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Lunedì 24 GIUGNO 2013
Soro: "Valorizzare tecnologie con regole certe". Chilelli: "Garantire riservatezza dati personali"
Le nuove tecnologie esercitano un impatto fondamentale “sull’efficacia e sulla qualità delle cure. E’ quindi necessario sostenerle e valorizzarle in modo da semplificare le procedure per i cittadini e ottenere un abbassamento complessivo dei costi”. E’ l’analisi espressa da Antonello Soro, presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali, in occasione della presentazione del "Manuale pratico su protezione dei dati e cloud computing nella sanità" oggi a Roma presso la Sala del Garante della Privacy.
Per Soro l’utilizzo delle tecnologie deve però rientrare all’interno “di un solido e preciso inquadramento di garanzie. Nella sanità elettronica, in particolar modo, la protezione dei dati è indispensabile e costituisce anche uno strumento per consolidare la fiducia degli utenti verso il Ssn”.
Una doverosa preoccupazione per la privacy non può però rivelarsi un alibi per non digitalizzare la sanità. Lo ha sottolineato Luca Bolognini, presidente dell’Istituto italiano per la privacy. "Digitalizzare i processi di cura e la documentazione sanitaria - ha sottolineato - si può e si deve, come confermano anche le più recenti innovazioni legislative, e farebbe male chi non prendesse in considerazione soluzioni come il cloud computing, che massimizzano l'efficienza ottimizzando i costi, adducendo invece fantomatici impedimenti dovuti alle leggi sulla privacy. Abbiamo prodotto un Manuale concreto e pratico, proprio per sfatare il mito dell'incompatibilità tra soluzioni cloud e privacy in settori sensibili come quello sanitario”.
Per il presidente dell'Istituto per la Privacy comunque “servono cautele e vi sono talune norme che andrebbero riviste in materia di sanità digitale: è paradossale che nel 2013, per esempio, l'acquisizione dei dati dei pazienti in dossier e fascicoli sanitari elettronici debba essere solo facoltativa e subordinata al consenso preliminare degli interessati, quando ormai sappiamo che i documenti nascono digitali e non su carta. Ma tutto questo non significa affatto che il cloud computing non possa costituire la migliore soluzione tecnica per la gestione dei dati dei pazienti: anzi, 'andare sulle nuvole' puo' finalmente rappresentare l'occasione giusta, per molte strutture sanitarie italiane, per fare mente locale e mettersi in regola con gli adempimenti privacy".
L’importanza della riservatezza dei dati personali è stata sottolineata con convinzione anche da Enzo Chilelli, direttore di Federsanità Anci. “Si tratta di un aspetto fondamentale che deve costituire un cardine nei processi di digitalizzazione”. Una spinta ulteriore e importante alla messa in rete delle informazioni “è stata prodotta dal recentissimo decreto del ‘fare’. Nel complesso la rotta da seguire costantemente è quella dell’omogeneizzazione dei processi di cura e dei sistemi informativi. Sono due tracciati che devono procedere di pari passo”.
E per diffondere in maniera efficace e capillare l’utilizzo del clou, “il primo mattoncino su cui costruire l’edificio è l’informazione – ha aggiunto Federico Bergaminelli, consulente privacy di Federsanità Anci – Si tratta certamente di un nuovo paradigma, ma va spiegato nei termini giusti. La prima misura a tutela della sicurezza è proprio una corretta informazione. E’ necessario trovare l’adeguato bilanciamento nella gestione dei dati, in quanto sono numerose le esigenze da contemperare. Serve un sistema di contrappesi ineccepibile”.
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