quotidianosanità.it
stampa | chiudi
Martedì 16 NOVEMBRE 2010
Violenza sessuale: aumentano gli abusi sulle "donne in carriera"
Nel 45% dei casi le vittime sono donne separate o divorziate, con una laurea (36,2%), dirigenti, libere professioniste e imprenditrici (35,1%), soprattutto al Centro-Nord (64%), prevalentemente in aree metropolitane (42%). Milano detiene il primato nazionale degli stupri: 480 denunciati nel 2009, più di uno al giorno. L’81% dei suicidi femminili ha alle spalle episodi di abuso. I dati sono stati diffusi oggi al Congresso nazionale Aogoi-Sigo in corso a Milano.
Nel nostro Paese un terzo della popolazione femminile ha subito qualche forma di sopraffazione nel corso della vita: “Una vera e propria emergenza, che i ginecologi italiani ritengono una fra le massime priorità”, come afferma Valeria Dubini, vice-presidente dall’Associazione Ginecologi e Ostetrici Ospedalieri Italiani (Aogoi) e come dimostrano le numerose iniziative che hanno caratterizzato l’Associazione negli anni: dai corsi di formazione per gli operatori alla comunicazione nei confronti delle donne per invitarle a denunciare la violenza, sia al proprio ginecologo, per ragioni di salute, che alle autorità. Ancora oggi, infatti, solo l’8,4% degli stupri viene denunciato. Per invertire la tendenza è fondamentale che fin dal primo contatto gli operatori sappiano come accogliere ed aiutare la donna. “L’obiettivo è far emergere il sommerso – afferma Mauro Buscaglia, Direttore dell’ostetricia e ginecologia dell’Ospedale San Carlo di Milano e co-presidente del Congresso - per intervenire non solo sugli episodi di emergenza ma anche sui tantissimi, prolungati, abusi che avvengono in famiglia”. L’autore infatti è il partner nel 69,7% dei casi, l’ex nel 55,5% e solo il 6,2% delle violenze sessuali, sempre stando alle denunce, è opera di estranei.
“Ci siamo resi conto di quanto sia recente la tutela dei diritti delle donne in Italia”, afferma Dubini ricordando che “fino al 1996 stupri ed abusi sessuali erano considerati delitti contro la morale e non contro la persona. Solo nel 2009 si è legiferato in merito allo stalking, eppure si stima siano 2 milioni 77mila le donne che lo subiscono”.
E le conseguenze sulla salute, fisica e psichica, “sono devastanti”, spiega Alessandra Graziottin, Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia del San Raffaele Resnati di Milano e co-presidente del Congresso. “L’81% delle protagoniste di atti di suicidio ha alle spalle episodi di abuso. Diffusissima è anche la sindrome post traumatica da stress, in cui tutto il corpo esprime attraverso sintomi fisici l’intensità del trauma vissuto. Ma anche i disturbi dell’alimentazione e del sonno (riportati dal 41% delle donne), una consistente riduzione dell’autonomia e isolamento sociale, senza contare il rischio di aver contratto malattie sessualmente trasmissibili o di gravidanze indesiderate
“Siamo molto indietro su questi temi, anche fra il personale sanitario”, afferma Dubini spiegando che, secondo i dati del progetto URBAN, che ha coinvolto 24 città italiane, la sensibilità alla lettura della violenza da parte degli operatori è bassa nel 47% dei casi, nulla nell’8,1% e solo nel 8,3% risulta elevata. “Per questo abbiamo messo a punto il primo manuale che affronta dalla A alla Z quale debba essere il percorso della paziente abusata. Una guida indispensabile, giunta alla seconda edizione, che sarà data in dotazione a tutti gli ospedali e i consultori. In particolare, è fondamentale che gli operatori siano formati per reagire prontamente e nel modo corretto alla violenza: un primo livello di assistenza va garantito in ogni centro". Il volume, (Violenza contro le donne, compiti ed obblighi del ginecologo, edizioni Editeam, coordinamento Valeria Dubini), con la prefazione del Ministro Carfagna, viene presentato oggi al Congresso nazionale dei ginecologi italiani in corso a Milano e sarà disponibile anche in libreria. Il libro Aogoi affronta il tema a 360°, da quella sessuale a quella domestica, dagli aspetti psicologici a quelli legali.
"Dal 2000, inoltre - aggiunge Dubini - abbiamo attivato un progetto nazionale strutturato, con corsi ed attività di sensibilizzazione, per creare una vera e propria rete di accoglienza”. “E' importante che vi sia una sensibilità a cogliere i segnali di abusi – ha aggiunto Giovanni Monni, presidente nazionale Aogoi – ad esempio, gravidanze ripetute e frequenti fallimenti contraccettivi possono essere un indicatore di rapporti di forza sbilanciati fra i partner. Dobbiamo poi saper consigliare le nostre pazienti su come uscire da relazioni pericolose. Sono importanti anche consigli semplici, come tenere a portata di mano chiavi, documenti e cellulare, o prepararsi punti di appoggio, da un’amica o presso un centro dedicato. Il primo passo però è rendersi conto che determinati comportamenti non sono normali – conclude –, per questo proponiamo di attivare corsi nelle scuole per educare al rispetto. Esistono veri e propri esercizi, che si possono introdurre fin dalle classi elementari, per aiutare i nostri ragazzi a crescere con la consapevolezza della parità fra i sessi".
© RIPRODUZIONE RISERVATA