quotidianosanità.it
stampa | chiudi
Giovedì 21 MARZO 2013
Milillo (Fimmg) “C’è bisogno di informazione sull’argomento”
“Il dato è sicuramente inquietante” ci dice Giacomo Milillo segretario generale nazionale della Fimmg che aggiunge di sentirsi “sconcertato, evidentemente c’è bisogno se non di formazione di informazione sull’argomento. Comunque è evidente che c’è una carenza formativa importante e anche un comportamento passivo di medici può essere relativo all’insicurezza e al rischio di problemi legali in gran parte dovuta alla mancanza di informazione”.
Quello che Milillo si sente di sottolineare è “l’incapacità a riconoscere il fenomeno, ci può essere una colpa grave se il medico o il pediatra sospetta un abuso e per evitare grane evita la segnalazione. Facendo riferimento alle mie competenze credo che ci sia ignoranza. Se il medico ha un forte sospetto magari non lo denuncia direttamente ma deve attivarsi perché emerga il problema”.
E facendo riferimento alla sua esperienza personale dice “C’è stato un periodo in cui questo argomento è stato molto presente sui media, io nei miei anni di attività quando ho avuto qualche vago sospetto in un paio di occasioni mi sono anche mosso per approfondire per poi verificare che il mio era un falso sospetto”.
“Il non voler insistere, da parte del medico, sul disagio famigliare, che è responsabilità diretta della famiglia, può essere legittimo ma non esclude il dovere del medico a denunciare, senza che questo significhi lo scarico delle responsabilità, attraverso figure come gli assistenti sociali, gli specialisti ospedalieri o ambulatoriali, per far emergere il problema. Quello che conta è che la cosa venga fuori. I medici di famiglia dovrebbero essere coinvolti dai pediatri per affrontare insieme il problema”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA