quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Mercoledì 09 MAGGIO 2012
Infarto Miocardico Acuto: proporzione di trattati con PTCA entro 48 ore (media esiti Italia 30,67%)

La Ptca è una metodica mini-invasiva che ha lo scopo di ripristinare in una determinata regione del muscolo cardiaco un adeguato flusso sanguigno evitando la comparsa degli eventi clinici che caratterizzano l'ischemia miocardica (angina, infarto miocardico). Un intervento coronarico percutaneo si definisce riuscito quando si ottiene un successo angiografico in assenza di outcome avversi durante l’ospedalizzazione (come morte o intervento di bypass aorto-coronarico post-procedurale in emergenza). Più alti volumi sono stati associati con migliori outcome, soprattutto quando la Ptca è eseguita nella fase precoce di un Ima, in cui è richiesta maggiore abilità ed esperienza rispetto ad un intervento di routine in un paziente stabile (Ptca in elezione), ed in letteratura è dimostrato il rapporto inverso tra la precocità di esecuzione della procedura nel paziente con Ima (tempo door-to-balloon) e la mortalità a breve termine. Una recente analisi delle revisioni sistematiche presenti in letteratura ha identificato come soglia di volume per la Ptca 200/400 casi/anno, al di sotto della quale l’efficacia dell’assistenza erogata potrebbe essere compromessa. Sono riportati i risultati delle strutture con un volume annuo di Ima superiore a 50.
 
Iniziando come sempre l’analisi degli esiti Agenas dalla Pa di Bolzano si nota come nelle tre strutture evidenziate solo l’Ao Centrale di Bolzano con il 59,3% riporta un esito favorevole in colore blu. Le altre due strutture, invece, si attestano al di sotto della media ma con colore grigio. Esse sono l’Ao di Bressanone (25,6%) e l’Ao di Merano con il 23%. Per quanto riguarda invece la Pa di Trento, in testa con un esito favorevole statisticamente (in colore blu) si trova solo l’Ospedale di Trento con il 42,8%. Tutte le altre strutture, si attestano invece al di sotto della media, con valori sfavorevoli e segnati in rosso. L’ultimo esito lo ha registrato il Pres. Osp. S. Lorenzo di Borgo Valsugana con l’1,9%, seguito dal Pres. Osp. di Rovereto al 7,5% e dal Pres. Osp. di Cles all’11,9%.
Analizzando invece ciò che accade in Veneto scopriamo come la situazione sia estremamente variegata. I primi cinque esiti denotano infatti che vi sono parecchie strutture con esiti favorevoli di colore blu. In testa troviamo l’Ospedale Civile di Mirano con il 66,5%. Al secondo posto c’è l’Ospedale di Castelfranco Veneto al 54,6%, seguito dal Pres. Osp. di Conegliano con il 47,7%. Al quarto e quinto posto si attestano invece l’Ospedale dell'Angelo di Venezia (45,5%) e l’Ospedale S. Bassiano di Bassano del Grappa con il 41,4%. Ma se in Veneto vi sono molte strutture al di sopra della media ve ne è anche un gran numero che ha fatto invece registrare esiti sfavorevoli con numeri molto al di sotto della media. In colore rosso troviamo l’Ospedale Civile di Adria con il 2%, seguito dall’Ospedale Civile Orlandi di Bussolengo fermo al 5,3% e dall’Ospedale di Arzignano al 5,5%. Il quarto e quinto peggior esito si sono registrati nel Pres. Osp. di Camposampiero (5,6%) e nell’Ospedale di Este (5,8%).
Per quanto riguarda invece il Friuli Venezia Giulia solo una struttura ha fatto segnare un valore al di sopra della media italiana, anche se in colore grigio. Ci riferiamo all’Ao Universitaria di Udine con il 34,8%. Tutte le altre strutture hanno numero al di sotto della media. Ma mentre l’Ao Riuniti di Trieste (28,3%) e l’Ao S. Maria degli Angeli di Pordenone (28%) sono vicini alla mediana e sono anch’essi segnati in grigio, le altre cinque strutture analizzate sono segnate in rosso con esiti lontani dalla media.

© RIPRODUZIONE RISERVATA