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Venerdì 15 FEBBRAIO 2013
Roche nega ogni addebito: "Nessuna intesa anticoncorrenziale con Novartis"

"Lavoriamo ogni giorno con rigore scientifico e integrità etica per garantire ai pazienti  l’accesso a terapie innovative. La sicurezza dei pazienti è un nostro obiettivo irrinunciabile", afferma una nota dell'azienda che conferma l’apertura di un procedimento nei propri confronti, da parte dell’Autorità Garante per la Concorrenza e del Mercato (AGCM).

In particolare, l’AGCM ha aperto la procedura in merito ai farmaci Avastin e Lucentis. "Genentech, azienda che dal 2009 è interamente di proprietà del Gruppo Roche, ha scoperto sia Avastin sia Lucentis e detiene i brevetti di entrambi questi farmaci", riferisce la Roche. Che spiega: "Lucentis e Avastin sono due farmaci differenti, contenenti principi attivi diversi. Sono stati sviluppati per finalità terapeutiche distinte e possono avere profili di sicurezza difformi nell’utilizzo intraoculare. Avastin è approvato per il trattamento endovenoso di pazienti con alcune forme di tumore e non è prodotto né autorizzato dalle Autorità Sanitarie per l’utilizzo oftalmologico. Roche non promuove l’uso off-label di Avastin. La promozione “off label” è vietata dalla legge nella maggior parte degli Stati,  inclusa l’Italia".

"Le Autorità Sanitarie - prosegue la nota - subordinano la registrazione dei nuovi farmaci e delle nuove indicazioni alla conduzione di specifici studi clinici e attualmente Roche non ha pianificato lo sviluppo clinico per l’uso intraoculare di Avastin in quanto esiste già un differente farmaco approvato dalle Autorità Sanitarie per il trattamento delle  patologie oculari, che risponde a un bisogno medico precedentemente insoddisfatto. Novartis ha ricevuto i diritti esclusivi di sviluppo e commercializzazione di Lucentis al di fuori degli USA, grazie a un accordo con Genentech nel 2003 e prima che quest’ultima diventasse proprietà totale del Gruppo Roche".

"Roche S.p.A. - conclude la nota dell'azienda - sta cooperando attivamente con le Autorità Italiane e auspica, nell’interesse dei pazienti, dei medici e di tutti gli operatori sanitari, che sull’intera vicenda sia fatta completa chiarezza".

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