quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Martedì 19 GIUGNO 2012
Tambone (Campus Biomedico): “Sviluppare ricerca filosofica di base per produrre cambiamento”

Per creare cambiamento e innovazione c'è bisogno di una formazione che passi attraverso la creazione di centri di ricerca filosofica di base. Questa la proposta avanzata da Don Victor Tambone, del Campus Biomedico di Roma, in occasione del convegno promosso dall'Ufficio per la pastorale della sanità della Conferenza Episcopale Italiana (Cei) dal titolo "Un nuovo paradigma per la sanità in Italia. La Chiesa a servizio del cambiamento”.
“Il cambiamento – ha spiegato Tambone – si radica su idee ben fondate. È necessario, dunque, partire da una teoresi forte per dare risposta a quei problemi che quotidianamente i medici incontrano nella pratica clinica ed ottenere in questo modo, attraverso un lavoro di medio/lungo termine, la possibilità di plasmare la medicina secondo ‘Verità’. Questa nuova filosofia della medicina deve diventare cultura popolare e non rimanere rinchiusa in libri e dibattiti culturalmente elevati che non arrivano alle persone”.
 
E il cambiamento prospettato da Tambone, necessita di alcuni fattori imprescindibili: “Per il cambiamento c’è bisogno di formazione, per la formazione c’è bisogno di strumenti e di tempo – ha detto – si dovrebbero quindi creare dei centri di ricerca filosofica”.
Tamboni ha quindi chiamato in causa l’informatico statunitense, Nicholas Negroponte e il Massachusetts Institute of Technology (MIT): “Nel futuro trasporteremo bit e non atomi”. Con questa celebre risposta e capacità di leggere il futuro, Negroponte ha, infatti, creato il concetto di ‘azienda sottile’, la teoresi efficace del ‘branding’ e la necessità della modulazione comportamentale della globalizzazione. "Tutto nasce, dunque, da una persona – ha affermato –  da un concetto capace di interpretare e al contempo produrre cambiamento. Per far questo ci sarebbe però bisogno di un Nicholas Negroponte, ma anche di uno strumento di formazione come il MIT”.

“Non si può fare solo ricerca applicativa, si deve fare anche ricerca filosofica di base – ha proseguito – limitandoci alla sola applicazione di processo non saremo mai capaci di produrre una vera innovazione e un vero cambiamento”. “L’orientamento applicativo – ha precisato Tambone – deve partire da una teoresi forte o altrimenti si ridurrà ad andare a caso o ad ideologie o ancora a perseguire obiettivi talmente ridotti da risultare incapaci nel produrre cambiamenti permanenti”.

Questi centri di ricerca filosofica, però, “devono essere anche capaci di produrre pop-filosofia”. Risulta infatti essenziale raggiungere le persone, creare cultura. Lo stesso genere di cultura che oggi viene veicolata attraverso mezzi estremamente popolari quali cartoni animati e film. Portando  l’esempio della saga di “Twilight”, Tambone ha illustrato come in questi film si proponga un concetto di “umanità corrotta per la quale non vale la pena battersi, a fronte di un transumanesimo avanzato dai concetti di Max More, che viene incarnato nel film dalle figure di vampiri e licantropi. In questo mondo immaginario, per mezzo della tecnica rappresentata da un medico, viene creata una nuova umanità ‘disumanizzata’ dove la scienza non è più messa al servizio dell’uomo, ma è fine a se stessa”.
 
Giovanni Rodriquez

© RIPRODUZIONE RISERVATA