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Venerdì 01 GIUGNO 2012
Bypass Aortocoronarico: mortalità a 30 giorni

L’intervento by-pass aorto-coronarico è indicato per alleviare i sintomi anginosi, quando questi resistono alla terapia medica, e dà risultati migliori delle cure mediche nel prolungare la sopravvivenza dei pazienti con malattia coronarica avanzata. È peraltro una procedura molto diffusa e poco rischiosa: i rischi potenziali sono essenzialmente condizionati da fattori legati allo stato generale di salute del paziente (che riguardano un 5% dei pazienti trattati), ma si stima che in un paziente in buone condizioni generali e senza gravi malattie il rischio di decesso sia intorno al 2%. È l’intervento cardochirurgico più eseguito al mondo e la mortalità a breve termine può rappresentare quindi un ottimo indicatore della qualità dell’attività delle strutture di cardiochirurgia. La valutazione si riferisce all’intero processo assistenziale ospedaliero e post-ospedaliero (a 30 giorni dall’intervento) ed è relativa al Bpac isolato, cioè non associato ad interventi sulle valvole o endoarteriectomia. La scelta di considerare gli interventi isolati è legata al fatto che sia il livello di mortalità sia i fattori di rischio sono diversi nel caso degli interventi associati. Sono stati presi in considerazione i risultati delle strutture con un volume annuo di Bpac > 85. InItalia la mortalità media è pari a 2.78%.
 
Solo una struttura di cui sono presenti gli esiti per il Molise ed è Centro di ricerche Scienze Biomediche di Campobasso che con lo 0% raggiunge la migliore perfomance possibile, anche se il dato è segnato in grigio. Male la Campania in cui nessuna struttura ha segnato esiti favorevoli e statisticamente validi, mentre tra le performance peggiori, tutte segnate in rosso, troviamo la CC Montevergine di Mercogliano all’8,2% (ultima struttura su questo indicatore nelle quattro regioni esaminate, seguita dall’Azienda ospedaliera S. Anna e S. Sebastiano di Caserta al 7,6%. Al terzo posto degli esiti sfavorevoli troviamo invece la CC S. Michele di Maddaloni al 7,5%. Per quanto riguarda la Puglia in testa agli esiti favorevoli, ma segnata in grigio e quindi non statisticamente certo, troviamo la CC Anthea di Bari con lo 0,8%, seguita, questa volta l’esito è segnato in blu si attesta la CC Città di Lecce con l’1%. L’esito peggiore, invece, è quello della CC Villa Verde di Taranto con il 6,2%. La Basilicata, infine, presenta l’esito di una sola struttura. È l’Ospedale S. Carlo di Potenza che con il suo 8% fa registrare una performance negativa.

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