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Sabato 23 NOVEMBRE 2013
Focus. Giovani dentisti e lavoro dipendente. Uno scandalo o una risorsa?

Mentre si attendono i neolaureati di rientro da Spagna e Romania in Italia 4 nuovi dentisti su 5 sono pronti ad un rapporto di dipendenza e a lavorare nel low cost. Il rischio: sentirsi chiedere competenze marginali. Per Graziano Langone, proboviro AIO, "il cambio culturale probabilmente affonda le radici proprio nella formazione universitaria. Per chi nel mondo del lavoro c'è già, il modello dello studio professionale pare reggere, pur con difficoltà".
 

La dipendenza è un rapporto da coltivare? "Spesso, nei lavori di dipendenza ci si riduce a esaltare la preparazione su aree specifiche, come la sola endodonzia, o l'implantologia magari senza la protesi. Da un punto di vista strettamente medico – anche se ci sono per fortuna tante eccezioni pronte a smentirmi - credo non sia facile conciliare dipendenza ed eccellenza. Dal punto di vista sindacale non è un rapporto da coltivare né da ignorare o denigrare".
La pletora di ritorno da altri paesi acuirà il problema? “Pletora può voler dire "manovalanza a basso costo", senza però un controllo dei percorsi formativi, temo in alcuni casi a scapito della qualità ed a vantaggio delle cliniche "low cost" che troverebbero terreno fertile per i propri affari. Verosimilmente in futuro sarà ancor più necessaria un'azione forte dei sindacati a tutela anche delle condizioni minime del dentista dipendente, che per molti colleghi rappresenta addirittura una figura ambita. Anche  il Ssn deve dare risposte, a garanzia di condizioni di lavoro accettabili e di qualità per i pazienti".

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