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Venerdì 01 GIUGNO 2012
Infarto Miocardico Acuto: proporzione di trattati con PTCA entro 48 ore

La Ptca è una metodica mini-invasiva che ha lo scopo di ripristinare in una determinata regione del muscolo cardiaco un adeguato flusso sanguigno evitando la comparsa degli eventi clinici che caratterizzano l'ischemia miocardica (angina, infarto miocardico). Un intervento coronarico percutaneo si definisce riuscito quando si ottiene un successo angiografico in assenza di outcome avversi durante l’ospedalizzazione (come morte o intervento di bypass aorto-coronarico post-procedurale in emergenza). Più alti volumi sono stati associati con migliori outcome, soprattutto quando la Ptca è eseguita nella fase precoce di un Ima, in cui è richiesta maggiore abilità ed esperienza rispetto ad un intervento di routine in un paziente stabile (Ptca in elezione), e in letteratura è dimostrato il rapporto inverso tra la precocità di esecuzione della procedura nel paziente con Ima (tempo door-to-balloon) e la mortalità a breve termine. Una recente analisi delle revisioni sistematiche presenti in letteratura ha identificato come soglia di volume per la Ptca 200/400 casi/anno, al di sotto della quale l’efficacia dell’assistenza erogata potrebbe essere compromessa. Sono riportati i risultati delle strutture con un volume annuo di Ima superiore a 50. (media esiti Italia 30,67%)
 
Partendo come sempre dall’analisi delle performance delle strutture del Molise c’è da rilevare come solo del  Presidio Ospedaliero A. Cardarelli di Campobasso sono presenti gli esiti. E il risultato del 12,1% è molto negativo e sfavorevole statisticamente.
Molto negativi anche gli esiti della Regione Campania. Nonostante infatti vi siano alcune strutture con risultati molto positivi come la CC Mediterranea di Napoli con il 91,4% (la migliore tra le regioni analizzate in questa quinta puntata), seguita dall’Ao S.G. Moscati di Avellino al 55,3% e dalla CC Montevergine  di Mercogliano al 54,8%, la stragrande maggioranza delle strutture presenta dati sfavorevoli e ampiamente al di sotto della media. L’esito peggiore è stato registrato dall’Ospedale S. Leonardo di Castellamare di Stabia con lo 0,7%. Segue poi il Pres. Osp. S. M. dell'Omo di Cava dei Tirreni con l’1,1% e l’Ospedale S.M. delle Grazie di Pozzuoli all’1,3%. Analizzando gli esiti della Puglia si scopre come la situazione sia molto simile a quella campana. Vi sono strutture come la CC Villa Verde di Taranto con l’85,3%, il Presidio Ospedaliero Perrino di Brindisi con il 70,3% e la CC Villa Bianca di Bari con il 69,9% che hanno esiti molto favorevoli, ma la maggioranza fa segnare valori negativi e molto al di sotto della media. I peggiori esiti sono del Presidio Ospedaliero S. Caterina Novella di Galatina con lo 0,5% (la peggiore struttura su questo indicatore delle quattro regioni analizzate), seguito dal Presidio Ospedaliero S. Paolo di Bari con lo 0,7% e del Pres. Ospedaliero .S. Annunziata di Taranto con il3,5%. Situazione non positiva anche in Basilicata, dove solo l’Ospedale S. Carlo di Potenza con il 38,3% ha segnato un esito positivo statisticamente, mentre molte sono i presidi con performance inferiori alla media e segnate in rosso. Stiamo parlando dell’Ospedale Civile Villa d'Agrì di Marsicovetere con l’1,2%, seguito dall’Ospedale di Policoro con il 2,1% e dal Pres. Osp. di Matera al 2,4%.

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