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Giovedì 22 OTTOBRE 2015
Ricciardi (Iss): “Per essere competitivi nella ricerca, bisogna fare sistema”
“Questo è un momento di grande trasformazione e di opportunità per la ricerca. E l’Italia, in generale, credo si stia rendendo conto delle sue grandi potenzialità che d’altra parte in passato ha sprecato perché si è presentata disunita agli appuntamenti internazionali. Pensiamo che il nostro Paese contribuisce ad alimentare i fondi europei per la ricerca in misura del 17%, ma ne prendiamo appena il 3-4%. Quindi andiamo a finanziare la ricerca di Paesi meglio organizzati di noi. Ecco perchè dobbiamo dare una svolta, e la collaborazione pubblico privato offre un grande spunto”.
È quanto ha spiegato Walter Ricciardi, Presidente dell’Iss a margine del Convegno “Il valore della ricerca, la creazione di opportunità. Pubblico e privato uniti per la ricerca made in Italy” organizzato a Catania.
E un esempio per capire come l’Italia sia rimasta indietro arriva dall'esperienza dei fondi europei Horizon 2020, un programma della Commissione europea, ha sottolineato Ricciardi, che mette in campo 70 miliardi di euro e premia quei progetti che hanno eccellenza scientifica, impatto sociale e impatto industriale, ossia la capacità di creare posti di lavoro e di ricchezza.
“Con questi fondi sono stati finanziati quattro progetti dell’Iss – ha aggiunto – ma per il resto è stata una Caporetto, perché ci si è presentati separatamente, senza curare i rapporto con gli altri Paesi europei. Questo ci insegna che il successo è fare rete, se si marcia da soli si perde. E questo è il ruolo che come Istituto superiore di sanità rivestiremo: ossia fare da connettore”. Insomma, come ha spiegato Ricciardi “L’istituto superiore di sanità come pivot della ricerca italiana”.
E la collaborazione con il privato nella ricerca ha un ruolo importante “Ecco perché – ha concluso – vediamo in maniera favorevole questi progetti di sinergia. Bisogna lavorare in sinergia, non ci sono alternative, o fai sistema o muori, come paese come sistema produttivo, come capacità di attrarre i giovani. Noi perdiamo oltre 100 mila ricercatori, con un trend in aumento del 50%. Ricercatori che in un anno hanno prodotto con i loro brevetti oltre un miliardo e mezzo di euro l’anno”.
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