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Mercoledì 29 APRILE 2015
Zaia (Veneto): “Confermiamo il no ai tagli di Renzi”
“La manovra senza tagli che taglia in realtà 2,7 miliardi l’anno per 3 anni a partire dal 2015 alla sanità, vuole tagliare anche gli stipendi dei medici. Ma i medici veneti possono stare tranquilli, perché il Veneto le promesse le mantiene e, dalle barricate sulle quali è salito, anche oggi dice un no granitico al cosiddetto accordo, che tale non è, tra Regioni e Governo sulla manovra prevista dalla legge di stabilità”. È quanto scrive su facebook il presidente del Veneto Luca Zaia in merito ai tagli della manovra. E poi su twitter: “Tagli di @matteorenzi non solo tolgono altri 240 mln a Veneto e premiano spreconi, ma calano scure anche su stipendi dei medici”.
La natura dei tagli il presidente Zaia l’ha spiegata oggi a Venezia direttamente alle agenzie: "Dietro il burocratese bizantino del paragrafo C.2 della cosiddetta 'Intesa' - incalza Zaia - c'è uno dei più clamorosi tagli dei tanti inseriti in questo testo. Cito il paragrafo perché è un fulgido esempio di come, così come succede in tante altre parti, si possa fare tanto fumo da poter sostenere furbescamente che non ci sono tagli: le risorse relative al trattamento accessorio liberate a seguito delle riorganizzazioni correlate al rispetto degli standard ospedalieri, sono portate permanentemente in riduzione dell'ammontare complessivo dei fondi destinati annualmente al trattamento accessorio'. Qui dietro ci sta il taglio agli stipendi dei medici, anche se per capirlo occorre un corso accelerato di burocratese renziano. Non esiste proprio”.
Zaia ha poi riconfermato i numerosi ‘no’ del Veneto che vanno a comporre il granitico ‘no’ complessivo: “Ancora una volta i tagli sono lineari e dei costi standard, sulla base dei quali il Veneto non dovrebbe scucire un euro avendo i bilanci in attivo da 5 anni, nemmeno l'ombra, anzi c'è un altro meno 240 milioni anche per i Veneti; l'appropriatezza delle prescrizioni incide in forma punitiva sulle tasche dei medici, sanzionati economicamente, e dei cittadini, che dovrebbero pagarsi di tasca la presunta prescrizione inappropriata”.
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