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Giovedì 26 LUGLIO 2012
Coletto (Veneto) incontra farmacisti: "Manovra sbagliata. Colpiti anche i virtuosi" 

L’assessore alla Sanità del Veneto, Luca Coletto ha ricevuto oggi una delegazione di farmacisti veneti che, al pari dei loro colleghi in tutta Italia, oggi scioperano per protestare contro le ricadute della spending review sul settore.

“Da ben prima che sorgesse la necessità di contenere la spesa pubblica – ha detto Coletto – l’intero sistema sanitario veneto ha iniziato ad attuare una propria spending review virtuosa, composta da tutta una serie di interventi capaci di incidere sulla spesa senza tagli e senza intaccare i servizi erogati ai cittadini. Uno dei principali è stato proprio quello sulla spesa farmaceutica, con un certosino lavoro sull’appropriatezza delle prescrizioni. Così facendo l’anno scorso abbiamo risparmiato 70 milioni di euro e il dato tendenziale per il 2012 ci dice che dovremmo ottenere ulteriori economie per altri 60. Di questa azione – ha aggiunto Coletto – le farmacie, pur essendo entità private, hanno fatto e fanno parte a pieno titolo, essendo di fatto il terminale del sistema per l’erogazione dei medicinali in regime pubblico alla gente. Anche loro, per certi versi, hanno già dato e comprendo il loro disappunto di oggi”.

“Anche nel caso della farmaceutica – ha proseguito l’assessore – vale lo stesso discorso che facciamo da mesi: i tagli lineari previsti da questa spending review colpiscono i virtuosi allo stesso modo degli spreconi. Bisogna invece tenere conto delle diverse realtà: se in Veneto i conti sono sotto controllo, e lo sono ampiamente, e molti parametri di costo, compresa la farmaceutica, sono in linea con gli obiettivi di risparmio, non si vede perché qui si debba tagliare ancora, se non per permettere alle cicale di continuar a sfruttare la fatica delle formiche”.
Coletto ha ribadito che “in sanità la vera spending review non sono i tagli lineari prospettati, ma l’applicazione urgente di criteri standard dai quali fa discendere i costi standard. Grazie a questi ogni prestazione avrebbe un costo uguale in tutta Italia, tarato su criteri scientifici e quindi oggettivi, e questo farebbe risparmiare miliardi di euro, costringendo chi spende troppo e fare economia oppure a trovare all’interno del proprio bilancio regionale la differenza in eccesso rispetto al costo standard”.

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