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Mercoledì 18 GIUGNO 2014
De Filippo: “Equivalenti sono alternativa in termini finanziari. Qualità, sicurezza ed efficacia ampiamente dimostrate”

“L’attuale normativa che regola la prescrizione dei farmaci equivalenti “è stata apprezzata dai rappresentanti delle industrie produttrici perché ha rappresentato un salto in vanti per l’accesso a questi medicinali, che rappresentano un’alternativa solo in termini finanziari, non certo per qualità, sicurezza ed efficacia, ormai ampiamente dimostrate”. Così è intervenuto il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo nel corso dei lavori del Convegno nazionale di AssoGenerici “Una sanità accessibile, Una sanità etica” svolto ieri a Roma. Il sottosegretario ha tuttavia evidenziato come “permangono ancora differenze tra una regione e l’altra nel ricorso al generico e questo è un fronte aperto. Quanto al biosimilare, siamo certi che rappresenta uno strumento altrettanto utile per la sostenibilità dell’assistenza sanitaria”.

All'incontro era presente anche Paolo Siviero, direttore del Centro Studi dell’Agenzia Italiana del Farmaco, per il quale “è evidente l’importanza del ruolo che i farmaci equivalenti hanno svolto per la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale ed è da questa constatazione che occorre partire per cogliere l’occasione che si prospetta con i farmaci biosimilari, che rappresentano non soltanto un’occasione di risparmio, ma anche di ampliamento del ricorso alle terapei avanzate. I medicinali finora registrati possono esibire un bilancio positivo: quelli che verranno in futuro sono sostanze più complesse e con indicazioni importanti – basti pensare agli anticorpi monoclonali. Sarà dunque fondamentale – secondo Siviero - fare corretta opera di informazione per superare eventuali timori e resistenze, a partire dalla circostanza che il percorso registrativo è ben differente da quello dei generici: non si tratta di dimostrare la bioequivalenza rispetto all’originale, ma di provare attraverso studi clinici sicurezza ed efficacia. L’AIFA è pronta a studiare tutti i possibili supporti che possano aiutare i clinici italiani a superare le diffidenze iniziali”.

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