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Martedì 08 GENNAIO 2013
Il problema diossina in Campania
Il problema della contaminazione da diossine in regione Campania non è più, ormai da lungo tempo, solo un’ipotesi. La realtà del problema è emersa per la prima volta nel 2001, nel corso dell’attuazione del Piano Nazionale Residui (PNR), quando in due campioni irregolari di latte ovi-caprino sono stati riscontrati livelli di diossine superiori ai limiti massimi consentiti dalla normativa comunitaria. Da quel momento in poi sono stati numerosi i piani di monitoraggio e sorveglianza, grazie ai quali – successivamente a quel primo episodio – si sono registrate ulteriori emergenze legate alla contaminazione da diossine delle matrici alimentari, in particolare latte e prodotti derivati.
L’analisi di tutti i dati ottenuti dal 2001 ad oggi,suggerisce la presenza di una sorgente di contaminazione di tipo termico, ma non di origine industriale, e la variabilità dei profili di contaminazione riscontrata evidenzia che l’origine della contaminazione non è riconducibile ad un’unica fonte ma piuttosto alla presenza di molteplici sorgenti diffuse nel territorio. Tuttavia, è importante segnalare che la regione Campania, ha fornito linee guida procedurali generali da applicare in tutti i casi di roghi ed incendi di materiali plastici e rifiuti, al fine di automatizzare e rendere più tempestivi gli interventi di prevenzione.
Inoltre, il Ministero della Salute ha sollecitato la Prefettura di Napoli al coinvolgimento dell’Assessorato alla Sanità della regione Campania e dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno per gli aspetti analitici ed epidemiologici al Tavolo istituito con un Protocollo d’Intesa finalizzato all’accertamento dello stato dei luoghi e delle condizioni igienico-sanitarie nelle aree oggetto di deposito incontrollato di rifiuti o di combustione degli stessi.
Di seguito, si riportano in breve i risultati delle analisi effettuate su matrici biologiche dal 2001 a oggi, distinti nei vari piani di monitoraggio messi in essere dalla Regione, anche in collaborazione con il Ministero della Salute (qui il documento completo).
Vengono riportati esclusivamente i dati relativi alle ricerche per diossine e PCB diossina-simili.
Piano Nazionale Residui
Il Piano Nazionale Residui (PNR) è un piano di sorveglianza per la ricerca di residui di sostanze chimiche nel processo di allevamento degli animali e di prima trasformazione dei prodotti di origine animale. Dal 2006 al 2011, sono stati effettuati n. 199 campioni, sia di latte che di altri alimenti di origine animale (quali carne di bovini, suini, ovini e pollame, uova e acquacoltura), assegnati da questo Ministero alla Regione Campania, conformemente alle disposizioni comunitarie, sulla base delle produzioni regionali. Dal 2008, inoltre, la regione Campania predispone un’intensificazione dei controlli (Extrapiano) per la ricerca di tale contaminante, per un totale di n. 107 controlli in matrice latte con un unico esito irregolare in campione di latte bufalino prelevato nel territorio della provincia di Caserta.
Piano di intervento per fronteggiare l’emergenza diossine (anno 2002-2004)
Allo scopo di valutare l’estensione del problema, tra l’aprile del 2002 e il settembre 2004, nell’ambito dei Piani di intervento per emergenza diossine disposti dalla regione Campania e dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di S. Maria Capua Vetere, sono stati prelevati campioni di latte di diverse specie (bovino, ovicaprino e bufalino) e campioni di mangimi zootecnici provenienti dalle stesse aree. Dei 595 campioni di latte, 162 (27%) hanno superato il livello massimo di 3 pg WHO-TEQ/g grasso; dei 434 campioni di alimenti zootecnici, 267 (61,5%) hanno superato i livelli massimi pari a 0,75 ng WHO-TEQ/kg.
Controlli 2007-2008: Legge regionale n.3/2005
Tale legge prevede l’attuazione di controlli morfologici, chimico-fisici (tra cui la ricerca di diossine e PCB–DL) e microbiologici sui prodotti derivati dal latte di bufala ai fini della tutela del patrimonio zootecnico della bufala mediterranea italiana. Tra il mese di ottobre 2007 e febbraio 2008, sono stati effettuati controlli mirati in aree geografiche maggiormente esposte al rischio diossine e sono stati prelevati, per la ricerca di diossine e di composti diossina-simili, campioni di latte e prodotti lattiero-caseari in 130 stabilimenti. Circa il 20% di tali campioni (26, di cui 4 di latte e 22 di mozzarella) è risultato non conforme per diossine.
Piano UE (anno 2008)
Il piano si è articolato in 3 fasi:
- Fase I: campioni di latte bufalino prelevati presso caseifici situati nelle province di Avellino, Caserta e Napoli;
- Fase II: campioni di latte bufalino prelevati presso caseifici situati nelle province di Salerno e Benevento;
- Fase III: campioni prelevati presso allevamenti individuati sulla base dei riscontri analitici relativi alle Fasi I e II e negli allevamenti bufalini, bovini e ovi-caprini insistenti all’interno di un buffer con raggio pari a 3 km.
Nella I e II fase, sono stati controllati 240 caseifici, per un totale di 387 campioni di latte proveniente da 959 allevamenti bufalini.
39 campioni hanno fornito esito irregolare (pari al 10,1%), permettendo di individuare 102 allevamenti potenzialmente contaminanti che sono stati sottoposti a controllo nella Fase III. Estendendo il monitoraggio anche alle aziende ricadenti nei buffer, sono state analizzati 660 campioni di latte e di alimenti zootecnici. Le aziende zootecniche risultate non conformi, nell’intero periodo di attuazione del piano UE sono tate 87.
Piano di sorveglianza sulla contaminazione da diossine in Campania (anno 2008-2010)
Il piano, approvato con delibera regionale del 21.12.2007, di durata triennale, mirava a verificare il livello di contaminazione da diossine e PCB diossina-simili negli allevamenti a vocazione lattifera mediante una distribuzione diffusa, uniforme e random dei campioni di latte, foraggio e matrici ambientali. In generale, sono stati riscontrati 5 campioni irregolari (1 nel 2008 e 4 nel 2009).
Di seguito sono invece riportati i piani ancora in corso.
Piano regionale integrato (anno 2011-2014)
Il programma prevede il campionamento di latte di massa e di alimenti zootecnici presso aziende zootecniche (bovine, ovi-caprine e bufaline) in aree definibili a rischio, in base alla valutazione del rischio eseguita a partire dai dati sanitari ed ambientali ottenuti dalle pregresse attività di monitoraggio. Saranno prelevati 200 campioni/anno (100 di latte di massa e 100 di alimenti zootecnici) presso 50 aziende. Pertanto, ogni azienda sarà campionata per ben due volte a distanza di sei mesi, al fine di valute presso la stessa azienda l’andamento dei livelli di contaminanti nel corso dell’anno.
Piano SIN
La DGISAN, nel febbraio 2011, ha emanato un Piano nazionale di monitoraggio dei contaminanti ambientali in alimenti di origine animale prodotti nei Siti di Interesse Nazionale o in prossimità degli stess (Piano SIN). In attuazione di tale piano, è stata avviata un’attività di monitoraggio, mediante l’utilizzo di bioindicatori, quali animali della specie ovi-caprina (latte), vongole o in alternativa galline ovaiole (uova)/mitili, al fine di raccogliere tutti dati necessari per una corretta definizione dei livelli di rischio per i principali contaminanti negli alimenti di origine animale.
Il piano, di durata triennale, si prefigge lo scopo di monitorare tutti i SIN di interesse per la sicurezza alimentare.
Per la regione Campania, sono stati già valutati il Sin Sarno e il SIN Agro aversano e litorale domitio flegreo. Il primo ha visto coinvolte le province di Avellino e Salerno, mentre per il secondo, che interessa le province di Caserta e Napoli, si è ancora in attesa degli esiti delle analisi.
Obbligo in autocontrollo
Dal 2006, d’intesa con la Regione Campania, è stato disposto da questo Ministero l’obbligo dell’inserimento del controllo del “rischio diossina” nei piani di autocontrollo degli operatori del settore lattiero-caseario (stabilimenti di trasformazione, centri di raccolta). In particolare, vige l’obbligo dell’effettuazione di un controllo analitico semestrale su latte di massa conferito. I servizi veterinari delle Aziende Sanitarie Locali verificano i piani di autocontrollo di tutte le aziende produttrici di alimenti di origine animale.
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