pari a 25 per 10 mila (vs un valore medio nazionale di 21,5 per 10 mila) e la mortalità per tumori di 12,1 per 10 mila – valore minore in Italia (vs un valore medio nazionale di 16,6). La provincia di Vibo Valencia fa registrare un altro primato positivo alla Regione, è infatti la provincia con la più bassa mortalità d’Italia per i tumori, presentando un tasso di 20,7 per 10 mila tra i maschi e di 9,1 per 10 mila tra le femmine.
Per quanto riguarda l’abitudine al fumo, la percentuale dei fumatori è pari al 20,6% (anno 2008) della popolazione regionale di 14 anni ed oltre; la media nazionale dei fumatori è pari al 22,2%; il 60,2% della popolazione è costituito da non fumatori – percentuale maggiore in Italia, mentre la media nazionale si assesta sul 52,9%. La Calabria ha una quota di ex-fumatori del 17,9% (22,9% valore italiano). Rispetto ai dati del 2007 (Rapporto Osservasalute 2009), si evidenzia tuttavia un aumento dei fumatori in Calabria (che passa dal 17,0% al 20,6%).
Quanto alle abitudini alimentari in Calabria appena il 4,1% della popolazione consuma in media le 5 porzioni di frutta e verdura al dì - percentuale minore in Italia, contro una media nazionale del 5,7%. Per il periodo 2001-2009 si riscontra una tendenza al forte aumento dei consumi di snack e aperitivi analcolici; ma sale anche il consumo di carni, dolci, olio di oliva, burro, super alcolici.
Per l’ictus emorragico si evidenzia un preoccupante trend in aumento, in Calabria per gli uomini (con un aumento del tasso di ospedalizzazione di circa il 9% tra il 2007 ed il 2008), passando da 72,8 a 79,2 per 10.000.
Però la Calabria presenta un primato positivo sul fronte delle malattie ischemiche: infatti è la Regione con il tasso minore di mortalità maschile per malattie ischemiche del cuore, pari a 12,55 per 100 mila contro un valore medio nazionale di 15,04 per 10.000. Il tasso di mortalità femminile per dette malattie è invece pari a 7,92 per 10.000 contro un valore medio nazionale di 8,56.
Passando all’analisi sulla “salute” del Sistema Sanitario Regionale emerge tra le performance economico-finanziarie che nel 2007 in Calabria il rapporto spesa/PIL è pari al 10,76% - la percentuale più alta d’Italia, contro un valore medio italiano di 6,59%. Rispetto al 2006 si registra una crescita della spesa che non ha eguali nelle altre Regioni, del 15,11%.
In Calabria il dato sull’utilizzo di farmaci a brevetto scaduto sul totale delle DDD prescritte è pari al 42,9% del totale dei consumi, contro una media nazionale del 46,2%. La Calabria è la Regione con la percentuale minore di spesa, pari al 24,8%, per questi farmaci, contro il valore medio nazionale di 27,8%.


Sicilia: la Regione con le mamme più giovani
Ma i siciliani sono i più sedentari d’Italia

La Sicilia è la Regione dalle mamme più giovani, infatti la Sicilia presenta il valore minore per l’età media delle donne al parto: 30,3 anni (età media nazionale 31,1 anni). La Sicilia ha un tasso di fecondità totale (ovvero il numero medio di figli per donna) pari a 1,43 figli per donna - (1,41 per le donne italiane; 2,09 figli per le straniere) contro un valore medio italiano di 1,42 – dati 2008. Per quanto riguarda la pratica di sport in Sicilia il 13,8% della popolazione dai 3 anni in su pratica sport in modo continuativo - percentuale minore in Italia (contro un valore medio italiano di 21,6%); il 16% fa qualche attività fisica contro il 27,7% degli italiani, mentre il 61,8% non ne pratica affatto - percentuale maggiore in Italia (40,2% media nazionale).
La Sicilia presenta il maggior numero di province i cui residenti sono sfavoriti per quel che riguarda l’aspettativa di vita alla nascita: per i maschi tra le province meno longeve figurano Catania, Siracusa e Caltanissetta, per le femmine Ragusa, Agrigento, Messina, Palermo, Enna, Catania, Siracusa e Caltanissetta.
In Sicilia la mortalità complessiva (per tutte le cause) oltre il primo anno di vita è pari a 92,6 per 10 mila abitanti tra i maschi (biennio 2006-2007), contro una media nazionale di 89,8, mentre è pari a 61 per 10 mila tra le donne (contro una media nazionale di 54,5). Per quanto riguarda i tassi di mortalità per alcune cause (biennio 2006-07) la Sicilia presenta una mortalità per malattie del sistema circolatorio tra i maschi pari a 35,5 per 10 mila (vs un valore medio nazionale di 31,3 per 10 mila) e una mortalità per tumori di 27,3 per 10 mila (vs un valore medio nazionale di 31,1). In cinque province della Sicilia (Siracusa, Catania, Caltanissetta, Messina e Palermo) si registrano elevati tassi di mortalità per malattie del sistema circolatorio tra i maschi.
Tra le femmine la mortalità per malattie del sistema circolatorio è pari a 26,4 per 10 mila (vs un valore medio nazionale di 21,5 per 10 mila) e la mortalità per tumori di 15,3 per 10 mila – (vs un valore medio nazionale di 16,6).  La Sicilia nel 2008 presenta una quota di non consumatori di alcolici pari al 38,8%, - percentuale maggiore in Italia (contro un valore medio nazionale del 29,4%). I consumatori sono il 57,7% - percentuale minore in Italia (contro un valore medio nazionale del 68%). La prevalenza di consumatori a rischio di 11-18 anni (ovvero quei giovani che praticano almeno uno dei comportamenti a rischio relativamente al consumo di alcol, come l’eccedenza quotidiana o il binge drinking, o il bere alcolici in sé se ci limitiamo agli under-16 che non dovrebbero proprio bere) è pari al 12,4% dei maschi - percentuale minore in Italia (valore medio italiano 18%) e al 9,8% delle femmine (valore medio italiano 11,4%). La prevalenza di consumatori a rischio di 19-64 anni è pari all’11,1% dei maschi - percentuale minore in Italia (valore medio italiano 20,8%) e al 2,4% delle femmine - percentuale minore in Italia a pari merito con le Marche (valore medio italiano 4,9%). La Sicilia presenta anche i valori più bassi, per entrambi i generi, di consumatori a rischio tra gli anziani (uomini: 26,4%; donne: 3,0%).


Sardegna: la Regione con meno interruzioni volontarie di gravidanza
Ma resta la Regione in cui si fanno meno figli

La Sardegna è la Regione in cui si registrano (dopo la PA di Bolzano) meno interruzioni volontarie di gravidanza (IVG): infatti, il tasso standardizzato di IVG è nel 2007 pari a 5,66 casi per 1.000 donne, contro un valore medio nazionale di 9,09 casi per 1.000 donne. Il tasso di minorenni (15-17 anni) che hanno fatto ricorso all’IVG nel 2007 è pari a 3,62 per 1.000, a fronte di un valore medio nazionale pari a 4,5 per 1.000 minorenni.
La Sardegna continua a distinguersi come Regione dove le donne fanno meno figli e in età più avanzata: infatti ha un tasso di fecondità totale (ovvero il numero medio di figli per donna) pari a 1,11 figli per donna - il valore più basso in Italia (1,08 per le donne italiane; 2,14 figli per le straniere) contro un valore medio italiano di 1,42 – dati 2008; in Sardegna l’età media al parto è pari a 32,2 anni (età media nazionale 31,1 anni). La popolazione della Sardegna cresce davvero poco: presenta un saldo medio annuo nel biennio 2008-2009 pari a 2 persone per 1.000 residenti per anno, contro una media nazionale di 6. Il saldo naturale è pari a -0,8 per 1.000; il saldo migratorio è pari a 2,8 per 1.000.
Per quanto riguarda i tassi di mortalità per alcune cause (biennio 2006-07) la Sardegna presenta una mortalità per malattie del sistema circolatorio tra i maschi pari a 29,1 per 10 mila – valore minore in Italia a pari merito con la Lombardia (vs un valore medio nazionale di 31,3 per 10 mila) e una mortalità per tumori di 31 per 10 mila (vs un valore medio nazionale di 31,1). Tra le femmine la mortalità per malattie del sistema circolatorio è pari a 18,7 per 10 mila - valore minore in Italia dopo la Valle d’Aosta (vs un valore medio nazionale di 21,5 per 10 mila) e la mortalità per tumori di 15,2 per 10 mila – (vs un valore medio nazionale di 16,6).
Tra il 2007 ed il 2008, in Sardegna i tassi di ospedalizzazione per gli uomini per l’infarto acuto del miocardio mostrano una preoccupante tendenza all’aumento (da 331,3 a 348,8 per 10 mila).<

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