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Martedì 27 NOVEMBRE 2012
Marino (Pd): “Serve razionalizzazione ma no nuove tasse”
"Il presidente del Consiglio Mario Monti è stato sincero, poiché la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale è davvero a rischio, ma non si può soltanto allarmare i cittadini senza trovare delle soluzioni”. Così Ignazio Marino, senatore Pd e presidente della commissione d'inchiesta sul Ssn, commenta le dichiarazioni del premier sul rischio sostenibilità del Ssn, esprimendo preoccupazione per le citate “nuove forme di finanziamento” da parte di Monti: “Non vorrei si stesse pensando a nuove tasse”, replica Marino.
“Sono il primo – prosegue Marino - a sostenere la scelta di razionalizzare le spese e ridurre al massimo gli sprechi, una via che avremmo già dovuto percorrere da tempo: ci sono dirigenti sanitari che hanno operato male, sperperando i soldi pubblici e accettando di pagare, ad esempio, una protesi per l'anca anche 2.800 euro anziché 250 euro come sarebbe opportuno. Sprechi come questi dovrebbero essere sanzionati. Inoltre, interveniamo sui ricoveri inappropriati per interventi chirurgici programmati con cui si buttano dalla finestra 1000 euro al giorno per ciascun paziente. Regioni come il Lazio ricoverano quasi tre giorni prima dell’intervento e in alcune aree del mezzogiorno si arriva addirittura a 5 o 6 giorni di ricovero inappropriato. Mi aspetto poi l'accorpamento dei cinque centri di trapianto di fegato di Roma dato che nessuno è riuscito a raggiungere il numero minimo per mantenere aperto il servizio, mentre a Torino ce n’è soltanto uno ad eseguire quasi il doppio di trapianti”.
“Mi preoccupa, tuttavia – aggiunge il senatore del Pd - che il presidente del Consiglio parli di nuove forme di finanziamento perché non vorrei si stesse pensando a nuove tasse. Abbiamo un livello di tassazione già pari a quello dei paesi del nord Europa senza avere gli stessi servizi e le stesse garanzie per l'assistenza sanitaria. Basterebbe ripensare ad alcuni investimenti che stiamo facendo, come quello sui cacciabombardieri F-35 per cui spendiamo 15 miliardi di euro mentre alla sanità pubblica ne vengono sottratti ben 30. Non si può continuare ad investire in armamenti anziché in servizi alle persone in difficoltà".
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