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Mercoledì 12 FEBBRAIO 2014
Fucci (Fi-Pdl): “Parlamento al lavoro su legge su responsabilità medica”
“Condivido e sostengo in modo convinto le ragioni che oggi hanno portato il Collegio italiano dei chirurghi e delle associazioni dei ginecologi e delle ostetriche a protestare con forza in merito alle condizioni sempre più difficili e a volte insostenibili in cui i medici si trovano a lavorare tra tecnologie non adeguate, sale operatorie con gravi carenze e la minaccia continua di azioni giudiziarie per responsabilità professionale. C’è bisogno di intervenire in tempi brevi su questi fronti per evitare il ricorso estremamente dannoso per le casse statali alla medicina difensiva”. Lo afferma in una nota l’on. Benedetto Fucci, deputato di Forza Italia e segretario della Commissione Affari Sociali della Camera.
“Quanto al tema della responsabilità professionale, ricordo che la Commissione sta esaminando numerose proposte di legge (due delle quali a mia firma) in materia. E’ stata conclusa la fase delle audizioni e c’è l’impegno, pur nelle difficili condizioni politiche in cui lavora il Parlamento, a pervenire a un testo unificato delle varie proposte sul tavolo. Su questo fronte desidero continuare a impegnarmi con forza e convinzione in un’opera di interlocuzione con le società scientifiche, cui rinnovo il ringraziamento per il loro impegno”, aggiunge Fucci.
“Altrettanto importante – conclude il deputato – è anche il tema della sicurezza negli ospedali. Si tratta di un nota dolente con particolare riguardo alle sale parto. Come responsabile nella scorsa legislatura di un’indagine parlamentare sulla sicurezza nei punti nascita e come medico ginecologo che ha accumulato una grande esperienza sul terreno, rivolgo una decisa sollecitazione alle Regioni e al Governo perché si metta mano finalmente alla necessaria revisione del sistema delle sale parto italiane nella consapevolezza che, a meno di nuovi e francamente difficili investimenti, gli ancora troppi punti nascita con un numero minimo di parti annui (cioè con meno di 800/1.000 parti secondo gli standard internazionali) non siano più in grado di garantire sempre adeguate condizioni di sicurezza”.
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