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Giovedì 29 OTTOBRE 2015
Ictus cerebrale: come combatterlo, come vincerlo
L’Ictus è una malattia che colpisce il cervello quando improvvisamente una parte di questo viene danneggiata o distrutta. E’ il risultato di un’interruzione di sangue ai tessuti cerebrali, dovuta alla chiusura o alla rottura di un’arteria.
Il cervello è diviso in aree, ognuna delle quali è responsabile per il movimento e il funzionamento di diverse parti del corpo.
Ogni lato del cervello controlla il lato opposto del corpo. Per esempio, se è danneggiato il lato destro del cervello, la parte sinistra del corpo ne porterà le conseguenze.
Ci sono due tipi di Ictus:
• ISCHEMICO: dovuto alla chiusura di un’arteria cerebrale.
Si parla in questo caso di ischemia cerebrale: le cellule che prima venivano nutrite da quell’arteria subiscono un infarto e muoiono. L’ischemia cerebrale rappresenta l’85% di tutti i casi di Ictus cerebrale.
Un’arteria si può chiudere perché al suo interno si forma un coagulo (un “trombo”) che va a chiudere definitivamente un’irregolarità della parete dell’arteria stessa (la placca ateromasica): si parla in questo caso di trombosi cerebrale; oppure perché l’arteria viene raggiunta da coaguli partiti da lontano (“emboli”); di solito gli emboli partono dal cuore o da placche ateromasiche delle arterie che portano sangue al cervello: in questo secondo caso si parla di embolia cerebrale.
• EMORRAGICO: dovuto alla rottura di un’arteria cerebrale. Si parla allora di emorragia cerebrale. Questa rappresenta il 15% dei casi di Ictus cerebrale. La causa più frequente è la pressione arteriosa troppo alta, che determina la rottura di vasi normali o malformati, detti aneurismi.
Nel mondo, ogni anno, 15 milioni di persone sono colpite da ictus, di queste quasi 6 milioni muoiono. L’ictus è responsabile di più morti ogni anno di quelli attribuiti all’Aids, tubercolosi e malaria messi insieme. L’ictus cerebrale costituisce la seconda causa di morte a livello mondiale e la terza causa di morte nei Paesi del G8, preceduto soltanto dalle malattie cardiovascolari e dai tumori. In Italia, e in tutto il mondo occidentale, l’ictus è causa del 10-12% di tutti i decessi per anno, rappresenta inoltre la prima causa d’invalidità e la seconda causa di demenza con perdita dell’autosufficienza. In Italia si verificano circa 200.000 ictus ogni anno e ben 930.000 persone ne presentano le conseguenze.
Per la sua elevata incidenza, l’ictus cerebrale rappresenta un problema assistenziale, riabilitativo e sociale di enormi dimensioni.
L’ictus non è soltanto una malattia dell’anziano (negli anziani di 85 anni ed oltre l'incidenza dell'Ictus è fra il 20 ed il 35%): infatti, dei 200.000 nuovi casi di ictus che si verificano ogni anno nel nostro Paese, circa 10.000 riguardano soggetti con età inferiore ai 54 anni.
La fibrillazione atriale, anomalia del ritmo cardiaco che colpisce 1 ultracinquantacinquenne su 4, può essere prevenuta e con una attenta diagnosi precoce, si possono evitare ben 3 ictus su 4, pari a 30.000 casi, causati proprio da fibrillazione atriale.
Le funzioni del corpo colpite dall’Ictus
Un danno al lato sinistro del cervello può causare:
• Paralisi del lato destro e/o perdita di sensibilità
• Difficoltà di linguaggio e di deglutizione
• Tendenza ad essere lento nelle reazioni
• Perdita della visione nel lato destro di entrambi gli occhi
Un danno al lato destro del cervello può causare:
• Paralisi del lato sinistro e/o perdita di sensibilità
• Perdita dell’abilità di giudicare la distanza e le dimensioni (percezione spaziale)
• Tendenza ad essere impulsivi e non valutare correttamente le proprie capacità
• Perdita della visione nel lato sinistro di entrambi gli occhi
Fattori di rischio
Alcuni fattori di rischio non sono modificabili: ad esempio l’età, il sesso, la familiarità.
Altri invece si possono modificare. Tra questi i più importanti sono: l’ipertensione arteriosa, le malattie cardiache, il diabete, i TIA, il fumo, l’obesità ed altri.
Altro fattore di rischio, da non sottovalutare, è la fibrillazione atriale, anomalia del ritmo cardiaco che causa oltre il 20% di ictus.
Un corretto stile di vita ed una giusta alimentazione riducono il rischio di Ictus ed aiutano i farmaci a tenere sotto controllo la pressione, il colesterolo e la glicemia.
Se il rischio di Ictus è legato alla presenza di una placca aterosclerotica che ostruisce l’arteria carotide, la rimozione chirurgica della placca può ridurre significativamente il rischio di un nuovo e più grave Ictus nella maggior parte dei casi.
Chi è a rischio per Ictus è anche a rischio di demenza: contrasta i tuoi fatto di rischio!
Riconoscere i sintomi
L’Ictus cerebrale può manifestarsi in diversi modi.
I sintomi più frequenti sono:
• Paralisi o debolezza o formicolio al viso, al braccio e alla gamba, soprattutto se interessano un solo lato del corpo
• Visione annebbiata o diminuita in uno o entrambi gli occhi
• Difficoltà a pronunciare o comprendere semplici frasi
• Perdita di equilibrio, vertigine e mancanza di coordinazione
I sintomi di cui si è parlato sopra possono sparire completamente senza lasciare nessun segno, si parla allora di TIA (attacco ischemico transitorio).
Il TIA è un campanello d’allarme che precede l’Ictus e può durare da pochi minuti a parecchie ore.
In caso di TIA bisogna eseguire accertamenti ed assumere terapie specifiche quanto prima, quindi non perdere tempo: chiama il 118 o chiedi al tuo medico accertamenti da fare in tempi brevi.
L’ictus nei giovani e nelle donne
Per definizione l’ictus giovanile riguarda soggetti con età minore di 45-50 anni. Si calcola che l’incidenza dell’ictus giovanile sia di 10 su 100.000 abitanti, il che significa ad esempio che ogni anno si verifica 1 caso di ictus giovanile in una piccola cittadina di 10.000 abitanti e 100 nuovi casi di ictus giovanile in una grossa città di 1 milione di abitanti. Pertanto l’ictus, pur essendo una malattia ritenuta tipica dell’età anziana, può colpire i giovani e talora anche i bambini. La proporzione degli ictus che si manifestano in soggetti di età inferiore ai 45 anni è pari a circa il 5,5% di tutti gli ictus nei paesi occidentali, mentre nei paesi in via di sviluppo raggiunge il 19%. In italia si verificano ogni anno 200.000 nuovi ictus; di questi circa 10.000 colpiscono soggetti con età inferiore a 54 anni. Trattandosi poi di soggetti in età lavorativa le conseguenze in ambito familiare e sociale sono rilevanti.
I fattori di rischio e le cause dell’ictus nel bambino e nel giovane sono in parte differenti rispetto alle altre epoche della vita e sono spesso imputabili a patologie vascolari diverse dalla arteriosclerosi, incluse nelle cosiddette “cause rare” di ictus, oppure a patologie cardiache che possono dare origine ad emboli che occludono poi le arterie cerebrali. Occorre pertanto una accurata conoscenza delle innumerevoli cause rare di ictus ed approfondite indagini strumentali e di laboratorio per identificare la causa e provvedere alle appropriate terapie.
Tra le principali cause di ictus giovanile vi è la dissecazione delle arterie carotide e vertebrale che portano il sangue al cervello, causata da traumi o microtraumi ripetuti al collo comportanti movimenti energici o ripetuti di rotazione e flesso-estensione del capo (inclusi gli incidenti stradali, i traumi in ambito sportivo e le manovre chiropratiche).
Tra le cause rare tipiche dell’età giovanile ci sono l’abuso di droghe e di alcool. Occorre però ricordare che i tipici fattori che predispongono all’ictus e alle altre malattie vascolari, quali il fumo di sigaretta, l’obesità, la sedentarietà, l’errata alimentazione, l’ipertensione arteriosa, le alterazioni dei grassi nel sangue e il diabete possono manifestarsi e danneggiare le arterie fin dall’età giovanile, in un età in cui spesso vengono poco valorizzati o non diagnosticati. Occorre pertanto che vengano messe in atto delle campagne di sensibilizzazione della popolazione educando i bambini e i giovani fin dall’età scolare a non assumere,o modificare, errate abitudini e stili di vita.
E’ noto come le donne abbiano, fino alla menopausa, un rischio di ictus minore rispetto all’uomo a causa dell’effetto protettivo degli ormoni sessuali femminili. Negli ultimi anni si è molto parlato del ruolo della assunzione di estrogeni sotto forma di contraccettivi orali e di terapia ormonale sostitutiva dopo la menopausa. Al riguardo, si può affermare sinteticamente che: 1) il rischio di ictus nella donna in età riproduttiva che assume contraccettivi orali è molto basso ma che tale rischio aumenta nelle donne con età maggiore di 35 anni, fumatrici e con ipertensione arteriosa e se vengono utilizzati contraccettivi orali a maggior contenuto di estrogeni, 2) la terapia ormonale sostitutiva post menopausale, contrariamente a quanto si pensava alcuni anni fa, non ha un effetto protettivo sul rischio di ictus e di altre malattie vascolari ma può addirittura avere un effetto peggiorativo. E’ importante pertanto che tali terapie vengano personalizzate valutando il profilo complessivo di rischio della donna che li deve assumere.
Diagnosticare l’Ictus
L’Ictus è un’emergenza. La persona con sospetto Ictus deve ricevere immediatamente cure più adatte a lui. Per capire se ha un’ischemia o un’emorragia è necessario fare una TC cerebrale. Bisogna andare con urgenza in Ospedali organizzati per l’emergenza ictus, dove lavorano esperti aggiornati sulla cura della malattia. In caso di ictus è necessario chiamare subito il 118.
La mortalità e la disabilità possono essere ridotte di molto grazie alla trombolisi e ai centri dedicati all’ictus ("stroke unit"); purtroppo nel nostro Paese l’accesso a queste terapie è scarso. Due i motivi principali: 1. le persone che vengono colpite da ictus non riconoscono i sintomi e quindi non vanno immediatamente in Ospedale, 2. le Stroke Unit sono ancora troppo poche, e quasi tutte concentrate nel centro-nord: per contrastare l’emergenza in modo significativo dovrebbero passare dalle attuali 86 unità, presenti sul territori nazionale, ad almeno 180 unità (una ogni 200.000 abitanti). Per sapere dove sono le Stroke Unit, apri il link http://www.aliceitalia.org/lestrokeunit.php?num_riga=44.
Riabilitazione
Più della metà delle persone colpite da Ictus perde l’autosufficienza. Per recuperare le funzioni perdute è necessario fare riabilitazione e tenersi in esercizio.
• La FISIOTERAPIA o riabilitazione motoria.
Serve per il recupero della mobilità, dell’equilibrio e della forza muscolare.
• La TERAPIA DEL LINGUAGGIO
Con l’Ictus spesso si perde la capacità a parlare e/o a comprendere le parole, così come la capacità di leggere e scrivere. La terapia del linguaggio serve a recuperare il linguaggio normale, insegnando al paziente anche tecniche di fonazione, di respirazione. Apprese le tecniche, il resto dipende dalla tenacia del paziente!
• TERAPIA OCCUPAZIONALE
Se nonostante la Fisioterapia e la Logoterapia, è comunque possibile riguadagnare l’indipendenza? Certo. La terapia occupazionale insegna ad affrontare le attività di ogni giorno per ritornare ad una normale vita sociale e lavorativa.
La terapia è personalizzata, tiene conto delle esigenze dell’individuo nell’ambiente in cui vive. Con la T.O. ci si può re-inserire nell’ambiente sociale e lavorativo migliorando così la qualità della vita del paziente e dei familiari, nonostante la menomazione.
Cosa fare periodicamente
• Eco-color doppler vasi sovra-aortici
• Visita cardiologia con ECG
• Holter ECG
• Ecocardiogramma
• Misurare la pressione arteriosa e la fibrillazione atriale
• Controllare la glicemia
• Controllare il colesterolo ed i trigliceridi nel sangue
• Fare i test neurovegetativi e altri esami non comuni che possono svelare malattie meno conosciute come l’iperomocisteinemia o la presenza di anomalie della coagulazione del sangue che facilitano la trombosi.
I farmaci
Oltre alle terapie usate in emergenza, oltre alla fisioterapia, ci sono farmaci indicati per prevenire l’Ictus o il suo ripresentarsi.
I farmaci usati per la prevenzione dell’Ictus sono di diverso tipo.
Quelli più conosciuti sono:
Gli antiaggreganti: prevengono la formazione della placca ateromasica impedendo alle piastrine di aderire alle pareti dei casi con arteriosclerosi
Gli anticoagulanti: fluidificano il sangue e prevengono la formazione di trombi.
Questi farmaci hanno precise indicazioni e controindicazioni e vanno presi a dosaggi specifici: non assumere farmaci e non cambiare dosaggio di tua iniziativa!
A cura dell'Associazione per la lotta all'ictus cerebrale (Alice onlus)
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