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Lunedì 04 OTTOBRE 2010
Siti: Fumo, da medici e infermieri cattivo esempio
Dovrebbero essere i primi a dare il buon esempio, eppure sono tanti i medici e gli infermieri che proprio non riescono a smettere di fumare. Ad avere il vizio è il 40% del personale sanitario e anche tra i futuri camici bianchi italiani il 30% non rinuncia alle sigarette. È questa la fotografia scattata dal Dipartimento di sanità pubblica e malattie infettive dell’Università La Sapienza di Roma e presentata a Venezia nel corso del 44° Congresso della Siti, la Società italiana di igiene, prevenzione e sanità pubblica.
Da uno studio condotto in un ospedale del centro Italia, su un campione composto da 222 infermieri (il 55,8%), da 121 medici (il 30,4%) e 55 tecnici (il 13,8%) è emerso che ben il 38,7% del campione non rinuncia alle sigarette. Di questi il 76,1% aveva una dipendenza molto forte e il 73,8% una bassa motivazione a smettere con il vizio delle sigarette. Soprattutto sono i medici quelli che hanno una maggiore probabilità di dipendenza dal fumo forte o molto forte, maggiore rispetto a quella di tecnici e infermieri. Chi decide di smettere lo fa il più delle volte perché l’età avanza. Per gli esperti lo studio “conferma l’opportunità di monitorare l’abitudine al fumo di sigaretta nei lavoratori e in particolare negli operatori sanitari in quanto categorie lavorative che, verosimilmente, dovrebbero avere maggiore conoscenza e consapevolezza dei danni indotti dal fumo, aspetti che dovrebbero influire sull’ atteggiamento nei confronti di esso. Il monitoraggio, tra l’altro, assume particolare rilievo anche in considerazione degli obblighi in tema di denuncia delle malattie professionali in adempimento al Decreto ministeriale del 2009 che include nella Lista I (malattie la cui origine lavorativa è di elevata probabilità) il tumore del polmone Ets-indotto”.
E non va meglio in Europa. Uno studio multicentrico condotto nel 2009,in nove Facoltà di Medicina di quattro Paesi europei - Germania, Italia, Polonia e Spagna - su oltre 2.300 studenti, di cui il 51,1% donne ha dimostrato che l’amore per le “bionde” si manifesta tra i camici bianchi già ai tempi dell’Università. Si è visto che la prevalenza di fumatori, sia giornalieri che occasionali, è stata del 30%. In testa alla classifica dei fumatori gli studenti spagnoli (23,3%). Il 72% dei futuri medici riconosce il ruolo dei professionisti sanitari come modello di comportamento, con differenze statisticamente significative tra i Paesi considerati (in Spagna solo il 53% contro il 91% della Polonia), ma solo il 17% ha dichiarato di aver ricevuto un training sui metodi per far smettere di fumare.
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